259 17 15
                                        


Il giorno seguente Cheryl si svegliò e, vedendo la camera ancora da sistemare, le veniva da piangere.
Si vestì e si mise al lavoro.
In neanche un'ora aveva messo negli appositi cassetti i suoi vestiti ed ora le mancava solo la valigia della biancheria e finalmente poteva farsi una bella doccia che le avrebbe rilassato i nervi.
Era da ieri sera che non aveva più smesso di pensare a Jerry e si era addormentata con l'immagine di lui fissa nella sua mente. Avrebbe dovuto darsi una calmata, non aveva fatto nulla di speciale se non aiutarla con gli scatoloni, ma lei sentiva che Jerry era diverso rispetto agli altri uomini e non era mai successo di prendersi una stupida cotta per un uomo così velocemente. Decise che per quella mattina aveva pensato troppo a Jerry, così si impose due obiettivi: cercarsi un lavoro e farsi nuovi amici.
Cheryl si strofinò gli occhi, avrebbe voluto rimettersi sotto le lenzuola, ma il chiacchierio in cucina e i raggi del sole che entravano dalla finestra, non glielo permettevano. Si alzò stancamente dal letto, si pettinò i capelli e scese in cucina.
<<Nonna, ti prego dimmi che mamma ha preparato i pancake!>> lo sguardo della giovane si posò subito sull'uomo che tormentava tanto i suoi pensieri: Jerry.
Cheryl non riusciva a capire perché fosse lì con sua nonna che non faceva altro che guardarlo adorante.
<<Buongiorno!>> esclamò Jerry soffermandosi a guardare il suo pigiama corto estivo che metteva in mostra le forme. La guardò per qualche minuto e poi si portò alle labbra la tazza di caffè, inarcando il sopracciglio per approvare il completo notturno della ragazza.
<<Buongiorno!>> esclamò lei di rimando sorridendogli, per poi sedersi e trovandosi faccia a faccia con lui. Non sapeva di cosa parlare, avrebbe voluto chiedergli perché si trovava in casa loro ma sarebbe risultata scortese.
<<Comunque, eccoti i pancake!>> Jerry le porse il piatto con su due pancake ricoperti con lo sciroppo d'acero e Cheryl non poté che leccarsi le labbra e sussurrare un misero "grazie".
La nonna la guardava disgustata nel modo in cui si stava presentando e decise di fingere di darle una gomitata per avvertirla di contenersi.
<<Jerry è venuto stamattina a ripararci il lavandino. È davvero un tesoro e oltretutto un bel ragazzo. L'ho già detto che è un bel ragazzo?>> domandò l'anziana signora civettando come era solito fare con gli uomini. Cheryl alzò gli occhi al cielo e quel gesto fu colto da Jerry che sorrise di sbieco.
<<Andiamo, signora Doyle, lei mi sta viziando con tutti questi complimenti. Non le ho chiesto nemmeno come si chiama, se non sono scortese.>> Jerry decise di restare al gioco della signora e soprattutto, più risultava carino e gentile, più poteva avvicinarsi al suo obiettivo.
<<Scortese? Oh mio caro, non hai mai visto gli uomini scortesi. Io ne ho visti e fin troppi. Per questo dico a Cheryl di stare attenta. Comunque, sono Dolores.>> l'anziana signora si toccò ancora i capelli corti boccolosi, tinti di rosso e sorrise. Era il suo tipico gesto quando voleva attirare l'attenzione su di sé.
<<È un piacere immenso la sua compagnia, Dolly!>> esclamò Jerry prendendo la mano rugosa della nonna e baciandola come da vero gentiluomo. Peccato che lui fosse tutt'altro e che quella era tutta finzione. Spostò attentamente il suo sguardo penetrante su Cheryl che stava bevendo il suo latte macchiato e sapeva che, continuando così, sarebbe arrivato ben presto al suo obiettivo.
Cheryl spostò lo sguardo dalla sua tazzina a Jerry e arrossì nel vedere che la stava scrutando. Cheryl era di poche parole, ma ciò era causato dall'imbarazzo provocato da sua nonna.
<<Oh, mannaggia! Guarda come è tardi! Devo svegliare Principessa e portarla a fare la pulizia del corpo.>> Dolores prese la sua borsetta rossa di pelle, se la mise sulla spalla sinistra e chiamò con un fischio la sua cagnolina.
Jerry sorrise per poi sedersi di fianco a Cheryl e poté sentire il battito della ragazza aumentare.
<<Io vado. Fate i bravi, niente sesso, mi raccomando!>> urlò sua nonna dall'ingresso.
Cheryl quasi si soffocò con il latte macchiato e iniziò a tossire di colpo.
Jerry sorrise maliziosamente << Non si preoccupi Dolly, la
tengo a bada.>> la signora se ne andò ridendo di gusto, mentre Cheryl rimpiangeva di non essere rimasta a letto.
La giovane non sapeva come comportarsi e oltretutto lo sguardo penetrante dell'uomo la stava mettendo a disagio.
Si alzò dalla sedia prendendo il suo piatto e lo depose nella lavastoviglie. Jerry la guardava, si appoggiò con la schiena al marmo della cucina e prese una mela dalla cesta, la pulì usando la sua maglietta nera e la morse immaginando che quel frutto fosse Cheryl.
<<Dov'è finita mia mamma?>> domandò la ragazza cercando di trovare un argomento su cui conversare.
<<È uscita a fare la spesa! Stasera, ceneremo tutti insieme.>> le rispose Jerry dando un altro morso alla mela, gustandosela e cercando di provocare sempre di più la ragazza.
Ma lui sapeva che la giovane prima o poi sarebbe caduta ai suoi piedi, tutti lo desideravano e nessuno poteva resistergli.
<<Strano che mia madre inviti gente a cena, non l'ha mai fatto in tutta la sua vita>> la giovane pensava al motivo dell'invito di Jerry e l'unica cosa che le
veniva in mente era l'interesse di sua madre per quell'uomo.
<<Gli piaccio e la faccio divertire>> esclamò Jerry avvicinandosi a lei e buttando nella spazzatura il torsolo di mela.
Cheryl si soffermò sul braccio pallido del ragazzo che metteva in evidenza le vene e Jerry sentì che il battito della ragazza era aumentato un'altra volta e pensò che se l'avesse baciata avrebbe messo fine alla sua di agonia perché la bramava più di ogni altra cosa. Quindi le si avvicinò per baciarla, ma lei si spostò avviandosi a prendere la tazza di caffè che lui aveva lasciato sul tavolo per poi metterla in lavastoviglie.
<<Ti ringrazio per aver riparato il lavandino a mia mamma. Ora sarà meglio che vada a prepararmi, devo cercarmi un lavoro.>> Cheryl non stava di certo inventando una scusa per mandarlo via, anzi le sarebbe piaciuto che rimanesse di più nonostante l'imbarazzo e il silenzio, ma il dovere veniva prima di tutto.
<<Conosco un'amica che ha bisogno di una mano, se vuoi ti porto da lei. Tanto, dovevo incontrarla per parlarci!>> Jerry si grattò la testa e sorrise.
<<Davvero? Grazie mille! Vado a prepararmi, tu aspettami pure fuori o in macchina... insomma dove ti pare.>> Cheryl corse su per le scale eccitata all'idea di avere un lavoro. Indossò un vestitino nero con dei lacci sulla scollatura a "V", si mise il mascara, si lavò i denti e scese in tutta fretta le scale.
Jerry l'aspettava all'ingresso, Cheryl prese la borsa e indossò le scarpe.
<<Okay, sono pronta!>> esclamò la ragazza uscendo di casa insieme all'uomo che la guardava eccitato. Quel vestito nero le stava benissimo e per lui era difficile trattenersi.
Cheryl sarebbe stata una compagna perfetta se solo l'avesse voluto, ma lui aveva sempre rifiutato l'amore, lo aveva sempre odiato e lo considerava una perdita di tempo.
<<Dove state andando?>> a interromperlo dai suoi pensieri fu la voce squillante della madre che guardava la figlia poco convinta per come era vestita.
<<Jerry mi sta portando a fare un giro in città...ah la camera la sistemo dopo.>> Cheryl aprì la portiera della macchina e salì.
<<Va bene, signorina! Tornate per l'ora di cena!>> esclamò Jackie entrando in casa con la busta della spesa. Jerry la salutò, salì sul suo furgoncino con i vetri oscurati e si avviarono.
Raggiunsero la loro meta dopo dieci minuti, non avevamo parlato per tutto il tragitto, si erano limitati a fare qualche commentino a quello che la radio trasmetteva.
Jerry scese dal suo furgoncino seguito a ruota da Cheryl, lo chiuse e si avvicinò alla ragazza seducente.
<<Ti piace?>> domandò lui osservando la faccia della ragazza sbalordita.
Il locale si chiamava "The Lust" e l'esterno era molto bello, era decorato con piccoli diamanti sulla porta di entrata e anche sulle finestre che erano oscurati in modo da impedire ai clienti di vedere cosa accadesse all'interno.
<<È bellissimo, ma sembra un locale raffinato... non so se sono all'altezza!>> esclamò Cheryl dirigendosi verso la porta d'ingresso.
<<Fidati che sei portata per questo lavoro, oltretutto mi vedrai spesso qui.>> Jerry sogghignò, le aprì la porta ed entrarono.
Lei si guardò attorno disgustata. Era proprio vero che l'apparenza inganna, l'edificio era un night club e attorno a lei vi erano molti pali da lap dance e palcoscenici. C'erano molte ragazze che indossavano costumi poco decorosi e Cheryl si voltò verso Jerry pronta per urlargli contro, ma si accorse che lui stava sorridendo.
<<Mi hai portato in uno strip club! Quindi è questo il famoso lavoro che fa per me?!>> Era furiosa, sentiva le lacrime pungerle gli occhi, ma lei non poteva lasciarsi sopraffare dalle emozioni; così si voltò per riprendere il controllo e, una volta ripreso, si girò e colpì in pieno viso Jerry, che la guardò stupefatto. Lui continuava a fissarla, non si sarebbe mai aspettato un gesto del genere. Continuava a fissarla, lei si indietreggiò spaventata dal suo sguardo, forse aveva esagerato.
<<Seguimi!>> esclamò tirandola per un braccio. Cheryl non disse nulla, lo aveva fatto arrabbiare e ora aveva paura di ciò che potesse capitarle. Lo seguì, era meglio non discutere più o avrebbe peggiorato solo le cose; aveva il capo chino e l'unica cosa che fissava era il pavimento senza sapere dove stava andando.
Jerry si bloccò di colpo davanti ad una porta nera lucida e sempre piena di quei piccoli diamanti, la ragazza sbatté contro la sua schiena e si allontanò subito vedendolo voltarsi. La situazione stava peggiorando, Cheryl sussurrò un misero "scusa" e quest'ultimo sorrise avvicinandosi alla ragazza e alzandole il viso.
<<Oggi hai intenzione di farmi male?!>> domandò mettendole una mano tra i capelli neri.
La ragazza sussultò a quel tocco, avrebbe voluto staccarsi e andarsene, ma non ci riuscì, i suoi piedi erano come se fossero incollati a terra.
<<Dietro questa porta c'è il tuo futuro lavoro e fidati che pagano molto bene!>> le sussurrò Jerry all'orecchio inspirando il profumo della pelle di Cheryl. Se avesse voluto, ci avrebbe messo poco a morderla, ma non poteva, doveva aspettare; si stava divertendo troppo con lei, era il suo nuovo giocattolo.
A Cheryl le vennero i brividi per quelle parole, come poteva Jerry comportarsi in quel modo? Non avrebbe mai dovuto ascoltarlo e tanto meno farsi aiutare con gli scatoloni del trasloco, si era preso troppa confidenza.
Jerry si spostò da lei, ritirando in dentro i canini e i suoi occhi del color nocciola scuro non erano più neri come la pece. Aprì la porta e fece cenno alla ragazza di entrare.
<<Guarda chi c'é! Il mio uomo preferito.>> esclamò una giovane donna sui ventisei anni dai capelli rossi naturali. Si avvicinò ai due e baciò sulle labbra Jerry e quest'ultimo la strinse a sé.
Cheryl, alla vista di quei due, si sentiva a disagio e non poteva trattarsi di Jerry perché lei non provava nulla per lui o perlomeno ne era attratta, ma non significava niente.
<<E lei chi è?>> domandò la ragazza da quel fisico favoloso e da quella pelle candida rivolta verso Cheryl.
<<Sono Cheryl, piacere!>> le porse la mano ma quest'ultima si avvicinò dandole un bacio casto sulle labbra e Cheryl rimase confusa da quel gesto.
<<Comunque sono Amelia....Amelia Howard cercami su facebook, mi raccomando.>> le fece l'occhiolino per poi voltarsi verso Jerry che le stava osservando.
<<Allora Jerry, come mai qui a quest'ora? Di solito vieni più tardi!>> esclamò Amelia incrociando le braccia e osservandolo attentamente.
<<Sono venuto per lei. Ha bisogno di un lavoro!>> esclamò Jerry avvicinandosi ancora con quella sua camminata sensuale a Cheryl.
<<Bé con questo culetto..>> Amelia le diede una pacca e poi continuò <<Potrebbe prendere molto soldi.>> Cheryl sobbalzò a quel tocco, quella ragazza la stava infastidendo e molto. Avrebbe voluto arrabbiarsi, ma aveva provocato abbastanza danni per oggi e doveva restare calma.
<<Niente lap dance o cose strane, solo cameriera o barista!>> esclamò Jerry mettendosi subito sulla difensiva.
Amelia lo scrutava attentamente, non si era mai comportato in quel modo con una ragazza e non poté che sorridere, forse alla fine Jerry si era preso una semplice cotta o, addirittura, si era innamorato.
<<D'accordo, ho un posto da barista. Può andarti bene?>> domandò Amelia guardando la ragazza e vedendo quest'ultima annuire.
<<Perfetto inizi domani sera alle nove.>> aggiunse Amelia, notando che la ragazza era taciturna.
<<Ti ringrazio, Amy. Non ti deluderà!>> esclamò Jerry circondando la vita di Cheryl con il braccio. Ormai, non si spaventava più ai suoi tocchi, era abituata e stava trovando questi suoi gesti piacevoli.
Salutarono entrambi Amelia, uscirono dal locale e salirono sulla macchina.
<<Allora, non dici niente del tuo nuovo lavoro?>> domandò Jerry sogghignando e accedendo la macchina. Cheryl si voltò guardandolo in cagnesco, sbuffò e si allacciò la cintura.
<<Ti odio! Non devi dire nulla del lavoro a cena, dovrai mentire.>> Cheryl si mise le mani sugli occhi, era davvero fottuta. Non poteva dire a sua madre di quel lavoro e nemmeno a sua nonna; se solo avessero saputo, avrebbero dato di matto.
Stava odiando Jerry con tutto il cuore, ma allo stesso tempo le era grata per il lavoro. Doveva accettarlo ormai, era l'unico modo per aiutare sua madre.
Jerry accese l'aria condizionata, il pomeriggio faceva sempre più caldo e lui detestava stare fuori durante il giorno. Ovviamente lui preferiva la notte e l'oscurità e non capiva come gli umani potessero averne paura.
Inspirò, il profumo della ragazza era sempre più forte e non riusciva più a resistere. Aprì il cruscotto ed indossò gli occhiali da sole, li odiava, ma i suoi occhi stavano cambiando colore e sentiva che i canini spingevano sempre di più contro le gengive ferendolo leggermente.
Cheryl lo guardava, aveva i lineamenti perfetti, era molto bello e si sentiva insicura al suo fianco.
<<Sei fidanzato con Amelia?>> domandò la ragazza incuriosita da quel bacio che le aveva dato.
<<No. Perché questa domanda?>> chiese cercando di controllare se stesso e respingendo nuovamente i canini.
<<Ti ha baciato, poi tu l'hai abbracciata e questo mi ha incuriosito.>> esclamò Cheryl guardando il suo telefonino e aggiungendo Amelia in facebook, mettendole un "mi piace" alla foto profilo e continuando a ripetersi che era una ragazza bellissima.
<<Non c'é nulla, tranquilla. Se sei gelosa, basta dirlo. E poi, ha baciato pure te>> Jerry si voltò a guardarla e lei borbottò qualcosa a bassa voce per poi voltarsi e concentrarsi sul paesaggio.
Arrivarono a casa, scesero dalla macchina e Jerry fermò Cheryl prima che potesse entrare. La strinse forte al petto come aveva fatto con Amelia, ma trovando questo gesto più eccitante.
<<Se vuoi, puoi fare anche tu come Amelia... baciarmi.>> Jerry la strinse ancora più forte contro di sé e Cheryl poté sentire tutto il suo corpo attaccato e il respiro sul suo viso. Arrossì e cercò di non guardarlo negli occhi, era troppo imbarazzata.
<<Io non sono come Amelia e poi non capisco perché dovrei baciarti.>> la ragazza cercava in tutti i modi di staccarsi da lui, ma la teneva troppo stretta come se avesse una forza sovrumana.
<<Come non capisci? Semplicemente perché ti piaccio.>>
Cheryl diventò paonazza, come poteva dirle un cosa del genere? Chi si credeva di essere? Jerry posò le sue labbra su quel collo dalla pelle diafana e iniziò a lasciare una scia di baci umidi. Cheryl socchiuse gli occhi ansimando, stava provando tante emozioni, ma le piaceva, le piacevano tutte quelle attenzioni. Jerry continuava a baciarle il collo, leccando e baciando avidamente quella pelle bianca su cui, sicuramente, sarebbero comparsi dei segni rossi. I canini gli spuntarono ancora, toccavano la pelle della ragazza, ma si tratteneva dal morderla, non poteva farlo in giardino davanti a tutti.
Cheryl aprì gli occhi e vide che sua nonna la stava fissando dalla casa e le stava sorridendo facendole l'occhiolino. Spinse Jerry con tutte le forze che aveva e quest'ultimo la guardò perplesso, non capendo cosa le fosse preso.
<<Ci vediamo a cena Jerry, ciao!>> esclamò imbarazzata senza voltarsi e rifugiandosi in casa.
Sua nonna la stava aspettando e appena la vide si congratulò con lei dicendole che sarebbe rimasto un segreto, ma che avrebbe dovuto coprirsi quei succhiotti.
Cheryl non disse nulla, si fece una doccia ed indossò un semplice vestito blu. Si guardò allo specchio e si coprì con il correttore gran parte dei succhiotti violastri che erano marcati sulla sua pelle.
Si truccò a malapena e infine raggiunse la madre e la nonna che bisbigliavano in cucina.
<<Signorina, hai qualcosa da dirmi?>> domandò Jackie intenta nel preparare il suo pasticcio di pollo.
Cheryl deglutì e alla fine scosse la testa. Jackie lo prese come un no, ma lo sapeva che le stava mentendo perché sua madre le aveva detto tutto.
Jackie non era contraria al fatto che Cheryl le piacesse Jerry, la capiva perché era un bell'uomo ma sapeva che lui voleva solo portarsela a letto.
<<Prepara la tavola!>> esclamò sua madre porgendo i piatti alla figlia e a Dolores. La nonna guardava la nipote sorridente, cercando di sembrare meno colpevole e l'abbracciò.
Cheryl era ansiosa, l'idea di cenare insieme a Jerry e la sua famiglia la metteva a disagio, soprattutto dopo quello che era successo in giardino. Cosa volevano dire quei baci? Era interessato a lei?

Welcome to the Hell Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora