Capitolo quattro

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Gli anni delle scuole medie trascorsero in fretta. Adele si era comportata sempre in maniera impeccabile, studiava e il rendimento scolastico ne era la prova. Divideva il suo tempo libero tra le nuove amicizie e i suoi fratelli e, di quando in quando, aiutava nelle faccende domestiche.

Ripensando a quando, due anni prima era arrivata in quella città, non riusciva a credere quanto le cose fossero cambiate; tornò con la memoria ai primi giorni dopo il trasferimento, quando tutto le sembrava nero. Il suo viso si aprì in un enorme sorriso e pensò tra sé e sé "non é stato poi così difficile".


L'inverno era scivolato via veloce, lasciando il posto alle soleggiate giornate primaverili.

Nonostante il passaggio alle scuole superiori le avesse divise dal punto di vista scolastico, la prima frequentava il'Istituto d'Arte e  l' altra il Liceo classico, Jay e Adele continuarono ad essere amiche. Con l'arrivo della bella stagione le giornate si erano allungate e fatte più tiepide, permettendo loro di vedersi un po' di più.

Un pomeriggio di metà settimana, mentre si trovavano ai giardini ,Adele, scura in volto, si avvicinò all'amica con fare incerto.

«Devo parlarti.» Disse iniziando a tormentare i lembi della sua maglietta con le mani sudate.

«Spara, sono tutta orecchi.» Urlò Jay mentre dondolava con l'altalena ,andando sempre più in alto.

«Si,bene, magari se ti fermassi non dovrei raccontarti a puntate.»Sbuffò costretta a parlare soltanto quando l'altalena ritornava in posizione di partenza.

«Penso di essermi innamorata.» Gridò, vedendo che l'amica continuava ad ignorala, pentendosi subito del tono troppo alto.

«Oh mio Dio, Oh mio Dio» Jay saltò giù dall'altalena con un atletico salto e iniziò ad urlare e saltellare qua e là.

«Shhhh» la zittì. «Sei matta? Ti sentirà tutto il quartiere. E poi smettila di saltellare che sembri una scimmia ammaestrata.»

«Ma questa é una notizia grandiosa. Racconta, racconta. Su forza.» La incalzò Jay, dandole dei colpetti col gomito sul braccio.

«È uno che viene in classe con me.» fece una breve pausa fissando il vuoto «Si chiama Jack.»

«Jack?Jack Mariano?» Sbraitò sbigottita.

«Shhhh.» La zittì di nuovo guardandosi intorno. «Si. Lo conosci?»

«Tesoro abito qui da quando sono nata. Conosco tutti, poi  eravamo nella stessa scuola materna. Era un tipo interessante anche allora.» La prese in giro ridendo. «Ma scusa dopo un anno ti sei accorta che ti piace?»

«All'inizio nemmeno mi piaceva, pensavo non fosse il mio tipo; poi però ultimamente ci siamo avvicinati. E' divertente. Mi ha chiesto se posso dargli ripetizioni di latino, non può perdere un'altro anno scolastico.»

«E tu hai accettato?»

«Sì. Cosa dovevo fare? Sono l'unica in quella classe che riesce a fare una traduzione decente. Non potevo rifiutare poverino.» Cercò di giustificarsi. «Gli ho detto di venire in piazzetta oggi. Poi andremo a studiare a casa sua.»

Abbassò lo sguardo vedendo l'espressione indagatrice dell'amica.

«Quindi andrete solo a studiare.» La stuzzicò.

«Certo. Domani abbiamo il compito in classe. La mia è solo gentilezza.»

«Bene signorina "Gentilezza".» il suo tono era sarcastico, «Spero che tu sia pronta a fare la maestrina perché il tuo Jack è qui.»

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