Capitolo cinque

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Le previsioni dei suoi genitori si rivelarono inesatte. La storia con Jack sembrava essere duratura e Adele ne era ogni giorno più innamorata.

Trascorrevano insieme tutto il loro tempo libero, si estraniavano dal mondo passando interi pomeriggi seduti sulle panchine del parco vicino alla chiesa, intrecciando le loro gambe e i loro sguardi.

Si scambiavano teneri baci, lunghi, umidi, a volte parlavano tra di loro senza nemmeno staccarsi, finendo per mordere l'uno le labbra dell'altra.

Nessuno l'aveva mai presa tanto quanto Jack; in realtà, non aveva mai pensato ai suoi compagni maschi in quel modo.

Lui, però, sebbene fosse più grande di un paio d'anni, se ne era invaghito e l'aveva travolta come un'uragano, non si era accorta di piacergli fino a quella sera a casa sua e, come quel bacio lungo la strada, il suo amore era stato tanto inaspettato quanto travolgente. Sembrava essere puro e incontaminato, e a lei piaceva da morire quella sensazione, era felice e euforica con ogni fibra del suo corpo.

Non si era mai relazionata con quel tipo di emozioni, ma Jack riusciva sempre a metterla a proprio agio.

Sebbene fosse davvero un bel ragazzo, alto, moro, con un fisico atletico, allenato dai tanti anni in cui aveva praticato il calcio, e avesse gli occhi più neri della pece, intensi come calamite, che attiravano una miriade di ragazze, sembrava avere occhi sono per lei.

Ciò che Adele proprio non riusciva a gestire, era l'invidia delle altre ragazze, perfino quelle più grandi la squadravano dall'altro in basso con aria di sufficienza. Non sopportava i loro sguardi furtivi e, benché non fosse tipo da attaccar briga, un paio di volte stava per arrivare alle mani con una di loro. Solo i pronti riflessi di Jack, che la prese di peso, allontanandola, avevano evitato la rissa.

Il loro rapporto però, cambiò quello che Adele aveva con tutti gli altri.

Margaret era perennemente arrabbiata con lei, il rendimento scolastico era calato e Ben e Serena si lamentavano perché non era mai in casa con loro.

Il signor Johonson, che inizialmente non era contrario a quella relazione, adesso storceva il naso ogni volta che in una conversazione saltava fuori il nome di Jack.

"Quel ragazzo non va bene per te... Questa storia mi puzza... Se ti vuole bene non deve allontanarti dalla tua famiglia...". Erano le solite frasi che suo padre pronunciava ogni volta e che puntualmente scatenavano la rabbia di Adele che, su tutte le furie girava i tacchi e spariva in camera sua con la musica a tutto volume.

Anche le sue compagne si lamentavano di non vederla più come prima. In realtà era vero, passava pochissimo tempo con loro, per lei stare con Jack era come respirare. Se fosse dipeso da lei non se ne sarebbe separata mai.

L'unica che non si era mai lamentata era la sua migliore amica. Sapeva che non era molto felice di questo cambiamento; sebbene non glielo avesse mai detto apertamente. Adele lo aveva comunque intuito, dai suoi atteggiamenti, quando alzava gli occhi al cielo ogni volta che lei declinava o disdiceva un appuntamento.
Inoltre cercava sempre di metterla in guardia da Jack, secondo lei aveva qualcosa di controverso, per lo meno, il ragazzo che conosceva lei non era solito comportarsi in quel modo cosi assillante. Però, non aveva mai dato peso a quelle parole.


Adele se ne stava rannicchiata con le gambe al petto sul muretto vicino alla chiesa. Aspettava Jack da più di mezz'ora; stava per tornare a casa quando lo vide girare l'angolo.

«Finalmente sei arrivato. Non ne potevo più di stare qui seduta da sola a sopportare le occhiatacce di quelle arpie.»
«Ero impegnato. Scusa.» Rispose Jack baciandola e attirandola a se.

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