CAPITOLO 59

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Tamara

I miei genitori arrivarono dopo qualche ora, non ero pronta per riabbraciarli. Il conforto di Marco mi è stato molto utile, dopo qualche minuto suonaro alla porta, era la donna della lettera. Le lacrime scendevano, al vederla i miei furono in ansia.

MAM: Perchè ci hai fatto venire?

IO: Quella donna mi ha scritto una lettera dicendo che fosse mia madre. Vi ho fatto venire qua perchè voglio spiegazioni.

MAM: Non puoi credere alle parole di un'estranea.

X: Non sono un'estranea, sono sua madre. Tu hai una voglia a forma di stella vicino ai fianchi, anch'io ho quella voglia. Sono sua madre e voi non avete avuto il coraggio di dirgli la verità in quindici anni.

IO: Mamma è vero?

MAM: Si tesoro,noi ti abbiamo adottato. Avevo perso un figlio,anche lui era biondo con gli occhi azzurri. Era morto dopo il parto, i dottori i avevano detto che io non potevo fare figli, e mi consigliarono di adottare un bambino. Avevamo scelto te, perchè eri una bambina graziosa bionda occhi azzurri e io in te vedevo lui. Mi dispiace per non avertelo detto prima. Ma io ti ho sempre amato come una figlia,nonostante non sia stata io a darti la vita. Ti prego non smettere di chiamarmi mamma, mi riempie di gioia.

X: Beh credo che non la vederete più perchè voglio riavere mia figlia e secondo la legge è possibile.

MAM: Non puo' farci questo, lei ormai fa parte della nostra famiglia, doveva pensare prima di abbandonarla.- in tutto questo non sono nemmeno riuscita a dire una parola,la mia vita è stata una bugia, i miei primi amori sono stati una bugia.

IO: Marco andiamo via,non so dove ma portami lontano- gli sussurro nell'orecchio. Saliamo in moto e lo tengo stretto. Direzione la nostra grotta.

MARC:Sono senza parole io figuriamoci tu.

IO: Anche se è mia madre, non lascerò la mia famiglia,lei non ci è stata quando ho imparato a camminare,non mi ha mai sentito dire la mia prima parola,o visto la mia prima bici. E a Natale mi ha mai fatto gli auguri. E dopo quindici anni si presenta con una cazzo di lettera. Cosa vuoi che gli dica? Si aspettava un abbraccio, io volevo mandarla a fanculo appena è entrata. E vuole portarmi con se, ma robe da matti.

MARC: Nessuno ci dividerà, te lo ripeto abbiamo affrontato tanto per stare insieme e affronteremo ancora tanto per restare insieme.

IO: Mi deve delle spiegazioni? Ho ancora tante domande.

MARC: Vuoi ritornare?

IO: Si ma ho paura.

MARC: Supereremo anche quella.

Mia madre stava ancora litigando con quella donna, mio padre non ha ancora aperto bocca.

IO: Mettiamo in chiaro una cosa, io non andrò da nessuna parte con te. Voglio sapere perche mi hai abbandonato?

X: Tua padre se ne era andato via, era scappato dopo pochi mesi ho scoperto di essere incinta di te. Non ero pronta ad averti, all'inizio volevo abortite ma era troppo tardi. Col tempo la mia pancia diventava sempre più grande e  avevo cominciato ad affezionarti a te. Il problema era che non potevo tenerti perchè in quel periodo avevo debiti,non avevo un posto sicuro. Non avevi un futuro garantito. Ricordo dopo qualche giorno dalla tua nascita mi era difficile allontanarti a te. Ma lo dovevo fare per il tuo bene, ti avevo lasciato personalmente ad un orfanotrofio, venivo sempre a trovarti, ti tenevo in braccio. Vederti colmava il vuoto che sentivo, finche un giorno mi dissero che non c'eri che ti avevano addottata. Per la privacy, non volevano dirmi chi ti aveva presa, ma dopo varie suppliche me lo dissero. Venivo qua ad osservarti, ti seguivo quando andavi a scuola o eri in giro con i tuoi amici. Non ti ho mai abbandonato per davvero figlia mia.

IO: Adesso puoi andare, non sono abbastanza forte per poterti riabbraciare. Forse un giorno ci riuscirò ma ora no. 

X: Ti aspetterò prenditi tutto il tempo che vuoi.Ciao.

IO:Papà tu non dici niente? Tranquilli forse un giorno riuscirò a perdonarvi, ma non è oggi.

PAP: Ti vogliamo bene.

IO: Questo lo so, io vado a dormire da Marco.

PAP: Non dovresti dirci qualcosa.

IO: Voi aspettato quindici anni per dirmi che non sono vostra figlia. 

A casa di Marco

MARC: Non sei stata troppo cattiva?

IO: Adesso sono io quella cattiva, loro cosa hanno fatto?

MARC: Basta pensare a loro pensiamo a noi. Siamo a casa da soli.

Mi prende per i fianchi e comincia a baciarmi con foga,poi chiede il consenso della lingua e io glielo do. Passiamo la serata a farci carezze e coccole. Credo di avergli lasciato un succhiotto. Almeno sanno che è di proprietà privata. Finiamo per addormentarci.



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