Capitolo 2

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Gambit non ci sa fare coi bambini. Alex non ne parliamo. Il professore invece...
Con una pallottola che le aveva perforato il polmone e la stava facendo morire dissanguata, il primo pensiero di Nora andava a Sarah, a chi si sarebbe preso cura di lei quando sarebbe morta.
Non era un'ingenua, quel genere di ferita era mortale. E lei non aveva il fattore rigenerante come Logan. Respirava a fatica, il dolore era insopportabile. Era sopravvissuta agli esperimenti di Arma X per morire lì! Dio aveva un perverso senso dell'umorismo.
" Ehi Nora. Non ci provare, non morirai qui. Se qualcuno deve morire, sono io."
Tony aveva il viso ricoperto di graffi e cercava freneticamente di digitare un numero sul telefono.
Stava cercando di salvarla. In realtà voleva salvare entrambi, ma Nora vedeva qualcosa...qualcosa che nessuno avrebbe mai detto che uno come Tony Stark potesse provare...era preoccupazione.
" Tony..."
" Dannazione, mi tremano le mani!"
" Tony!"
" Nora, te l'ho detto. Non morirai qui. Sto chiamando il colonnello Rhodes e..."
" Tony...sii realista. Guarda...la mia ferita."
Il miliardario si rifiuto di farlo, quasi volesse ignorare la verità.
'' Tony...devo dirti..."
" Non parlare. Cerca di ..."
" Sto morendo! Posso fare...quello che voglio! Ascoltami attentamente... ti ho mentito."
" Cosa ?"
'' Sarah...è tua figlia. Io...non volevo dirtelo...sapevo dei problemi con tuo padre...e ammetto che non mi fidavo di far avvicinare...un alcolista a mia figlia..."
" E tu questo come lo sai?"
" Non c'è tempo! Di al professor Xavier..."
Una bomba cadde accanto a loro. Aveva il logo delle Stark Industries. Quella fu l'ultima cosa che vide, insieme all'espressione di puro terrore di Tony Stark.

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Dopo la bomba, per Tony ci fu un'alternarsi di dolore e rari momenti di lucidità.
Ripensava alle ultime parole di Nora Ho mentito, Sarah è tua figlia.
Figlia. Aveva una figlia. Una bambina rimasta orfana a causa sua, Nora era stata uccisa da una sua arma. E conoscendosi non era neppure sorpreso che non gliel'avesse voluto dire. A stento sapeva prendersi cura di sé stesso, figuriamoci di un bambino.
Era vivo solo perché i terroristi volevano che costruisse un missile Jericho per loro.
Rifiutò, lo torturatorono, rifiutò ancora, continuarono a torturarlo fino a quando non cedette e disse si.

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Quando Tony aprì gli occhi si ritrovò nel giardino della Stark Mansion, seduto sotto il gazebo che la madre aveva voluto per ricevere gli amici più intimi, quelli che Howard non approvava perché socialmente inferiori.
Di fronte a lui c'era un uomo calvo in carrozzella, che gli sorrideva affabile.
" Lei chi è?"
" Professor Charles Xavier, è un piacere conoscerla signor Stark. Nora aveva ragione, ha una mente complessa. Mi è risultato molto difficile raggiungerla. "
L'uomo versò del liquido
" Tutto questo sta accadendo dentro la mia testa? È tutto un sogno causato dell'etere?"
" Certo che sta accadendo dentro la sua testa, signor Stark! Dovrebbe voler dire che non è vero? Ha mai sentito parlare dei telepati?"
" Mutanti giusto?"
" Come Nora. "
Alla menzione di Nora, Tony arricciò il labbro. Qualsiasi domanda del tipo in che senso era una mutante? passò in secondo piano. Non era importante, non quando sapeva che sarebbe dovuto morire lui, non lei.
Nora aveva qualcuno da cui tornare, che aveva bisogno di lei e..
Un momento...Sarah!
" Sarah...ora che la madre è morta..."
" Sta con me - lo rassicurò il professore - È diventata la mascotte dell'Istituto. Jubilee la fa dormire in camera sua da quando ha le coliche, Scott ed Emma la fanno giocare con Megan e Logan ha preso molto seriamente il suo ruolo di padrino. "
" Le avete dato una famiglia. Io gliel'ho tolta."
" Signor Stark, la morte di Nora non è colpa sua."
" È stata uccisa da una delle mie armi. Fisicamente non sono stato io, ma ho creato l'arma che l'ha fatto. "
" Lei vuole morire - quella era un'affermazione, non una domanda- E al tempo stesso vuole fuggire e tornare in America per scoprire chi sta vendendo sotto banco le sue armi. È un uomo pieno di contraddizioni."
'' E lei è il mio psicoterapeuta?"
" No, sono solo un uomo che è venuto a farle visita nella sua mente."
'' Era sarcasmo?"
" Lei che crede?"
" Credo che dovrò dire a Yinsen di non darmi più l'etere per farmi dormire. "
" Sa benissimo che questo non è frutto di un'allucinazione."
" Sono abbastanza incasinato per sognare di tornare nel luogo preferito di mia madre."
" Ho pensato che in un ambiente ostile non avrebbe voluto parlare."
" Beh, abbiamo parlato. Se ha finito..."
" In realtà ho appena iniziato, Signor Stark. Ora che Nora è morta, Sarah ha solo lei."
" No no no- protestò Tony - Lei ha un intero istituto che l'adora. Ha zii e zie lì. Io posso essere il padre, ma non sono il suo papà. E mi creda la differenza c'è. "
" Signor Stark sono il primo ad aver nutrito dei dubbi su di lei. Non per le notizie sui giornali, ma per quanto mi ha raccontato Nora. Ma Lucas mi ha detto delle cose che mi hanno fatto riflettere. Non poteva farlo, sia chiaro, non è un bene rivelare troppi dettagli sul futuro, ma lo ha ritenuto necessario per salvaguardare il futuro di Sarah...e il vostro, signor Stark. "
" Il mio?"
" Non posso rivelarle altro, anche se mi piacerebbe. Tuttavia c'è una cosa che posso fare..."
L'ambiente cambio, e si trovarono in un corridoio deserto, di fronte ad una porta su cui c'era scritto Stanza di Jubilee: state alla larga.
" Perché mi ha portato qui?"
" Per farle vedere Sarah."
" Assolutamente no."
" Lei non è come suo padre. È meglio di lui."
" In media non sarebbero d'accordo - commentò Tony - Non so cosa cosa voglia da me, ma le assicuro che cercare di farmi vedere la figlia di Nora è una pessima idea."
" Non cerco di farle fare niente, signor Stark. La decisione è solo sua. Io posso solo darle dei suggerimenti. "
" Non sprechi fiato, non aprirò quella porta."
" Non sarei tanto precipitoso nel decidere. Prenda il suo tempo e rifletta. Dall'altra parte c'è sua figlia. Che le piaccia o no, c'è un legame tra voi. "
Al diavolo, lui non voleva essere padre. Nora aveva ragione a non volerlo farglielo sapere, perché il professore non se ne rendeva conto? Era uno stronzo autodistruttivo, incapace di prendersi cura di sé stesso. C'erano tante ragioni per non aprire quella porta...
Allora perché si ritrovò con la mano sulla maniglia?



Note
1. Nel futuro alternativo narrato nella miniserie X-Men: The End Scott ed Emma si sono sposati ed hanno avuto ben quattro figli: Megan, Alex e due gemelle, tutti dotati di notevoli poteri mutanti. Gli avvenimenti del Mcu si mischiano con questa saga solo per alcuni elementi narrativi.

2. Il vero nome di Alfiere è Lucas Bishop.

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