Persa tra le strade di una città che non conosco,
smarrita in una terra di sogno nella quale cerco rifugio,
vagando senza meta disorientata in un labirinto di pietre,
“eccola –direbbero- la blasfemia dei poeti”.
Uno spettro condannato,
un’anima in pena in bilico tra inferno e paradiso,
un fantasma che si trascina dietro le catene:
è questa la definizione di un amante o di un poeta?
La notte fredda era il momento favorito,
il giorno che la seguiva a stento lo si riconosceva,
il mezzogiorno faceva da martirio,
la sera quietava le menti di chi nascosto si creava l’immortalità.
Quanto inchiostro versato,
quante pagine volate nel vento,
quante lacrime mi hanno affogato,
quante volte ho rifatto quel letto.
Un artificio della natura,
uno strazio che prende nel sonno,
amore e psiche che danzano felici
mentre eros e lussuria si dilettano a giocare con le anime.
Il rumore dei passi e il suono del vento mi sfiorano il timpano,
il tragitto prosegue in avanti,
la mente resta indietro,
l’anima lacerata si divide tra dolore e desiderio.
Fantasia artificiosa,
immaginazione irrefrenabile,
trasfigurata realtà,
maledetta virtù profana.
Cupido, dio degli amori,
errando tra lo spazio ed il tempo a te sconosciuti
trafiggi i cuori con dardi e frecce,
mischiando nel sangue il tuo elisir fatale.
Per quale merito o per quale colpa ci punisci, Cupido?
Il sollievo del tuo filtro è alla pari doloroso come il tuo castigo?
Per te è un gioco e un godimento,
per gli altri una sorte e un sogno senza senso.
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Lettere a un fantasma
PoetryRicordi, forse vissuti, forse sognati. Pensieri lontani e ancora molto vicini. L'inizio di una storia che non vedrà la fine. La memoria di due cuori lontani nel tempo ma legati da corde d'inchiostro. Due anime separate dalle epoche e unite dal pot...