Hearts

40 5 0
                                    

<< Perché il mio papà non viene mai a trovarmi? >> chiese la bambina con fare innocente, guardando i due adulti davanti a lei con i suoi grandi occhioni azzurri.
Hermione non riuscì ad evitare di abbassare lo sguardo, mentre un macigno enorme le attanagliava lo stomaco.
<< Perché lui è molto lontano, tesoro mio. >> le rispose la donna, rivolgendole un sorriso triste.
<< È lontano perché salva le persone buone dai brutti mostri cattivi? Come il principe Philippe? >> insistette ancora Rose, pensando alla storia che zia Ginny le aveva letto la sera precedente.
<< Una specie, quindi sta tranquilla >> concluse la Granger, scostando una ciocca dei lunghi capelli biondi alla sua piccolina.
<< Allora, finché non torna, puoi essere tu il mio papà Harry? >> sorrise malandrina la principessina di casa, rivolgendosi all'uomo rimasto in silenzio per non intromettersi.
Il Salvatore del Mondo Magico fece una risata, prima di sistemarle le coperte e darle un bacio sulla fronte.
<< Certo che , ora dormi streghetta >>
E mentre i due adulti lasciavano la stanza, Rose chiudeva gli occhi, immaginando il cavaliere biondo dalla lucente armatura che vegliava su di lei.

Rose Granger, ormai cresciuta, sapeva bene che quella dell'eroe era una fantasia molto più che superata. Eppure, seduta in biblioteca con la foto di Draco tra le mani, non riusciva a smettere di pensarci. Quante volte da piccola aveva aspettato, la notte di Natale, che quel misterioso uomo così simile a lei suonasse alla porta?
Ancora, non riusciva a staccare lo sguardo da quella piccola foto. Immobile, scattata con una macchina babbana.
Scorpius era la fotocopia del padre, del loro padre.
<< Sogni ad occhi aperti, Granger? >> le chiese Andrew, facendola sobbalzare.
Non si era accorta che, da quando era seduta lì, Andrew era rimasto incantato a guardarla, poggiato alla parete adiacente.
Non riusciva a togliersi dalla testa quella ragazza, e la cosa lo terrorizzava.
Non sapeva neppure da dove partisse una vera frequentazione, e se l'avesse ferita con i suoi stupidi modi di fare? Non se lo sarebbe mai perdonato.
Non lei, la sua migliore amica.
Rose sorrise e ripose la foto nel libro di Incantesimi, prima di voltarsi verso di lui.
C'era qualcosa di diverso, e guardandolo meglio notò gli occhi leggermente arrossati.
Immediatamente, aveva capito che qualcosa non andava.
Rose sapeva leggerlo in un modo in cui nessun altro riusciva, allo stesso modo in cui lui avrebbe voluto capire lei. Ma era troppo enigmatica e schiva, per riuscirci.
<< Mia madre, mi ha scritto dicendo che verrà a Natale >> fece lui, fingendo nochalance.
Pansy Parkinson aveva abbandonato la sua famiglia prima ancora che Andrew iniziasse a parlare.
Era troppo giovane per rinchiudersi in casa con un uomo che non sopportava e un bambino che non aveva mai voluto avere, queste le sue parole.
Così usava il fondo di Blaise per viaggiare, sperperando il denaro in hotel di lusso, ristoranti all'ultimo grido e shopping sfrenato.
Raramente ricordava di avere ancora una famiglia, e l'ultima volta in cui il giovane Zabini l'aveva vista era stata tre anni prima, al funerale di nonno Parkinson.
Odiava vederla, vedere il modo ipocrita con cui lo abbracciava e cercava di passare per madre amorevole.
<< Mi dispiace Andrew... >> fece la ragazza, alzandosi di scatto e sedendosi in braccio a lui.
Il giovane Zabini le carezzò piano il viso, prima di baciarla.
E in quel momento, fu come se il mondo si fosse raddrizzato e i problemi fossero spariti.
Esistevano solo loro, giovani e sempre più innamorati, sebbene cercassero di negarlo persino a sé stessi.



Please, love me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora