Ottobre era arrivato.
Il cielo iniziava a dipingersi sempre più spesso di quella tonalità opaca, né azzurra né grigia, tanto fredda quanto malinconica. Un vento man mano più impetuoso, accompagnato da una pioggerella lieve e gelida, scandiva il passaggio delle giornate, uggiose e monotone per tutti.
Il Castello di Hogwarts, stranamente tranquillo, ospitava alunni e professori, ambedue persi nei loro pensieri, tipici di quelle tristi condizioni climatiche.
Teddy Lupin odiava l'autunno: non era né carne né pesce, né bianco né nero, solo un cupo e indistinto grigio come quello che avvolgeva la sua vita.
Quel pomeriggio se ne stava seduto in Sala Comune, accanto al fuoco scoppiettante acceso nel caminetto, immerso nella lettura di un vecchio libro polveroso trovato a Grimmauld Place, la casa di Harry. Adorava passare il tempo a casa del suo padrino: quando sfiorava quegli oggetti misteriosi e i mobili polverosi gli sembrava quasi di avere Remus accanto a sè, così come gli abbracci di nonna Andromeda e le risate di nonno Ted lo inebriavano della presenza di sua madre, Ninfadora. Non sentiva la mancanza dei suoi genitori, del resto non poteva dire di averli mai conosciuti, ma spesso si chiedeva come sarebbe stata la sua vita se loro fossero stati vivi. E quando si perdeva in quei pensieri, pensava nessuno fosse in grado di capirlo.
Neppure Harry.
Lui era il Prescelto, aveva avuto uno scopo. Teddy invece era solo un comune ragazzo, definito strambo dai più, ma perennemente invisibile.
La sua lettura fu bruscamente interrotta dall' arrivo di James, Hugo ed Alice che come al solito battibecchavano su poi chissà cosa.
<< James Sirius Potter, giuro su Godric Grifondoro che se non la pianti con queste cretinate ti crucio! >> stava sbottando Alice, col volto arrossato e le mani sui fianchi.
James, di tutta risposta le mandò un bacio con la mano per poi correre a sedersi accanto al fuoco.
Lei alzò gli occhi al cielo, emettendo un piccolo urletto strozzato, per poi dirigersi di corsa verso il dormitorio femminile.
<< Cosa diamine è successo? >> fece il giovane Lupin, rivolto ad Hugo, quando quest'ultimo prese posto accanto a lui.
<< Non ne ho la più pallida idea... >> rispose il piccolo Weasley, scuotendo le spalle.
I tre stavano tornando alla Torre di Grifondoro, quando si erano imbattuti in Rose ed Andrew, mano nella mano.
James aveva fatto uno dei suoi soliti commenti ed Alice aveva dato di matto, senza un apparente motivo. Non poteva sapere che la frase di James "Guarda guarda, almeno qualcuno è riuscito ad ammettere di provare qualcosa per il suo migliore amico" fosse stata una frecciatina alla Paciock e che lui stesso fosse il soggetto di quel battibecco.
<< Nulla, nulla... Comunque, non riesco a credere che finalmente Rose e Zabini si siano messi insieme >> cambiò subito argomento il giovane Potter, già stanco di parlare di Alice. Lui stava solo scherzando, se lei voleva fare l'acida schizofrenica non lo riguardava minimamente. E poi, era davvero contento per Rose. Meritava di essere felice, ed era piuttosto sicuro che Andrew Zabini la rendesse tale.
A quelle parole, però, il cuore di Teddy perse un battito, prima di riprendere il suo solito ritmo.
La persona che amava non sarebbe mai stata sua, e questa consapevolezza bruciava più di un taglio nel sale.
Ma, nonostante ciò, non avrebbe mai impedito alla sua Rose di godersi quel grande amore.Hermione, seduta sul suo letto, non riusciva a fare a meno di sfogliare le pagine di quel suo vecchio diario. La sua adolescenza era chiusa lì, tra quelle pagine, e il solo sfiorare la carta ingiallita dal tempo le scaldava il cuore.
C'erano i momenti con Harry e Ron, le supposizioni sui misteri che avevano dovuto affrontare, c'erano le emozioni che aveva provato.
Per Ron, il suo primo amore.
Per Victor, il primo che l'aveva vista sotto un punto diverso dalla classica secchiona.
Per Draco, colui che aveva preso il suo cuore e mai gliel'aveva restituito...6 Settembre 1996 - Hogwarts
La tavola di Grifondoro era caotica come sempre, anche se la mancanza dei gemelli Weasley si faceva sentire.
I Tiri Vispi Weasley erano però decollati, e questo lo si poteva dedurre dalla quantità di prodotti da lì provenienti che riempivano i bauli di moltissimi studenti.
Hermione ricordava quando, poco più di una stettimana prima, era andata ad acquistare l'occorrente per il sesto anno e il negozio risultava essere l'unico spiraglio di luce in una Diagon Alley invasa dall'oscurità.
Coperta dalla presenza di Lord Voldemort.
Attraversata dall'ombra della morte.
Hermione non aveva potuto fare a meno che complimentarsi mentalmente con Harry per la scelta di donare il denaro ai gemelli per avviare l'attività, cosa che il ragazzo ancora nascondeva.
Tutti avevano bisogno di sentirsi al sicuro, anche solo per un fugace momento.
Il suo sguardo corse verso l'amico, trovandolo intento a spostare distrattamente il suo cibo, senza però toccarne un solo boccone. I suoi occhi verdi erano sepolti dentro enormi cerchi neri, simbolo delle sue notti insonni. Sembrava tornare nella Sala solo quando, alzando lo sguardo, trovava la giovane Weasley intenta ad amoreggiare spudoratamente con il suo fidanzato.
Hermione aveva deciso di non intromettersi: era sicura Harry stesse sviluppando dei sentimenti per Ginny, ma sarebbe stato lui a parlargliene al momento opportuno.
Non poté fare a meno di lanciare un'occhiata verso Ron, impegnato in un'accesa discussione sul Quidditch con Seamus.
Quell'estate l'aveva capito.
Aveva capito il perché dell'elettricità che le scorreva nelle vene ogni volta che sfiorava la mano del rosso.
Aveva capito perché le sue parole la ferivano o innervosivano più di quelle di chiunque altro e perché ogni volta lui sbagliasse nei suoi confronti, non riusciva a restare arrabbiata a lungo. Si era presa una grande e bella cotta per Ronald Weasley.
Solo ammetterlo nella sua testa, donava alle sue guance una sfumatura porpora che mai aveva pensato potesse appartenerle.
Non aveva mai pensato al trovarsi un ragazzo (tranne, le costava ammetterlo, con la parentesi Krum) o a qualunque altra cosa non fosse lo studio, eppure il suo cuore aveva deciso, irrimediabilmente, di legarsi alla persona più improbabile.
Lo sguardo continuò a vagare per la Sala, cercando di discostare i suoi pensieri.
Anche al tavolo di Serpeverde l'atmosfera pareva quella di sempre, eppure le sembrava quasi che un'aura più oscura calasse sugli studenti. Ma probabilmente era solo la sua immaginazione.
Draco Malfoy stava con lo sguardo basso, spostando distrattamente il cibo dal piatto.
Proprio come Harry, anche Malfoy doveva avere dei pensieri ad occupargli la mente, ma Hermione sospettava i suoi fossero di natura ben diversa.
Blaise Zabini sedeva al lato opposto del tavolo, anche lui pensieroso. Quando il suo sguardo incontrò quello della Grifondoro le sorrise, strizzandole un'occhio.
Hermione ricambiò amichevolmente, per poi tornare a concentrarsi sul cibo.
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Please, love me.
FanfictionDALLA STORIA: Perché Harry aveva capito cosa fosse accaduto non appena era entrata nella stanza col volto rigato di lacrime. Aveva capito tutto non appena la ragazza gli aveva buttato le braccia al collo e aveva pianto appoggiandosi sul suo petto, c...