Alice aveva sempre amato l'Erbologia. Le piaceva essere a contatto con il terreno, osservare tutte le bellezze magiche che era in grado di donare e scoprire la precisa funzione di ciascuna di esse.
Eppure quel giorno, non riusciva a concentrarsi e neppure lei ne capiva il motivo. Quella era decisamente una giornata no.
Sospirò e si affrettò ad annaffiare quello strano fiore azzurrognolo innanzi a lei, di cui non aveva nemmeno ascoltato il nome.
Al contatto con l'acqua, esso si spalancò, mostrando delle voraci fauci e tentando di attaccarla. Riuscì a malapena a gridare, prima che suo padre lanciasse un incantesimo, riportando il fiore nello stato dormiente.
<< Alice, avevo appena detto che non andava innaffiata. A cosa stavi pensando? >> la rimproverò Neville Paciock, facendole abbassare il viso arrossato dall'imbarazzo.
Non era la prima volta che veniva rimproverata durante una lezione di suo padre, ma era la prima volta in cui la colpa era unicamente sua. Solitamente era James a distrarla e a farle i dispetti, ma stavolta non poteva incolparlo di nulla visto che era abbastanza distante da lei, seduto accanto ad Hugo.
<< Mi scusi, professor Paciock >> sussurrò lei, alzando nuovamente lo sguardo.
<< In ogni caso, dieci punti in meno a Grifondoro >> fece lui, tornando poi a prestare la sua attenzione altrove. Non era da sua figlia distrarsi durante la sua lezione e gli dispiaceva togliere punti alla sua Casa, ma non poteva fare favoreggiamenti, nè lasciar pensare agli altri studenti che ne facesse.La lezione terminò poco dopo, e James ed Hugo le si affiancarono mentre si recavano a lezione di Difesa.
<< Stai bene? >> le chiese il rosso, osservandola curioso.
Alice fece per rispondere, quando sentì il braccio di James stringerla per le spalle.
<< Si, sta bene. Ed io sono molto fiero di te, Paciock. Per la prima volta, non sei stata un'insopportabile so-tutto-io. Potrei piangere >> la prese in giro, scompigliandole i capelli. Sapeva che si sarebbe probabilmente sentita in colpa per aver fatto perdere dei punti a Grifondoro, era fatta così, e tentò di buttarla sul ridere.
<< Io non faccio la so-tutto-io, sei tu che sei un asino >> borbottò lei, sfuggendo dalla sua presa e fingendosi infastidita dalle sue parole.
James la osservò per qualche secondo per capire se si fosse davvero offesa, ma quando lei gli fece una linguaccia scosse la testa.
<< Non ho voglia di andare a lezione >> disse Hugo, nascondendo uno sbadiglio. Suo cugino l'aveva tenuto sveglio tutta la notte e la mancanza di sonno iniziava a pesargli.
<< Non dirlo a me.. >> fece il ragazzo, al pensiero di passare un'ora con suo padre.
L'anno prima, l'ora di Difesa Contro le Arti Oscure era l'ora perfetta per i suoi scherzi contro quel vecchio rimbambito di Vladikavkaz.
Lui e suo cugino Fred erano imbattibili negli scherzi, e quando anche Hugo si univa a loro, ne usciva sempre qualcosa di esplosivo.
Ma ora il docente era suo padre e se non voleva una punizione eterna, sia fuori che dentro Hogwarts, doveva evitare di combinare casini.
<< E se andassimo da Hagrid? >> propose allora il giovane Potter, verso i suoi amici.
Anche lui, proprio come Harry alla sua età, adorava passare del tempo insieme al mezzo gigante, e sapeva per certo che quella mattina non aveva lezione.
Il giovane Weasley annuì entusiasta, ben lieto di aggregarsi a James.
<< Voi due siete folli. Se lo fate sappiate che non vi coprirò con tuo padre, James! >> tentò di dissuaderli Alice.
Era inconcepibile per lei voler deliberatamente saltare una lezione. E poi era Difesa Contro le Arti Oscure, una materia interessante, non Storia della Magia!
James la guardò con aria angelica, sbattendo le ciglia come un cerbiatto.
<< Ti preeeeeego >> cantilenò, sfoggiando un'espressione da cucciolo bastonato.
<< No, no, e no! >><< Dove sono James ed Hugo? >> chiese Harry Potter, dopo aver fatto l'appello. Gli sembrava di aver visto il figlio la mattina durante la colazione, ma non ne era sicuro.
<< Loro...si sono sentiti male dopo Erbologia...forse hanno mangiato troppo a colazione... >> mentì Alice, tentando di non balbettare. Era pessima come bugiarda.
Come prevedibile, si era lasciata convincere a mentire per quei due.
Si maledì per la sua capacità di resistenza pari a zero, ma sapeva bene di non poter dire mai di no a James. Quel ragazzo aveva una capacità impressionante di convincere chiunque a fare qualunque cosa, e quando questa sua dote non bastava riusciva ad essere talmente assillante e petulante, che per esasperazione veniva accontentato.
E poi, con lui c'era Hugo.
E per lui, Alice avrebbe mentito anche al Ministro della Magia.
Harry annuì poco convinto, ma decise di lasciar perdere. Anche lui non era stato uno studente diligente e, sebbene avesse avuto motivazioni più che valide con cui distrarsi, aveva deciso di non pressare suo figlio fino a quando non fosse stato necessario.
<< Bene, oggi parleremo dei Berretti Rossi. Qualcuno sa dirmi cosa sono? >> iniziò la lezione l'uomo, appoggiandosi alla cattedra e osservando i suoi studenti.
Prevedibilmente, solo una mano si sollevò: Alice Paciock.
Harry le fece un cenno con la mano, ad invitarla a conferire.
<< Sono creature simili ai Nani, dalla pelle olivastra e gli occhi rossi. Hanno una sorta di randello di ferro, che usano per ferire le loro prede e nutrirsi del loro sangue >>
Aveva letto di quelle creature dopo aver sentito Hagrid accennarle durante Cura delle Creature Magiche ( l'uomo, "stranamente", voleva possederne uno) e, complice il suo desiderio di conoscenza, si era messa ad informarsi.
<< Molto bene, signorina Paciock. 10 punti a Grifondoro >> sorrise lui, segretamente soddisfatto. Del resto era sempre un fiero Grifone e poi Alice gli ricordava spesso Hermione durante il periodo scolastico.
<< I Berretti Rossi popolano maggiormente località del Nord Europa. Dimorano soprattutto in luoghi che sono stati tristemente protagonisti passivi di battaglie, quindi in località nelle quali si hanno avuti grandi spargimenti di sangue. Si possono trovare soprattutto al confine tra Scozia ed Inghilterra in castelli in rovina che hanno assistito ad omicidi e uccisioni violente. In questi luoghi aspettano degli ignari viandanti per colpirli con il feroce randello fino a condurli ad una lenta morte. Imbevendo il cappello, che portano sulla loro testa, del sangue sparso pare che con esso ricarichino la loro energia vitale. Qualora il sangue presente sui loro cappelli si asciugasse queste creature, molto probabilmente, morirebbero.*>> spiegò lui, camminando per i banchi.
Alcuni studenti prendevano appunti, altri lo osservavano, ma si capiva benissimo che erano con la mente altrove.
<< Quindi sono stati anche ad Hogwarts? Dopo la Seconda Guerra Magica... >> chiese un ragazzino di Serpeverde, attirando l'attenzione di tutti.
Dall'inizio dell'anno ogni occasione era stata buona per chiedere dettagli sulla Guerra al famoso Harry Potter, e lui aveva sempre trovato il modo di evitare il discorso.
<< Sì, poi sono stati mandati via durante la ristrutturazione... Il che ci porta alla domanda...Come si sconfiggono i Berretti Rossi? >> eluse l'uomo, riportando l'attenzione sulla lezione.
Nuovamente, la figlia di Neville alzò la mano.
<< Sì, Alice? >>
<< Il metodo migliore per liberarsi di loro è l'utilizzo dell'incanto Stupeficium >>
Harry annuì.
<< Giusto. Altri dieci punti a Grifondoro. Bene, ora leggete a pagina 197 e, per la prossima volta, voglio una ricerca di almeno tre pergamene su queste creature. Alla prossima lezione parleremo dello Stupeficium >>.
Poco dopo la lezione terminò, e i ragazzi si affrettarono verso l'uscita.
<< Alice? >> la richiamò lui, facendola avvicinare
<< Dì a mio figlio e a Hugo che la prossima volta che saltano una lezione senza motivo, possono scordarsi di Hogsmeade per tutto l'anno scolastico >>
La ragazza annuì ed uscì fuori, lasciando Harry a ridacchiare tra sé: non avrebbe mai davvero punito James in quel modo per una simile sciocchezza, ma niente gli vietava di divertirsi a lasciarglielo credere.
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Please, love me.
FanfictionDALLA STORIA: Perché Harry aveva capito cosa fosse accaduto non appena era entrata nella stanza col volto rigato di lacrime. Aveva capito tutto non appena la ragazza gli aveva buttato le braccia al collo e aveva pianto appoggiandosi sul suo petto, c...