Back in time - Snake Vs Snake
Erano passate poco più di due ore da quando Draco Malfoy aveva fatto il suo ingresso nella stanza, e l'uomo non sembrava intenzionato ad uscirne nonostante le diverse sollecitazioni. Aveva il volto stanco, segno della notte insonne - l'ennesima - che aveva passato.
Se ne stava seduto, in quella stanza al San Mungo, con lo sguardo fisso su sua moglie.
I capelli color cenere ricadevano disordinati sul cuscino e le palpebre chiuse non lasciavano intravedere quegli occhi grigi che tanto l'avevano stregato: Astoria Greengrass, bella come lo era sempre stata, dormiva profondamente.
Un sonno da cui non si risvegliava da anni, un sonno da cui probabilmente non si sarebbe mai svegliata.
Ogni medimago, curatore, pozionista con cui aveva parlato, aveva consigliato a Draco di interrompere gli incantesimi che la tenevano in vita, ma lui non desisteva: aveva speranza, speranza che qualunque cosa ci fosse dall'altra parte, l'avrebbe salvata. Il senso di colpa per ciò che le era accaduto, gli attanagliava lo stomaco rendendogli a volte difficile persino respirare, sapeva sarebbe dovuto esserci lui in quel letto. Lo avrebbe meritato per tutto il male che aveva fatto, mentre lei... lei avrebbe meritato semplicemente una vita con un uomo migliore di ciò che era sempre stato.
Nuovamente la porta si aprì, ma non era la solita infermiera che gli intimava di uscire. Erano Blaise e Daphne, entrambi lì per lui.
La prima ad entrare nella stanza fu la bionda che, dopo aver passato una mano affettuosamente sulla spalla del giovane Malfoy, si avvicinò alla sorella minore e le baciò la fronte, prima di sedersi sul bordo del lettino. Anche Blaise si avvicinò, tenendo comunque una certa distanza dagli altri. Aveva avuto modo di conoscere e apprezzare Astoria negli anni in quanto sorella minore di una delle sue più care amiche, ma non aveva mai stretto alcun rapporto con la donna, visti soprattutto i suoi anni di lontananza da Draco e non voleva quindi intromettersi nel dolore dei suoi amici. Quando l'amico - poteva nuovamente definirlo tale? - gli aveva raccontato dell'incidente della moglie era rimasto senza parole, sia per la crudeltà del gesto, sia perchè nè Theo nè Daphne avevano fatto parola dell'accaduto in tutti quegli anni. Sapeva bene che in parte dipendeva anche da lui, dal suo essersi staccato definitivamente dai suoi vecchi compagni quando aveva allonatanato Draco diciassette anni prima.
Blaise Zabini ricordava le parole piene di rabbia che aveva urlato al giovane Malfoy, di come si fosse pentito non appena aveva notato l'ombra scura impossessarsi dello sguardo di quest'ultimo, di come Daphne lo aveva rimproverato amaramente per poi seguire Draco, e dello sguardo imparziale di Theo che non riusciva però a dissimulare una sorta di delusione verso l'amico.
Avevano fatto una promessa lui, Draco e Daphne, una promessa a cui arrivati ad Hogwarts aveva preso parte anche Theo: esserci sempre, l'uno per l'altro.
Una promessa a cui proprio lui, aveva voltato le spalle.
Per anni poi aveva finto di aver superato quella parte della sua vita, aveva finto di non cercare più il nome di Draco sui quotidiani, di non aspettarsi più l'amico alla porta di casa. Eppure non era così.
Incrociò lo sguardo dell'uomo, fiero come sempre, ma stanco e distrutto da ciò che aveva passato e non potè non sorridergli, come a dirgli che quella volta sarebbe rimasto lì, al suo fianco. E, nascondendo un sorrisetto divertito, non potè far a meno di pensare a come tutto fosse partito da un loro semplice litigio.
1 Settembre 1996 - Hogwarts Express
Il vagone in cui viaggiavano i ragazzi del sesto anno di Serpeverde era carico di un qualcosa che non era ben identificato da tutti i ragazzi dentro seduti.
Daphne ascoltava svogliatamente Pansy chiacchierare su un qualcosa che nemmeno ricordava, troppo presa nei suoi pensieri. I suoi genitori e quelli di Draco avevano deciso: i due ragazzi si sarebbero uniti in matrimonio. Lei e l'amico avevano concordato di mantenere il segreto coi loro compagni e che, soprattutto, il matrimonio non sarebbe avvenuto prima dei 20 anni. Il suo sguardo cadde sulla sua compagna di dormitorio, da sempre innamorata di Draco, e poi, su Theodore Nott: come avrebbe potutuo dichiararsi sapendo di essere destinata ad un altro uomo?
Anche Blaise Zabini era strano, uno sguardo quasi astioso che nascondeva però un velo di preoccupazione gli occupava il volto mentre di sottecchi osservava i suoi amici. Non comprendeva quella che per lui non era nient'altro che codardia, una giustificazione frivola sul prendere la strada più sbagliata che ci fosse.
Draco Malfoy, poi, sembrava un cadavere. Gli occhi vitrei e immobili, il viso più pallido del solito e quella giacca nera a proteggerlo, a nasconderlo dai suoi stessi amici. Solo Daphne sapeva, solo lei poteva capirlo.
E poi c'erano Theo e Pansy, gli unici che apparentemente vedevano in quel tragitto solo l'ordinario inizio di un anno che non aveva nulla di diverso dai precedenti. La Parkinson sembrava quasi infastidita dalla mancanza di attenzione degli amici sul racconto del viaggio estivo in Etiopia e avrebbe probabilmente richiamato l'attenzione su di sè, se dalla porta dello scompartimento non fossero entrati Vincent Tiger e Gregory Goyle.
Quei due, Daphne non li avrebbe mai sopportati: erano due bruti incredibilmente stupidi, idioti all'inverosimile e cafoni oltre l'immaginabile. Nessuno aveva mai stretto un rapporto con quei ragazzi, ad eccezione di Draco. Sia lei che Blaise sapevano che quello era un altro dei desideri di Lucius, tenere il figlio a stretto contatto con la prole dei suoi più stretti collaboratori e, a quanto aveva potuto intendere la ragazza, far in modo che fosse sempre controllato.
Il giovane Malfoy lanciò uno sguardo ai due e si alzò, decidendo che per la conversazione che avrebbero dovuto affrontare dovevano essere soli.
Una volta che il trio fu uscito dallo scompartimento, tutti i rumori cessarono.
Il comportamento di Draco non era normale, non verso di loro. Mai, in sei anni di scuola, il ragazzo aveva dovuto allontanarsi per parlare con quei due celebrolesi.
Lo sguardo di Blaise incontrò quello della sua migliore amica, ed ebbe la conferma a ciò che lo aveva tormentato quell'estate: Draco Lucius Malfoy aveva fatto la sua scelta, aveva deciso la sua fazione. A quel pensiero scattò in piedi, venendo subito afferrato per un braccio da Daphne.
<< Ti prego... >> lo supplicò l'amica, intuendo le sue intenzioni. Gli stava chiedendo di lasciar perdere, di non intromettersi in qualcosa che era più grande di tutti loro. Ma lui si sottrasse a quel tocco e senza dar spiegazioni andò in cerca di quei tre.
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Trovarli non gli risultò difficile, quindi entrò nel nuovo scompartimento lasciando la porta per metà aperta, senza sapere di aver concesso l'ingresso anche ad Harry Potter, nascosto sotto il suo mantello dell'invisibilità. Anche il ragazzo aveva bisogno di confermare i suoi sospetti a quei testoni di Ron ed Hermione, che probabilmente lo stavano prendendo per pazzo.
Draco intimò all'amico di chiudere bene la porta, per evitare che orecchie indiscrete udissero i loro discorsi.
<< Bene Malfoy, come hai detto tu. Vedrai che sarà un lavoretto coi fiocchi! >> ghignò Tiger, pregustando la ricompensa che gli sarebbe spettata.
<< E in cosa consisterebbe questo lavoretto Draco? Anzi, per chi stai svolgendo questo compito? >> chiese beffardo Blaise, incrociando le braccia al petto e guardando il ragazzo con rabbia.
<< Questi non sono affari tuoi, Zabini >> si intromise Goyle con nochalance.
Draco, dal canto suo, non sembrava esser intenzionato ad alzare lo sguardo. Blaise sapeva, lo aveva intuito, ma non avrebbe mai potuto capire.
<< Stai commettendo un errore Draco, lo sai. Qualunque cosa tu abbia in mente di fare, ripensaci. Non è questa la strada giusta e poi, cosa pensi di fare con Silente a scuola? >> continuò imperterrito il giovane con la pelle olivastra, non smettendo di cercare lo sguardo del compagno.
<< Silente è troppo vecchio e ottuso da accorgersi di noi, pensa a combattere la guerra là fuori e non sospetterebbe mai che dei suoi studenti siano invischiati in qualcosa di tanto losco >> fece il giovane Malfoy, rassicurando più se stesso che Zabini.
<< Silente non è l'unico ad interessarsi delle strane cose che avvengono ad Hogwarts >>
A quelle parole Draco si lasciò andare ad una grassa risata, tutt'altro che divertita.
<< Non dirmi che ti riferisci al Trio dei Miracoli? San Potter, la Mezzosangue e Lenticchia sono l'ultimo dei nostri problemi. Lo Sfregiato è troppo impegnato a salvarsi la pelle dal Signore Oscuro e quegli altri due lo sono a parargli il culo ogni volta... Non ti facevo così codardo, Blaise... >> lo provocò.
<< Ho abbastanza coraggio da scegliere da solo dove schierarmi >> fu la risposta secca del giovane Zabini.
Lo sguardo del biondo si riempì di cattiveria, fulminando il suo interlocutore.
<< Visto che ostenti questa tua dote una volta giunti al castello chiedi al Cappello Parlante di smistarti tra quegli insulsi Grifoni, invece di continuare a disonorare la casa di Salazar con il tuo istinto eroico e suicida >>
E, mentre Blaise lasciava lo scompartimento con una profonda delusione dipinta in volto, il viso di Draco iniziò a mostrare quel pentimento che non l'aveva mai caratterizzato, ma che gli dimostrava come aveva appena allontanato una delle poche persone amiche che aveva.
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Please, love me.
FanfictionDALLA STORIA: Perché Harry aveva capito cosa fosse accaduto non appena era entrata nella stanza col volto rigato di lacrime. Aveva capito tutto non appena la ragazza gli aveva buttato le braccia al collo e aveva pianto appoggiandosi sul suo petto, c...