Birthday morning

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Quella del 20 Settembre era una mattina ancora piacevolmente calda, e l'intero castello sembrava circondato da una nube di tranquillità.
Merito degli alunni ancora addormentati, o forse dei professori rilassati per una giornata senza lezioni.
Essendo però Hogwarts, la pace non poteva certo durare a lungo.
Ci pensò Hermione Granger, quella mattina, a rompere quel silenzio idilliaco creatosi.
Usando il camino del suo ufficio, riuscì a mettersi in contatto col suo migliore amico in men che non si dica.
<< Hermione, come mai già in ufficio? >> fece Harry Potter, coprendo uno sbadiglio con la mano.
<< Dovevo parlarti, ora. >>
La faccia scura di Hermione scosse l'uomo che subito drizzò la schiena, sentendo il sonno abbandonarlo velocemente.
<< Quando, di preciso, tu e Rose avevate intenzione di dirmi che il figlio di Draco frequenta Hogwarts? >>
Il tono di Hermione non aveva subito alcuna alterazione: era piatto, come se stesse descrivendo il cielo grigio di una giornata cupa e triste.
Ed Harry capì subito che stava per esplodere.
<< Ascoltami Herm... Rose mi ha chiesto di non dirti nulla. E sinceramente credo avesse ragione. Non c'è alcun motivo di arrabbiarti... >> cominciò Harry, rendendo le sue parole le gocce che fecero traboccare il vaso.
<< MA COSA DIAVOLO AVETE IN TESTA? DAVVERO CREDEVATE NON FOSSE IMPORTANTE FARMI SAPERE CHE LUI AVESSE UN FIGLIO? CHE ROSE HA UNA SOTTOSPECIE DI FRATELLO A SCUOLA CON SÉ? >>
Il Salvatore del Mondo Magico tacque, lasciando che la sua amica si sfogasse.
Dentro di sé, sapeva di aver sbagliato.
Ma come avrebbe potuto dirle che quell'essere schifoso che non aveva mai dimenticato l'aveva cancellata, rifacendosi una vita?
Rendendosi conto dello stato d'animo dell'uomo, la donna si zittì.
Capiva cosa aveva spinto le due persone a cui teneva di più a comportarsi in quel modo.
<< E Rose.. lei..? >>
<< Sta bene >> la tranquillizzò subito Harry, sorridendole dolcemente << All'inizio era sconvolta ovviamente, ma ora va tutto bene e... credo che semplicemente non sappia come comportarsi con lui >>
Hermione sorrise di rimando: sua figlia era forte e aveva un cuore immenso, poteva cavarsela anche senza di lei.
E sapere che Harry, colui che non l'aveva mai abbandonata, fosse un punto di riferimento anche per la sua Rose la riempiva di gioia.
<< Parlando di Rose... credi sia presto per scriverle? >> cambiò argomento la donna.
L'uomo sorrise, raccontando alla Granger ciò che stavano preparando.

Rose sentiva i raggi del sole attraversare il vetro, ma rifiutò di aprire gli occhi.
Aveva perso la cognizione del tempo e dello spazio, ma era abbastanza certa che quel giorno non ci fossero lezioni. Ergo: poteva restare a letto fino ad ora di pranzo.
Quando sentì dei rumori aprì di scatto gli occhi, già pronta ad incenerire Milah con uno sguardo, ma incontrò subito il verde luminoso di quelli di Harry.
<< Buon diciassettesimo compleanno, streghetta >> le disse l'uomo ridendo per la faccia sconvolta di lei che, dopo essersi ripresa, gli buttò le braccia al collo.
Quando si staccò dall'abbraccio, notò subito il vassoio con la colazione e un piccolo pacchetto di velluto nero.
Il Salvatore del Mondo Magico, notando lo sguardo della ragazza, lo prese per porgerglielo.
<< Spero ti piaccia... >>
All'interno c'era un semplice ciondolo di forma ottagonale di un verde intenso, luminoso.
Prendendolo in mano, non poté far a meno di notare il peso, eccessivo per un accessorio di quelle dimensioni.
<< È un vero smeraldo?! >> fece sconvolta, voltandosi verso Harry, che annuì.
<< Non posso accettarlo Harry, ti sarà costato un milione di galeoni >> continuò, venendo immediatamente zittita.
<< Certo che devi accettarlo, non voglio sentire scuse... Ora tieni, tua madre ti ha spedito questa lettera. Leggila, fai colazione e vestiti. Ti aspetto in Sala Grande fra mezz'ora >>
Le baciò la fronte e poi uscì dal dormitorio femminile di Serpeverde, noncurante delle milioni di regole della scuola che aveva appena infranto per fare gli auguri alla sua Rose.
La ragazza, rimasta sola, ripose subito il prezioso gioiello nel baule, per poi aprire la lettera mentre sgranocchiava i biscotti al cioccolato.

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