What u really feel (Part 1)

36 1 0
                                    

Hermione e Draco non riuscivano a guardarsi negli occhi.
Ansimavano, tentando invano che l'aria fredda di fine Novembre calmasse il battito incessante dei loro cuori feriti.
La donna alzò la testa di scatto, nonostante la paura di incrociare quegli occhi grigi che più di una volta l'avevano stregata. Gli occhi di Draco erano unici, nemmeno la sua Rose, tanto e forse troppo simile a lui, aveva ereditato quel colore indefinito e travolgente.
«Mi dispiace » gli sussurrò, tentando di non far notare che era sul punto di scoppiare nuovamente a piangere.
Lui la guardò in silenzio per quella che parve un'eternità, osservandola come se la vedesse per la prima volta.
Hermione non disse nulla, ma riuscì a percepire tutte le emozioni che frullavano nella testa del biondo: era spaventato, esattamente come lei, ma immaginava che le sue motivazioni fossero ben diverse. Era arrabbiato, e cercava di nasconderlo contraendo la sua mascella talmente forte da rendere ancor più spigolosi i suoi lineamenti. Ed era confuso, completamente confuso.
«Non...non devi scusarti Hermione, io...» le rispose, avvertendo la voce abbandonarlo.
Cosa poteva dirle?
Tutto nella sua testa vorticava furiosamente, rendendogli impossibile riordinare i pensieri.
«Io...lo capisco, davvero...non riesco neanche ad immaginare cosa hai provato da quando l'hai saputo...e tutta la situazione é stata un casino... Non ti do colpa di nulla» terminò, passandosi una mano tra i capelli e sospirando.
Gli sembrava che qualcuno avesse improvvisamente schiacciato il pulsante 'fast' sulla sua vita e che lui non potesse fare altro che starsene inerme a seguire i capricci del destino.
«Capirei se fossi arrabbiato, Draco. Ho sbagliato, non avrei dovuto farlo..» gli disse, avvicinandosi leggermente verso di lui.
«Sono io che devo scusarmi, Herm... Visto ciò che è successo..Tu hai agito senza pensare, e viste le circostanze credo sia naturale...sono io che ho sbagliato, ho sbagliato tutto..» la interruppe, alzando il braccio per carezzarle il viso, ma bloccandosi prima di farlo. Si sentiva uno schifo, ma doveva prendersi le sue responsabilità.
E pensò che la vita, a volte, non aspetta altro che l'occasione per metterti a tappeto.

Ottobre 1996 - Hogwarts
«Ci siamo capitisibilò Daphne, mettendo le mani sui fianchi e fulminandolo con lo sguardo.
«Sei una rottura di palle, Greengrass» le disse, alzando gli occhi al cielo ed incrociando le braccia come un bambino capriccioso.
Non riusciva a credere che la sua amica si fosse presentata in camera sua, avesse malamente cacciato tutti i suoi compagni di dormitorio e gli avesse fatto una paternale.
Era Draco Lucius Malfoy, mica poteva farsi mettere i piedi in testa così? Per Salazar!
«Questa rompi palle, come mi hai gentilmente descritta, sarà tua moglie tra una manciata d'anni e ti conviene iniziare a capire fin da ora chi comanderà a casa nostra, Malfoy. O giuro su Salazar Serpeverde e Merlino, che qualunque tortura il Signore Oscuro possa infliggerti ti sembrerà una piacevole vacanza in uno chalet di montagna».
A quelle parole, il biondo irrigidì le spalle.
Daphne sarebbe stata la signora Malfoy, l'aveva quasi rimosso.
A lui non dispiaceva, del resto sarebbe potuta andargli molto peggio: Daphne era bella, intelligente, educata come una vera Lady Purosangue ed era la sua migliore amica.
Certo, non l'amava e mai l'avrebbe fatto, ma l'amore non era mai rientrato nelle sue aspettative o nei suoi desideri.
Al contrario di lei, che invece sperava di trovare l'amore.
«D'accordo, futura Lady Malfoy. Lo farò, ma solo perché non ho intenzione di rivivere mai più una scenata simile»  borbottò, cercando di non far trapelare la menzogna che celava dietro le sue parole disinteressate.
La verità era che a Draco mancava Blaise, più di quanto sarebbe mai stato disposto ad ammetterlo. Gli mancava un amico con cui passare le lezioni e soprattutto le serate a bere di nascosto il Whisky e a parlare della popolazione femminile di Hogwarts o del Quidditch o di qualunque altra cosa.
Certo, aveva Theodore. Ma non era lo stesso. Theodore non riusciva a leggergli nella mente come faceva il giovane Zabini, pur senza Legilimanzia.
«Farò finta di crederci, Mister SonoTroppoFigoPerISentimenti. Ora vado a parlare con quell'altra serpe da strapazzo di Blaise e vediamo di finirla con questo dramma da squallida soap opera babbana!».
Poi sparì come un fulmine, lasciando il biondo a ridacchiare tra e . Non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma senza Daphne Greengrass non avrebbe mai potuto vivere.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 11, 2019 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Please, love me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora