The Hate

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Albus Severus e Scorpius erano gli unici ragazzi in Sala Comune.
L'intero Castello era a cena, ma i due avevano preferito rintanarsi in quelle poltrone smeraldo, mangiucchiando distrattamente alcune cose che Adam aveva portato loro, a studiare Pozioni.
Scorpius, con il mestiere di suo padre, era assolutamente fantastico in quella materia, ma era Albus la vera leggenda.
Insieme avevano fatto vincere, solo in quella materia, quasi 100 punti a Serpeverde e ne erano molto soddisfatti.
«I tuoi parenti non si preoccuperanno, non vedendoti a cena?» chiese il biondo all'amico, che in tutta risposta scrollò le spalle.
Sua sorella era sempre con le amiche, mentre suo fratello, Rose e gli altri parevano evitarlo come la peste. Quella situazione lo buttava estremamente giù, ma decise di tenere quei pensieri per se.
Scorpius avrebbe attribuito la colpa di ciò alla loro amicizia, e avrebbe passato la successiva ora a sentirsi male, quasi fosse la causa di ogni problema esistente.
Forse dipendeva davvero dal loro legame, ma in quel caso Albus non avrebbe potuto far nulla: voleva bene a Scorpius e nemmeno i suoi parenti avrebbero potuto cambiarlo.
Continuarono a studiare, rendendosi conto del tempo che passava solo grazie all'ingresso dei vari studenti.

Rose e Milah stavano tornando in Sala Comune, seguite a poca distanza da Victor, Andrew e Adam.
I tre parlavano, ovviamente, di Quidditch e le due ragazze li osservavano sconsolate.
Milah aveva il terrore di salire su una scopa, mentre Rose amava volare, ma non capiva che cosa ci fosse di bello nel tirarsi una Pluffa rischiando di venir ammazzati dai Bolidi. Era l'equivalente del calcio babbano, ma almeno lì non si rischiava di farsi male sul serio.
Milah pronunciò la parola d'ordine 'drugoso' ed il gruppo entrò nella stanza, trattenendo a stento una risata quando Victor inciampò nei suoi piedi e cadde, trascinandosi la Gold a peso morto.
«Amico, credo non sia la tecnica migliore per portarla a letto» ironizzò Andrew, facendo definitivamente scoppiare a ridere il gruppo che si ritrovò al centro dell'attenzione.
«Zabini, essere il ragazzo della mia migliore amica non mi impedirà di Cruciarti» lo minacciò in risposta Milah, guardandolo storno.
«Restiamo un po' in Sala Comune?» chiese Adam, buttandosi a peso morto sul divano appoggiato alla parete.
Tutti annuirono e, in quel preciso momento, i due primini più discussi di Hogwarts si avvicinarono a loro.
«Grazie ancora per i panini, Adam» fece Scorpius rivolto al cugino, mentre riponeva il pesante libro su cui aveva passato la serata sul tavolo.
«Il primo anno passa le serate a studiare e noi che abbiamo i M.A.G.O a malapena conosciamo l'argomento delle nostre lezioni? La vedo tragica..» borbottò Milah, battendosi una mano sulla fronte.
«Sono sicura che il cugino di Adam e Potter II sarebbero in grado di spiegarci le lezioni di Lumacorno, stando a quello che si dice in giro» commentò Victor seriamente impressionato, invitando poi i ragazzini ad unirsi a loro.
Gli occhi grigio-azzurri di Rose si scontrarono col verde pallido di quelli di Scorpius solo per un momento, facendola rabbrividire.
«In realtà mi sono appena ricordata di aver promesso a James di raggiungerlo »
Rose scattò in piedi, ricevendo uno sguardo comprensivo di Andrew ed uno accusatorio di Albus.
«Ora basta, mi spieghi per quale motivo te ne vai ogni volta che mi avvicino?» sbottò il bambino, perdendo la pazienza.
James a quell'ora era sicuramente ancora in giro per il Castello sotto il Mantello Dell'Invisibilità, a combinarne una delle sue insieme a Fred o Hugo.
«Non è affatto vero» tentò lei, abbassando lo sguardo.
Cosa diamine poteva dirgli?
'Non voglio star con voi perché il tuo migliore amico è il figlio di mio padre, che non sa di avermi come figlia perché è stato un fottutissimo stronzo con mia madre' ?
No, decisamente no.
«Si ch'è vero. É dal tuo compleanno che non mi hai rivolto più di due parole in croce e siamo a Novembre! Ogni volta che tu e James state insieme da qualche parte e mi avvicino vi zittite di colpo e poi tu scappi via neanche avessi visto la Morte»
«Adesso basta Al» esclamò una voce che, stranamente, non apparteneva né a Rose né ad Andrew.
Era stato il giovane Malfoy a parlare, poggiando delicatamente una mano sulla spalla dell'amico.
«É per me che non si avvicina a te. Il problema non sei tu, ma io.» fece, osservando la ragazza come a sfidarla a dire il contrario.
«Come, prego? » si intromise Adam Notte, lanciando alla ragazza un'occhiataccia.
«Stanne fuori, Adam» fece Andrew, fulminando l'amico con lo sguardo.
«Questa cosa riguarda anche me. Scorpius è mio cugino e non permetto che venga trattato così, soprattutto da chi si definisce mia amica» sibilò velenoso il biondino.
«Io sono d'accordo con lui, è il mio migliore amico e  non voglio rinunciare alla nostra amicizia perché tu e James avete chissà quale problema nei suoi confronti!» disse Albus, alzandosi in piedi.
In quel momento, era più simile ad Harry di quanto pensasse.
Rose rimase un attimo colpita: era quel tipo di discorso che ci si aspettava da James, con la sua boccaccia e il suo orgoglio Grifondoro, non dal sempre calmo e scaltro Albus.
«Non ti ho mai chiesto di rinunciare alla sua amicizia » sussurrò lei, evitando di alzare gli occhi e far notare le lacrime che li riempivano. Perché Malfoy non aveva potuto aspettare un altro anno per avere un figlio? Lei avrebbe lasciato Hogwarts e non sarebbe mai venuta a conoscenza di quel ragazzino.
«Però finché sarò suo amico, tu non mi parlerai più. Giusto?»
Il silenzio che avvolse la stanza sembrò anche raggelarla.
Se Albus era arrabbiato, Adam Nott era furioso.
Scorpius era zitto, ma con uno sguardo carico di odio e tristezza.
Rose era al limite, di lì a poco sarebbe scoppiata ed Andrew continuava a spostare lo sguardo tra lei ed Adam, non sapendo dalla parte di chi schierarsi. Avevano entrambi ragione, ma Adam non sapeva e non poteva capire.
E Milah e Victor se ne stavano in silenzio, confusi e incerti sul cosa dire, scambiandosi occhiate preoccupate.
«Quindi tutte le belle parole che mi hai detto erano una farsa?» ruppe il silenzio Scorpius, cercando di non far notare il tremolio nella sua voce.
Era abituato a sentirsi odiato, emarginato e giudicato, ma lei si era finta sua amica, aveva finto di essere dalla sua parte. E faceva male sentirsi traditi così, anche se da una persona che conosceva appena.
«Quando Leigh mi ha accusato quella volta a Colazione, perché sei venuta a cercarmi?» continuò, vedendo che non riceveva risposta.
«Perché non meritavi di essere trattato così, nessuno lo merita. Ma questo non significa che io debba necessariamente voler passare del tempo con te» disse lei, alzando lo sguardo.
Quegli occhi che la guardavano come se fosse stata un'assassina le fecero venire voglia di vomitare, ma non li evitò.
Voleva la verità?
Era quella.
Lei non voleva avere a che fare con Scorpius. Non voleva vedere se, oltre che fisicamente, le assomigliava nei modi di essere. Non voleva sapere di  lui, né di suo padre. Voleva solo fingere che non esistesse per l'intero anno e poi non vederlo mai più.
«Perché?» chiese Albus, alzando il tono di voce.
«PERCHÉ NON VOGLIO AVERE A CHE FARE CON UNA FAMIGLIA DI MANGIAMORTE, IN NESSUN MODO.» urlò esausta, scappando fuori dalla Sala e venendo immediatamente seguita da Andrew.
Scorpius raccolse i libri e poi sparì verso il dormitorio, infuriato e ferito.
Adam ed Albus si guardarono negli occhi e poi, sospirando, andarono dal giovane Malfoy. Lui non sarebbe rimasto solo, aveva loro.
«L'ho detto che quest'anno sarà tragico...» sussurrò Milah, causando a Victor un sorriso amaro.

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