Così.

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Mi preparo in fretta.
Qui a Milano non fa molto caldo,ho voglia di andare al Duomo,per vedere nuove facce,per non pensare alla sua.
Inizio a camminare e dopo 15 minuti arrivo in piazza.
C'è tantissima gente.
Inizio a muovermi tra la folla in cerca di una panchina o di un punto non esposto al sole.
Mi scontro con un ragazzo e mi cade il cellulare.
Io:PORCAPU***NA!
Mi alza il telefono da terra e me lo restituisce.
Ragazzo:Perdonami,ti prego.
Io:Si ma cazz0 stai più attento no?
ragazzo:Per farmi perdonare ti offro qualcosa,sei sola giusto?
Io:Si sono sola ma non accetto nulla,grazie.
ragazzo:Scusa non mi sono neanche presentato,piacere Pasquale.
Io:Piacere,Federica.
Gli stringo la mano e mi volto per andarmene,oggi non è giornata.
P:Allora?Vieni? *dice con un tono di voce un po' alto per farsi sentire*
Io:Nooo
P:A presto allora.
Ignoro.
Passo tutta la giornata in Duomo senza mangiare.
Sono le 4 e sto continuando a camminare,sono stanchissima,dopo un po' di tempo finalmente trovò un posto dove sedermi.
Messaggio da Marco
Non visualizzo subito,lo leggo dalla schermata di blocco.
M:Ci siamo lasciati.
Perché me l'ha detto?
Da un po' ho iniziato a pensare che non tutte le persone innamorate sono fidanzate e che non tutte le persone fidanzate sono innamorate,sembra quasi un gioco di parole,un gioco di vite.
Mi rialzo e continuo a camminare senza una meta,per poi accorgermi che ormai è tardi e devo tornare a casa.
Mi arriva un altro messaggia da lui:Sei a casa?
Come faccio ad essere a casa se la mia casa sei tu?Quindi no,non sono a casa,non lo sarò mai forse.
Visualizzo il messaggio e gli rispondo con un semplice "No."
Visualizza subito.
M:Dove sei?
Io:Sto tornando,ero andata a farmi un giro per pensare.
Per pensare?Pensare a lui forse.
M:A cosa pensavi?
ECCOCII.
Io:A tante cose,ora vado.
Blocco il telefono e lo metto nella tasca destra dei miei pantaloncini,prendo lo zaino che avevo sulle spalle e tirò fuori la felpa marroncina a righe della Nike e la indosso,fa un po' freddino anche se è estate.
Dopo 15 minuti arrivo a casa,sono quasi le 22.
Entro,saluto e vado in camera. I miei mi guardano con un espressione strana,ma li ignoro,sono troppo stanca.
La camera è aperta,strano.
Entro.
Non ci credo.
Non ora,non adesso,non lui.
È di spalle,non mi ha ancora sentita entrare ma lo riconosco da dietro,è inconfondibile,è semplicemente lui.
Faccio un lieve rumore con la porta per fargli capire che ci sono.
Si gira.
Mi guarda negli occhi.
Mi perdo nell'iride degli occhi più belli che abbia mai visto.
M:Hey *mi sorride e si intravedono le fossette sulle sue guance un po' umide,forse per le lacrime*
Io:Che ci fai qui?
M:Voglio parlarti no?
Io:No.
M:Non puoi mandarmi via così,i tuoi hanno detto che posso passare la nottata qui.
Io:Non so che dirti.
M:Infatti devi ascoltarmi.

Non mi appartieni \\Marco Leonardi\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora