CAPITOLO 28 [✅]

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Il mattino dopo mi svegliai di soprassalto per colpa di un urlo anomalo di Cleo. Un giorno o l'altro gliela farò pagare.
-Cosa!? Chi!? Sono sveglia!- urlai impanicata. Mi alzai di scatto, mentre il mio campo visivo si riempiva di puntini neri e il fiato si faceva corto per un improvviso conato di vomito. Deglutii e mi precipitai in salotto, da dove pensavo fosse giunto l'urlo. Ciò che mi si presentò davanti mi fece tirare un sospiro di sollievo: la mia migliore amica stava ridendo istericamente nel mezzo del salotto, mentre volteggiava con addosso... un vestito da sposa?
-Oh. Mio. Dio!- esclamai io, facendo fermare Cleo e saltandole addosso.
-Mia mamma mi ha mandato questo da Alderaan. Non è stupendo?- disse, ripetendo ancora la giravolta. Tra la gonna che si gonfiava e i capelli biondi di Cleo che si muovevano leggeri in aria, mi sembrò di star guardando una principessa alle prese con l'organizzazione di un
importante gala. Ridacchiai all'idea.
-E per l'Unitore? Non dirmi che avete risolto!- chiesi curiosa. Una lampadina, però, si accese nella mia folle mente: -E se chiedessi ad Anie di contattare la Regina Amidala? Sono certa che non sarebbe la prima volta che consacra un matrimonio...-
Ci fu un attimo di silenzio, quando finalmente Cleo parlò -Tu sei un genio! Come ho fatto a pensarci prima?-, mentre si portava una mano alla fronte, molto teatralmente. Scoppiai definitivamente a ridere, mentre sentivo un tassello della mia anima mettersi al suo posto. La tranquillità di quel momento era la chiave.
Solo poco dopo mi accorsi di essere ancora in pigiama e, ovviamente, in ritardo. Mi cambiai di fretta e non feci neppure colazione per colpa della voglia di vedere Anakin che mi si era riaccesa dentro, inspiegabilmente.
Arrivai con pochi minuti di ritardo, ma il Maestro di Storia Jedi non fece molte storie, per fortuna. Quella lezione fu particolarmente interessante: ci aveva parlato di un movimento Jedi, caduto solo di pochi decenni prima, che diffondeva l'idea che "la libertà è definita da ogni singolo individuo e non dalla società o sistema". La cosa che più mi piaceva dell'ora di Storia Jedi erano i dibattiti che venivano creati mano a mano che una questione si approfondiva. Filosofica o meno. Mi stavo così tanto interessando al discorso che non mi accorsi neanche che Anakin aveva aperto la porta dell'aula chiamando il mio nome. Aveva tutti i capelli spettinati e il fiato mozzato dalla corsa e forse dall'agitazione che gli si leggeva palese sul volto. Cercai i suoi occhi, mentre mi alzavo di scatto dalla sedia ignorando bellamente i richiami del Maestro. Gli corsi incontro chiedendogli spiegazioni. Sussurrò semplicemente: -Marija.-
Tutto quanto attorno a me si fermò, mentre cercavo di mantenere la calma di fronte a qualcosa che temevo sarebbe successo. Senza proferire parola, mi aggrappai alle spalle di Anakin, respirando affannosamente. Lui mi allontanò gentilmente, dicendomi che dovevamo raggiungerla in ospedale, da Obi-Wan. Attraversammo di corsa tutto il Tempio sotto gli sguardi curiosi di tutti. Una volta fuori ci dirigemmo al cridewalker diretti al centro maternità. Prima di partire, però, chiesi ad Anakin di tenermi una mano, cosa che fece per tutto il viaggio.
Arrivammo presto, il traffico a quell'ora era poco. Non appena fummo dentro, chiesi alla prima infermiera che mi era capitata della signora Solo. L'unica cosa che riuscii a collegare fu "Stanza 27", così senza neppure aspettare Anakin, attraversai di corsa il centro. Sentivo le urla di Marija spezzare la quiete e uno dei dottori che la invitava a tenere duro. Tutto ad un tratto una parte di me si sarebbe voluta fare piccola piccola, andare via, scappare da quel posto, da quelle urla; un'altra parte invece mi diceva di varcare quella porta, di andare da Marija e dirle che sarebbe andato tutto bene, che mi sarei presa cura di quel bambino...
Prendendo un respiro profondo, diedi ascolto alla mia seconda parte. Ignorai spudoratamente le lamentele dei dottori e mi sedetti su una sedia di fianco al letto di Marija, prendendole la mano. -Chris...- sussurrò sorridendo, tra un gemito e l'altro.
-Sono qui, andrà tutto bene...- le risposi, trattenendo le lacrime. A spezzare quel momento ci pensò il dottore che, con sicurezza, chiese a Marija un ultimo sforzo, che il peggio era passato. Per me è appena iniziato. Vidi solo il viso di Marija contrarsi e la sua bocca che animava un urlo, ma non sentivo nessun suono. Poi, la vidi girarsi verso di me e mimarmi un "grazie", mentre cercava di non chiudere gli occhi. La sua voce mi riportò alla realtà, quando le fecero vedere il bambino. -Mio... Mio piccolo Han... Ti voglio bene.- sussurrò, prima di chiudere gli occhi. Solo in quel momento mi accorsi di star piangendo. -Marija...- dissi, stringendole ancora più forte la mano. -Marija! Devi resistere!- dissi più forte, osservando il battito cardiaco che si stava fermando sullo schermo. Quel suono sordo mi riportò bruscamente alla realtà. È morta di fronte a te, non puoi farci nulla.
Quella vocina dentro la mia testa mi stava facendo dare di matto, quindi uscii rabbiosa dalla porta senza voltarmi indietro. Una volta fuori liberai anche i singhiozzi, nascondendomi il viso tra le mani. Poi mi sentii avvolta da due forti braccia: Obi-Wan. Ricambiai l'abbraccio, sentendo il vuoto dentro di me farsi insopportabile. Mi allontanai per guardarlo negli occhi, che cercavano i miei, arrossati e gonfi. Ora mi sarei dovuta prendere cura di un bambino non mio, che mi avrebbe sempre ricordato la donna forte che avevo perso, inevitabilmente. Sprofondare nel dolore sarebbe stato così facile in quel momento, ma avrebbe lasciato la strada spianata alla mia parte più oscura. -Il... Il bambino...- riuscii a sussurrare. -Dovrò prendermene cura.-
Lasciai le parole a mezz'aria, fino a che Obi-Wan prese un bel respiro, rispondendomi con la voce rotta: -Sapevo già tutto, Christie. Ho contattato una famiglia Corelliana che si prenderà cura del piccolo...-
-Han.- risposi, sorridendo mestamente. Mi dispiaceva tradire la promessa fatta a Marija pochi mesi prima, ma date le circostanze c'era poco da fare. -Non ti preoccupare, rimarremo tutti in contatto in modo da vederlo crescere, ok?-
-Ok.-
Successivamente informammo anche Anakin di tutto quanto. Anche lui aveva gli occhi velati da lacrime di tristezza, ma si ergeva sicuro e coraggioso. Avevo bisogno che si comportasse così, perché se anche lui fosse crollato io non avrei avuto le forze per rimetterlo in piedi.
Stanchi e disperati, tornammo a casa mia. Durante il viaggio in cridewalker, chiesi a Cleo di lasciarci l'appartamento libero per il resto della giornata e della notte, che il motivo era una storia lunga. Provai a distrarmi guardando Anakin, ripassando a memoria quel volto che così tanto amavo, quei suoi occhi splendenti ora annacquati, quelle labbra rosee ora tagliate dai morsi che si era inflitto per l'agitazione, la linea della mascella ora contratta per lo sforzo di non piangere. Gli presi una mano appoggiata su uno dei comandi del cridewalker, appoggiando la testa al sedile e respirando sempre più piano, fino a trovare un momento di pace.

Spazio autrice:
Ancora due/tre capitoli e ci siamoooo!
Quanti sono pronti anche per l'ASK?

Our Wrong Choices ∆ Anakin Skywalker (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora