4. Hurting feelings

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 La voce di Gemma risuonava così profondamente lontana.
Come se fosse distante da me cento metri.
Aprii gli occhi a fatica.
- Ehi, ti senti meglio? - domandò, sorridente.
La testa mi girava ancora parecchio ma il dolore era sopportabile, annuii.
- Quanto ho dormito? -
- Penso più di quattro ore, quando sono arrivata qui dormivi già. - fece un sospiro - Tieni, mangia -
Mi passò due barrette energetiche al cioccolato, che sgranocchiai velocemente, dopodiché mi portò qualche pastiglia colorata che ingoiai immediatamente per calmare un po' quel mal di testa atroce.
- Da quando ti ubriachi così? -
La fissai negli occhi e vedi quello che non avrei mai voluto vedere. L'amarezza e la delusione che si mischiavano come un mix letale di qualche strana sostanza chimica.
- Non l'ho mai fatto prima Gem ... - non mi lasciò finire la frase.
- Non importa Niall, poteva succedere qualcosa e poi non è da te, non capisco -
- Sei preoccupata per me? - chiesi, anche se sapevo benissimo la risposta.
Era un palese sì.
Annuì.
- Ero con lei, si beh, quella ragazza al May .. ricordi? - mentre parlavo, la mia balbuzia prese il sopravvento, erano anni che non balbettavo così, come quando ero piccolo.
- Ah, davvero? Ora si spiega tutto. E quando pensavi di dirmelo? - la sua voce si fece puntigliosa, lo percepii in un batter d'occhio.
- Gem, è successo ieri sera e non avevo nemmeno intenzione di parlarci. Te l'avrei sicuramente detto - pronunciai quelle parole a fatica, i postumi si facevano sentire benissimo e il viso perfetto di Gemma davanti a me non era stabile ai miei occhi.
- Si, hai ragione. E' che non credevo potessi .. -
- Potessi che cosa? - domandai, sotto pressione.
- Potessi veramente parlarci con lei -
Quella rivelazione fu scottante.
La goccia che fece traboccare il vaso, in sostanza.

- Non credi che io riesca a parlare con una ragazza o cos'altro? - in un secondo mi sentii improvvisamente mancare l'aria, lei era seduta sul divano davanti a me e mi faceva sentire così stupido e indifferente.
- No non intendevo quello - chiarì bene, posando lo sguardo sui miei occhi.
- E cosa allora Gemma? - domandai, stavo impazzendo. Non capivo dove volesse arrivare, non era comprensibile.
- Sono un po' gelosa, Niall - sputò fuori la frase, tentennando. - Ma è solo perché tengo molto a te, non voglio che ti ferisca -
Stava dicendo sul serio? Gelosa? Gemma? Non credevo a quello che stavo sentendo.
- Vieni qui - con la mano le feci segno di venire vicino a me. L'abbracciai.
Rimanemmo sul divano abbracciati per un bel po', senza spiaccicare parola.
Quel silenzio era divino.
- Se mai dovesse ferirmi, sono abbastanza grande per ricevere una bella batosta, non credi? - domandai, dopo quasi un'ora di silenzio assoluto.
Fissò le mie labbra, poi si spostò sui miei capelli. Era così protettiva, percepii quasi un senso materno da parte sua.
- Credo di si, ma non si può mai sapere come reagisce il nostro cervello. Per questo sono gelosa. Se mai ti dovesse deludere ... -
Bloccai il suo discorso per finire la frase. - Se mai mi dovesse deludere rimarrò deluso. Me la caverò -
Le presi la mano sinistra e la intrecciai alla mia.
Era un gesto veramente romantico ma non mi importava granché. Consideravo Gemma come una sorella.
La sua mano era fredda, ghiacciata, così presi anche l'altra e le strinsi entrambe.
- Io ci sarò se avrai bisogno - esclamò appoggiando la sua testa sulla mia spalla.
- Ehi, guarda che non vado in Guerra. Sto solo vedendo una ragazza - ironizzai in modo realistico la situazione, sorridendo.
- Lo so, ma fai il bravo e dovrai raccontarmi tutto eh -
- Proprio tutto tutto? - chiesi, leggermente in imbarazzo.
- Si, tutto Niall - rispose, convinta.
- Sei sicura? -
Annuì stringendomi in un abbraccio.

Nei giorni successivi non feci altro che pensare ad Alisha e a quanto ero stato bene quella sera con lei.
Volevo rivederla ma non mi aveva lasciato nessun contatto quindi ero a piedi, in tutti i sensi.
Così, il venerdì sera andai al Mayflower con la speranza di rivederla.
Non ci andavo mai di venerdì perché il locale era gremito di gente, infatti dovetti imbacuccarmi per bene per non essere riconosciuto.
Guardai ovunque.
Ogni tavolo.
Ogni sedia.
Ogni punto del locale raggiungibile dai miei occhi.
Ma non c'era chi cercavo.
La gente era moltissima e la musica abbastanza alta, un misto tra folk Scozzese e Celtico, orrendo ma allo stesso tempo assordante. Andai al bancone pensando di trovare Liza, l'unica che forse poteva sapere qualcosa su Alisha ma invece, contro ogni previsione trovai Lorely.
Aspettai una decina di minuti prima di essere servito perché, essendo sola e con tanti clienti, faceva il possibile.
- Mi dica signore -
- Oh no stavo cercando Liza - esclamai e dalla mia voce, improvvisamente, Lorely capì.
- Ma sei quello famoso? - bisbigliò piano, facendomi un sorriso dei suoi.
Io annuii guardandomi in giro.
- Sta sul retro del locale. Due ragazze hanno vomitato, sta pulendo e fra un po' ha la pausa quindi la trovi lì - rispose indifferente per poi passare al prossimo cliente.
Mimai un grazie con le labbra che lei captò benissimo con la coda dell'occhio.

Seguii le indicazioni di Lorely e con un po' di fatica riuscii a trovare Liza che, quando arrivai, era già in pausa.
- Hey ciao - esclamai in modo calmo per non spaventarla, il retro del locale era veramente buio e angusto.
- Niall? - domandò vedendomi, stupita dalla mia presenza lì.
- Eh direi proprio di sì, Niall -
- Che ci fai qui? - domandò, bruscamente. - Cioè scusa, volevo dire, come mai sei qui? - riformulò la domanda avendo capito di essere stata troppo dura.
- Ehm, ti cercavo, Lorely mi ha dato informazioni su dove potessi essere e insomma, eccomi qui - spiegai notando che la sua divisa era abbastanza sporca.
- Oh okay, non c'è problema. Dimmi tutto - abbozzò un sorriso, era veramente carina anche dentro a quella divisa malconcia.
- Ti cercavo per chiederti se, insomma, hai notizie su Alisha? - chiesi, un po' in ansia perché d'altro canto non sapevo se Liza mi avrebbe aiutato, per me alla fine era ancora una super sconosciuta.
- Alisha? -
- Si, quella ragazza con cui parlavo l'altra sera. Mi chiedevo se l'avessi rivista, non la vedo da una settimana -
- Ah si, quella ragazza che porta sempre maglioni bellissimi. Capito. Non sapevo si chiamasse Alisha - mi informò, guardandomi attentamente.
Dalla tasca del suo grambiule, con estrema facilità, prese l'accendino e da quella posteriore dei suoi jeans sfilò un pacchetto di Marlboro gold.
Non credevo fumasse, ma a quanto pare era così.
Si accese una sigaretta.
- Credo d'averla rivista mercoledì sera, sul presto. Ma sai, vedo molta gente, non ne sono sicura. Se vuoi, possiamo rimanere in contatto così quando la vedo ti mando un messaggio e puoi venire per parlarle o vederla -
In quel momento, probabilmente, mi si illuminarono gli occhi come mai avevano brillato in vita loro perché Liza iniziò a ridere.
Fece uscire il fumo dalla bocca per poi sorridermi. 
Aveva un sorriso perfetto.
- Ti piace vero? - chiese, con aria furba.
- Diciamo che voglio rivederla - ammisi con tutta sincerità.
- Per poi bere come l'ultima volta? - domandò seriamente, facendo gli ultimi tiri. 
- Ehm, no. Voglio solo parlare con lei. -
- Mmmh dammi il cellulare - andò dritta al punto, ci scambiammo i cellulari per qualche minuto.
Io salvai il mio numero sul suo iPhone e lei il suo sul mio.
- Senti, hai il mio numero. Non l'ho mai dato ad una sconosciuta quindi insomma .. -
- Ehi, so che non ti puoi fidare di una sconosciuta che lavora in un pub però non tutte le persone normali sono false o traditrici.
Ora devo iniziare il turno, alla prossima - esclamò, rigida. Spense la sigaretta e si voltò verso il Mayflower.
- No scusa Liza io non intendevo dire ... -
- Si Niall, lo intendevi. -
Tagliò corto e la sua immagine scomparì nel buio della porta sul retro.
Non avrei mai osato ferirla ma non mi era permesso diffondere i miei contatti agli sconosciuti.
Ma era un rischio che volevo correre. 
Come le persone normali. 





Spazio autrice: 
Hey salve a tutte bellezze. Avete ragione, è un sacco di tempo che non aggiorno ma ero in Grecia e insomma, tutto un gran caos da riordinare nella mia mente. 
Ad ogni modo sono qui adesso. 
Spero di aggiornare con un altro capitolo entro la fine della settimana. 
Stay tuned (: 

Slow handsWhere stories live. Discover now