- Niall mi ha dato uno schiaffo, i-io non sapevo che fare, sono scappata -
Fissai Gemma davanti alla porta del mio appartamento ed effettivamente la sua guancia sinistra era veramente rossa.
Ma non capivo cosa diavolo era successo.
- Gemma, calmati - la sollevai, prendendola in braccio - Sistemiamo tutto, tranquilla - le accarezzai la testa con una mano e con l'altra aprii la porta di casa appoggiandola delicatamente sul divano.
Le sfilai la giacca pesante, la sciarpa, la cuffia e le scarpe.
Era molto infreddolita ma in casa mia la temperatura era alta e nel giro di qualche minuto si ambientò.
Andai in cucina, lasciandola da sola per una decina di minuti in salotto, per preparare due camomille. Avrebbero fatto bene ad entrambi.
Quando ritornai la vidi con le gambe incrociate che fissava immobile lo schermo nero della televisione spenta.
- Ehi, tieni la camomilla - le porsi la tazza bollente, mi sorrise appena. - Hai voglia di raccontarmi? O è meglio domani? -
- Non so se quello che sto per dirti ti farà piacere Niall -
- Non deve farmi piacere, voglio solo sapere cosa ti è successo -
Ci fu un lunghissimo silenzio, dove Gemma sorseggiò la camomilla per tre volte.
Poi mi guardò dritta negli occhi.
Quello sguardo fu come una coltellata.
- Sono andata a letto con un ragazzo che non conosco -
- Come che non conosci? -
- L'ho incontrato la settimana scorsa e ci siamo visti solo due volte in un pub vicino a Camden, non so cosa mi stia succedendo Niall -
- E lui ti averebbe tirato uno schiaffo? Fa vedere - le accarezzai lentamente la guancia sinistra e sospirai rumorosamente.
- Mi stai giudicando? - domandò, il suo viso era pericolosamente vicino al mio ma non mi stava guardando negli occhi.
Forse era imbarazzata.
- Non ti giudicherei mai Gemma, ti voglio troppo bene - ammisi, la mia mano sfiorava la sua guancia, scesi un po' più giù fino al collo e poi la infilai tra i suoi capelli profumati.
Era la prima volta che le dicevo una cosa carina. Non era mai successo prima.
- Anche io Niall, mi sei mancato tanto in questa settimana -
- Non posso lasciarti sola una settimana che combini guai - scherzai, la strinsi in un abbraccio talmente forte che probabilmente le faci male, ma non mi importava. Provavo un bene infinito per quella persona, l'avevo sempre provato a dire il vero.
Ed ora che potevo comunicarglielo e passare del tempo con lei, non volevo sprecarlo.
- Sono una facile Niall - disse, di punto in bianco mentre io cercavo in tutti i modi di farla rilassare.
- Non lo sei, avevi solo voglia di farlo con quel ragazzo -
- Appunto per questo sono una facile -
Era proprio testarda, tale e quale al fratello.
Sbuffai.
Le accarezzai la testa come se fosse piccola.
- Io non lo penso. -
- Perché no? - domandò, guardandomi con quei soliti occhioni spalancati.
- Perché avresti avuto tante occasioni per fare la ''facile'' con me e non l'hai mai fatto, quindi eri solo attratta da quel ragazzo - esclamai, stringendola ancora di più - Ma ciò non giustifica lo schiaffo che quel bastardo ti ha dato - conclusi finendo la mia camomilla.
Sentii il suo sospiro e sapere che l'avevo tranquillizzata mi rese felicissimo.
Mi stritolò in quello che pareva essere l'abbraccio del secolo.
Il suo profumo alla lavanda inebriò le mie narici. Inalai a pieni polmoni, era buonissimo.
- Sei un angelo tesoro - mi sussurrò all'orecchio. - Grazie -
- Niente, vuoi dormire con me? - proposi l'idea, non era carino lasciarla dormire sul divano.
Annuì con un sorrisetto.
Le prestai un mio maglione e un paio di calze colorate che indossavo sempre i primi anni che mi ero trasferito a Londra.
- In bagno c'è uno spazzolino in più, è rosso -
- Solo tu Horan tieni uno spazzolino in più, solo tu - la sentii lamentare mentre chiudeva la porta del bagno, sorrisi distrattamente.
La mia camera da letto era immensa e la vetrata di fianco al letto mostrava le luci sparse della City.
Il mio pijiama era sostanzialmente una maglietta a maniche corte che infilai mentre Gemma era in bagno.
Sentii l'acqua della doccia scorrere per una decina di minuti poi la vidi comparire dinanzi al mio letto con il maglione che le avevo dato e le calze colorate.
Era veramente bellissima. La sua magrezza era giusta, quasi a sottolineare quanto fosse delicata.
- Smettila di squadrarmi con gli occhi, altrimenti la donna dei maglioni è gelosa -
Risi. Gemma mi ha sempre fatto ridere un sacco con le sue battutine squallide.
- Si chiama Alisha - glielo feci presente, notando immediatamente il suo sguardo.
- Sono troppo stanca per volere informazioni su di lei, mi racconterai? -
- Certo, ora dormi - spensi l'abat-jour sul mio comò ma dopo una ventina di minuti le braccia di Gemma furono intorno al mio collo.
Eravamo avvinghiati. Era successo un'altra volta. Per colpa di Louis avevo dormito in camera con Gemma una notte e non ero riuscito a starle lontano, o incollato a lei o niente. E la storia si stava ripetendo.
La strinsi a me.
Le volevo troppo bene. Era la mia migliore amica. Non l'avrei mai lasciata andare.La mattina successiva mi svegliai abbastanza tardi, Gemma dormiva ancora. Dovetti divincolarmi parecchio per lasciare la sua presa.
Quando fui abbastanza sveglio, dopo una doccia durata troppo tempo, preparai il caffè.
Quel giorno in studio di registrazione non ci sarei andato, me lo sarei preso solo per stare con Gemma, ne aveva bisogno.
Quando il caffè fu pronto lo versai nelle tazze, a lei piaceva col latte così lo aggiunsi.
- Da quando ti ricordi che mi piace il latte nel caffè? - domandò osservando la bottiglia di latte che avevo tra le mani.
- Me lo ricordo e tu da quando ti svegli facendo tutto in silenzio? - puntualizzai guardando l'orario, erano le nove e mezza passate.
- Ti stavo osservando -
- Stalker -
Finimmo la colazione in silenzio.
Gemma era davanti a me che controllava le notifiche su Twitter, non l'avevo mai vista così silenziosa e improvvisamente mi venne un'idea.
- Beh che ne dici di prepararti? -
- Eh? Per cosa? - domandò staccando lo sguardo dal cellulare.
- Poi lo vedrai, tu preparati -
Andò in camera e si preparò. Indossò i jeans neri che aveva la sera precedente, lasciò però il maglione enorme che le avevo prestato durante la notte e infilò le solite Vans. Cappotto, sciarpa e cuffia della sera precedente e fu pronta.
Io invece mi vestii in total black, anche sciarpa e cappotto lo erano.
- Sempre molto sobrio, Horan - commentò il look con una smorfia.
Entrammo in auto ed io iniziai a guidare verso sud.
Dopo una decina di minuti nel traffico si decise a rivolgermi la parola. - Dove mi stai portando? -
- Sorpresa baby -
La sorpresa era Brighton.
Guidai con sottofondo il penultimo album di Ed Sheeran. Gemma per più di un ora tenne lo sguardo rivolto verso il finestrino, silenziosa, avevo paura fosse rimasta traumatizzata dall'episodio del giorno precedente.
- Ehm, lui c-come si chiama? -
Finalmente si degnò di guardarmi in viso. - Thomas -
- Cosa pensi di fare con questo Thomas? - domandai, volevo sapere più informazioni possibili, aveva osato toccare Gemma il bastardo.
- Credo di lasciar perdere -
Eravamo arrivati finalmente in centro a Brighton e quando capì dove eravamo le brillarono gli occhi. Mi sentii improvvisamente bene.
Volevo portarla a spasso per le stradine di quella cittadina e poi sul molo.
- Credi? - frenai di colpo per innescare la retro, avevo trovato un parcheggio sempre con la mia solita fortuna. - Pensi di stare bene con lui? Ti piace? -
- Si Niall, mi trovo bene ma mi ha dato uno schiaffo -
Una persona violenta era meglio perderla che trovarla e non c'erano dubbi. Ma Gemma non mi appariva totalmente convinta.
- Lo so, cosa pensi di fare? Perdonarlo o no? -
- Al momento non penso -
E sperai che rimanesse per sempre quel momento.A Brighton c'era il sole e più di dieci gradi, il che era una meraviglia.
Quando finimmo il giretto per il centro la trascinai al molo.
L'insegna luminosa con scritto 'Brighton Pier ' era illuminata di un giallo intenso.
- E' un sacco di tempo che non venivo qui giù a Brigh - mi confessò Gemma camminando insieme a me sulle assi di legno del molo gigantesco.
- Anche io in effetti -
- Senti Niall, con quella ragazza, come hai detto che si chiama? Aisha? -
Sorrisi immediatamente quando Gemma me la fece ricordare.
- Alisha -
- Ti va di parlarmene? -
Annuii anche se le cose da dire erano ben poche, le spiegai che ci ero uscito e avevamo semplicemente parlato un po'.
- Dammi il cellulare -
- Cosa? Perché? -
- Dammelo Niall -
Glielo porsi e nel frattempo osservai l'orizzonte. Brighton era veramente magnifica, un gioello sul mare inglese.
- Okay le ho scritto -
- Dio Gemma, cosa? - urlai, come un bambino.
Lì vicino, sul molo, c'erano parecchi ristoranti e molta gente si voltò a guardarmi dopo il mio urlo.
- Tranquillo le ho solo scritto che sabato vi vedete, ti risponderà di si -
- Come fai ad esserne così sicura? - domandai, impossessandomi nuovamente del mio cellulare.
- Chi non vorrebbe uscire con te? -
- Tu forse - le feci presente, camminando ancora un po'.
- Ehi - mi prese per un braccio e mi tirò a sé. Era terribilmente vicina a me.
Mi fissava gli occhi come se non li avesse mai visti.
- Ora sono con te e sono uscita con te, siamo a Brighton bello - puntualizzò, facendomi notare la vista.
In effetti aveva ragione.
Era la prima volta che condividevamo qualcosa di così grande e magnifico, insieme.
Io e lei.
La mia migliore amica. Mi faceva uno strano effetto poterlo dire ma era una liberazione.
La abbracciai non curandomi del fatto che intorno a me avevo un sacco di persone.
La strinsi come avevo fatto la sera precedente.
- Dimmi che non ti allontanerai mai Gem - gli sussurrai all'orecchio, percepii i suoi brividi.
Il vento le stava scompigliando tutti i capelli così glieli sistemai, per quanto era possibile.
- Oddio ma quello non è Niall Horan? - sentii dire da lontano.
Merda.
- Sisi è lui, ma quella non è Gemma? -
- Gemma, la sorella di Harry? Oddio si. Che ci fanno qui? Stanno insieme? Sono incollati - le voci stavano diventando assordanti e Gemma capì tutto al volo, mi prese il polso e mi trascinò immediatamente via dal molo.
- Non mi allontanerò mai Niall, promesso -
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Slow hands
FanfictionFa freddo oggi. Non so bene dove sono, non riesco a percepire niente. Solo il silenzio e dei strani bep meccanici. So che fuori fa freddo e che nevicherà. Nevicherà tanto amore mio, proprio come piace a te. Bianco sopra e bianco sotto. La tua voce...