9. Over and over the only truth

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- Quindi tu e quella ragazza poi? Come è andata a finire? -
- Ehm .. ci siamo baciati pressappòco una settimana fa e niente questa settimana ci siamo visti già quattro volte, non so sono sempre così nervoso quando la devo vedere, non puoi immaginare -
Guardai Liza ridere davanti a me, i suoi denti così perfetti e inclinati al punto giusto risultavano soggetti intriganti di un quadro ben definito: lei.
Ci eravamo dati appuntamento, come accordato, la domenica successiva e chicchieravamo animatamente già da un paio d'ore.
Dicembre era alle porte e il freddo Londinese era impavido, il vento scheggiava le facce dei turisti non lasciandoli in pace nemmeno per due minuti. In quel bar però, alla periferia est di Soho, nessuno aveva l'aria Natalizia o la ben che minima voglia di festeggiare il Natale, ma forse, era ancora troppo presto per dirlo.
- Niall Horan, componente dei One Direction che è nervoso quando esce con una ragazza! Seriamente? - rideva ancora mentre il thè nella sua tazza iniziava a scarseggiare come anche i biscotti nel piatto.
- Beh si, non è che abbia avuto molti appuntamenti .. - affermai, bevendo il mio thè aromatizzato all'arancia.
- Non ti conosco molto Niall - rispose incrociando il mio sguardo ma poi abbassò subito il suo, notai una punta d'imbarazzo e mi risultò veramente innocente, come mai nessuno prima d'ora lo era stato con me.
- Hai ragione Liza, se vuoi conoscermi però sono disponibile -
I suoi occhi si fecero scintillanti, esplosero in una felicità inaudita.
Capii che le era venuta un'idea brillante.
- Che ne dici di trovarci in un bar diverso ogni domenica? Ci racconteremo quello che è successo durante la settimana e come procede la nostra vita con le persone a cui teniamo di più. -
La osservai mentre parlava, non riuscii a staccare gli occhi dalla sua bocca, le labbra e i denti.
Poi i suoi occhi, marroni con qualche scaglia incastrata di verde facevano capire completamente il suo stato d'animo.
- Ci sto -
Liza rimase spiazzata, a bocca aperta. Non si aspettava che io prendessi l'idea seriamente.
- Alisha non sarà gelosa per caso? - mi domandò, finendo il thè nella tazza.
- Ehm, al momento non stiamo nemmeno insieme e poi direi che non si fa problemi se conosco una ragazza in amicizia -
Liza sogghignò.
Mai avrei immaginato che quella proposta così buffa e apparentemente insignificante mi avrebbe poi sconvolto la vita.
In quel bar, prima di lasciarci, mi raccontò un po' di sé perché la esortai a farlo, lei sapeva già molte cose di me ma io poche di lei.
Quindi mi raccontò che stava con un ragazzo, Jake, ma era convinta all'ottanta per cento che questo Jake la tradisse.
- Dovremmo indagare allora - la zittii dal suo racconto - Come mai hai sospetti? -
- Perché questa settimana è uscito tre sere di fila, dalle nove alle undici. Non era dai suoi amici perché ho chiesto in giro e non era nemmeno dai suoi, e lo stesso è successo la settimana scorsa. Sto inziando a non fidarmi più .. -
Cercai di farla ragionare, in quel momento ero convinto che quei sospetti erano frutto dell'immaginazione di Liza, le ragazze si fanno molti film mentali, non pensavo che il ragazzo in questione, Jake, avesse un'altra.
Aveva Liza che era bellissima e buonissima, solo un cretino poteva andare con un'altra avendo Liza per sé, quindi optai per l'ipotesi più probabile: Liza si stava facendo paranoie per niente.
Così prima di lasciarci cercai di farla ragionare ma con scarsi risultati.

Quando arrivai a casa mi feci subito una doccia calda.
Nei messaggi della segreteria telefonica di casa trovai un messaggio da parte di Gemma.
Il messaggio diceva che sarebbe ritornata quella notte da Vancuver e si scusava per non avermi informato sul viaggio che aveva fatto.
Spazientito, cliccai il pulsante rosso di fine chiamata.
Non si faceva sentire da più di due settimane, non mi aveva riferito di quel viaggio in Canada, non avevo la minima idea di cosa avesse nel cervello quella ragazza.
Nel frattempo mentre pensavo a Gemma squillò il mio cellulare, Alisha.
- Ehi, ciao -
- Ciao Niall, ehm mi chiedevo se posso salire? Passavo di qui e avevo voglia di .. insomma vederti, se ti va - stava balbettando in un modo assurdo, me la immaginai fuori al freddo mentre diceva quelle parole.
- Certo Alisha. Sali pure -
Riattaccò subito e tre minuti esatti dopo era davanti alla mia porta d'ingresso.
Le aprii non curante del fatto che addosso avevo solo l'asciugamano bianco avvolto in vita.
- Il consierge ti ha fatto domande? - chiesi, notando i suoi occhi sul mio petto.
- No, sono venuta anche due giorni fa, penso abbia capito. E se te lo stai chiedendo non c'era nessun paparazzo fuori, tranquillo. -
Sospirai, il suo tono era così rassicurante.
La presi tra le mie braccia, la trovavo così bella e affascinante.
Appoggiò la testa sul mio petto nudo, iniziò ad accarezzarmi lentamente.
- Non dovresti essere nudo, ci vediamo da una sola settimana - alzò la testa e mi fissò negli occhi. - Vatti a mettere qualcosa - mi spinse via, sorridendo.
- Vuoi dire che ti sto tentando quindi? - la provocai, baciandola.
- Non ho detto questo -
Andai in camera mia e indossai le prime cose che mi capitarono.
Quando infilai la maglietta Alisha entrò in camera, come un orologio Svizzero.
- Ehi, non mi dai neanche il tempo per cambiarmi -
- Sapevo che avevi già finito su -
Mi sdraiai sul letto e lei si sedette sulla sedia vicino alla scrivania.
Guardammo noi stessi per almeno cinque minuti, senza spiaccicare una parola.
Avrei voluto baciarla con foga, averla per me, ogni centimetro del suo corpo ma frenai l'istinto di colpo.
I suoi lunghi capelli biondi ondeggiavano sulle sue spalle e sulla schiena, erano la cosa più sexy al mondo. Mi piaceva tutto di lei, anche le sopracciglia.
- Ehi ma questi cosa sono? - si voltò appena, sulla mia scrivania in legno nero.
- Nulla di che, scartoffie - risposi, non facevo leggere a nessuno i manoscritti delle mie canzoni ma non riuscii a fermarla, non potevo e non volevo.
Su metà di quei fogli c'erano pensieri dedicati a lei, volevo se ne rendesse conto.
Con le parole ero discretamente bravo, molto più che con i fatti.
Prese in mano uno dei tanti fogli e lesse velocemente il contenuto. Vidi le iridi dei suoi occhi correre velocemente come se volessero mangiare le parole.

'' You still make me nervous when you walk in the room,
them butterflies they come alive when I'm next to you
over and over the only truth,
everything comes back to you ''

Quelle parole, scritte da me e lette da Alisha fecero uno strano effetto.
Quando le pronunciò mi emozionai e lei insieme a me.
Avevo scritto quel ritornello due settimane prima nel bel mezzo di una notte insonne, pensando a lei e a tutte le volte che la sua presenza mi aveva reso nervoso.
- Ti piace? - domandai avendo paura di un suo giudizio.
Alisha si alzò dalla sedia col foglio in mano, raggiunse il letto e si sedette poi di fianco a me.
- Niall è bellissima, i-io non so cosa dire n-non ho mai avuto un ragazzo che .. - si bloccò guardandomi, impaurita da quello che aveva appena detto.
- Ragazzo? - chiesi, spaesato.
- Scusa non volevo, cioè .. - non la lasciai finire, le misi l'indice sulle labbra.
- Non sono il tuo ragazzo al momento, ma ci possiamo lavorare sopra - dissi per poi baciarla intensamente come desideravo fare da quando era entrata in quella camera.
La baciai e mi baciò per molto tempo, era come se le nostre labbra non si volessero mai più staccare.
- Mi piace che tu l'abbia detto - le sussurrai all'orecchio sinistro interrompendo il ciclo di baci di cui eravamo partecipi.
- A volte immagino cose perché le desidero così tanto ma non voglio accelerare i tempi Niall, non con te - esclamò stringendomi forte.
- Non accelereremo niente, tranquilla. Lasciamo che le cose abbiano il loro corso no? -
In tutta risposta lei mi baciò scendendo leggermente sul collo, non sapeva che il collo era il mio punto debole ma l'avrebbe sicuramente capito da lì a poco.

Due ore dopo il mio cellulare inziò a squillare mentre io e Alisha eravamo nel bel mezzo del romanticismo assoluto.
- Rispondi - mi sollecitò, ma non le diedi retta, le baciai la fronte e poi le accarezzai la guancia, i suoi capelli erano lisci e setosi, li amavo tanto quanto lei amava i miei.
Il cellulare suonò una seconda volta e Alisha mi guardò malissimo, dovevo rispondere.
Afferrai l'iPhone e guardai il display mentre lei continuava a darmi baci soffusi sul collo.
Quella ragazza voleva uccidermi da un momento all'altro probabilmente.
Il display diceva: Harry.
Mi irriggidii subito. Harry che mi chiamava? Dopo tutto quel tempo?
Risposi subito.
- Harry -
- Dove cazzo sei? -
- A casa, perché? - domandai, Alisha smise coi baci, capì dal mio tono che qualcosa non andava.
- Gemma è con te vero? -
- No Harry -
- Si invece -
- Harry no, sono con un'altra persona! Santo cielo! -
- Stai mentendo -
- Harry non sono con Gemma -
- E allora lei dov'è? Doveva atterrare mezz'ora fa ma non c'è nessun volo dal Canada, l'ultimo era alle otto! Vuoi dirmi che diavolo succede Niall? -
- Non ne ho la più pallida idea Harry! Non si fa sentire da due settimane, mi ha mandato un messaggio in segreteria dicendo che tornava oggi da Vancuver, di più non so -
- Menti, tu sai dov'è! Oppure è lì con te -
Guardai Alisha negli occhi, aveva sentito tutto perché Harry strillava ed io non sapevo cosa fare.
Mi strappò il cellulare di mano in un colpo solo.
- Ciao Harry scusa se mi intrometto, mi chiamo Alisha e beh, sono quasi la ragazza di Niall. Dato che sono a casa sua ti garantisco che tua sorella non è qui perché se fosse qui dovremmo fare cose a tre, ci hai interrotto sul più bello perciò ti consiglio di richiamare domani mattina. Grazie ciao! -
Riattaccò in tutta tranquillità e con nonchalance mi restituì il cellulare.
Mi ero scordato che Alisha sapeva tutta la faccenda fra me e Gemma, perché gliel'avevo raccontata tutta e se la ricordava alla perfezione.
- Sei stata pazzesca - esclamai, sorpreso mentre lei mi abbracciò subito.
- Come si permette ad urlarti in faccia così? Pensavo fosse più calmo ed educato -
- Ultimamente non c'è con la testa - risposi, circondando le sue spalle con le braccia.
Era completamente rannicchiata contro di me.
Era lì per me e non me ne capacitavo ancora.
- Lo so che non c'è mentalmente ma tu Gemma non la vedi da un sacco e anche se la vedessi non è il modo giusto di porsi quello -
- Credo abbia capito che non sono con Gemma - iniziai a ridere - Sei quasi la mia ragazza e direi che Gemma non è qui -
- Se fosse qui sarebbe un problema, non credi? -
- Assolutamente si - la baciai, ancora e ancora.

Verso mezzanotte tornò a casa, non prima d'avermi riempito degli ultimi baci.
Appena lei varcò la soglia d'uscita il mio cellulare vibrò.

Un nuovo messaggio: Gemma.

''Niall ho bisogno, aiuto! ''

Guardai Alisha e lei guardò me in preda al panico, rileggemmo il messaggio tre volte, insieme.
- Chiama Harry, subito -

Slow handsWhere stories live. Discover now