1. Mayflower Pub

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Al 117 di Rotherhithe Street, in un edificio di epoca settecentesca, il Mayflower Pub offre le migliori birre di Londra.
E' da sempre il mio locale preferito nella City, non solo perché è proprio davanti alle rive del Tamigi ma anche per la sua tranquillità, accoglienza e raffinata atmosfera British.
Quella sera, il giorno successivo al mio compleanno, ero già ritornato al mio attico in centro a Londra e me ne stavo seduto al Mayflower. Ero completamente solo e stranamente nessuna mia fan era venuta a disturbarmi. Forse perché il locale non era pieno zeppo ed era lunedì sera.
La prima birra l'avevo finita già da un pezzo e la voglia di ordinarne una seconda mi frenava solo per il fatto che avrei dovuto guidare per tornare a casa.
La barista che ad occhio e croce avrebbe dovuto avere sulla sesantina d'anni, aldilà del bancone mi fissò. Lo sapevo, si domandava cosa facessi lì quel lunedì sera.
La risposta non la conoscevo nemmeno io.
- Sarà meglio che rispondi - mi disse, all'inizio non capii quello che la donna intendeva, ma poi notai che il suo sguardo si era posato sul mio iPhone, vicino al bicchiere che conteneva, poco tempo prima, birra.
Presi il cellulare in mano, osservai il mittente e tutto quello che aveva scritto.
Tre messaggi. Sconosciuto.

'' Se sei da solo in questo pub vuol dire che la depressione ti sta assalendo, caro Horan! ''
Poi continuava...
'' Dovrò farti i segnali di fumo prima che tu mi veda? ''
'' Se vuoi, entro la mezzanotte, puoi girarti e salutarmi ''
Alzai lo sguardo e sorrisi alla donna di mezza età dietro al bancone.
Mi voltai completamente.
Dall'altra parte della camera vidi Gemma seduta ad un tavolo in legno. La salutai con la mano.
'' Dammi tempo, lo sai che sono a scoppio ritardato! Se vengo a salutarti domani mattina saremo su tutti i giornali e diranno che usciamo insieme! '' scrissi velocemente e inviai il messaggio.
La sua risposta non tardò ad arrivare.
'' Vuoi farmi davvero credere che ti importa di quello che sarà sui giornali e online domani mattina? Vieni qui, biondino! ''
Obbedii agli ordini. Mi alzai e raggiunsi il suo tavolo.
Era in compagnia di due sue amiche, salutai tutte e tre e mi sedetti vicino a Gemma.
- Il problema non sono i paparazzi, ma mio fratello se viene a sapere che ti ho incontrato in un pub e che ti ho scritto! Lo sai com'è! - esclamò, gesticolando parecchio.
In realtà aveva ragione. I paparazzi erano niente in confronto ad Harry.
Harry fin dall'inizio della nostra carriera aveva proibito a me, Louis, Zayn e Liam di uscire con Gemma. Non potevamo avere contatti con lei, nemmeno amicizia. Zero. Nada.
E' sempre stato gelosissimo di sua sorella, l'ha sempre protetta in tutto, ma io questa gelosia ossessiva non l'ho mai presa bene. Mi dava i nervi.
Mi trovavo bene con Gemma e non poterla vedere quando mi pareva mi scocciava.
Era una della poche amiche che potevo avere e talvolta ero privo anche della sua presenza.
- Senti, ho ventidue anni e tu ventitrè Gemma! Non abbiamo mai avuto secondi fini e lo sa bene pure Harry. Non ci vediamo mai e qualche volta vorrei passare del tempo con una mia amica, l'unica che posso avere forse -
Capii d'aver urlato quella frase perché le amiche di Gemma avevano smesso di parlare tra di loro per guardarmi.
Gemma sgranò gli occhi.
Mi prese il polso sinistro e mi fece alzare.
- Torniamo fra cinque minuti - disse alle amiche che annuirono distrattamente.
Mi trascinò fuori dal locale, in un punto abbastanza buio.
La brezza autunnale stava iniziando a farsi sentire anche a Londra. Ma fortunatamente, non faceva freddo.
- Ehi, tutto a posto? Sembravi sul punto di esplodere - esclamò toccandomi le spalle.
- No sto bene. Non trovi che io abbia ragione? Non ho molte persone di cui mi fido Gemma, lo sai bene. Tu sei una di quelle, da anni ormai. Vorrei.. vorrei esserti amico. Non chiedo la Luna -
- Oh Niall. Hai perfettamente ragione. Anche io lo vorrei. Perciò per una volta mi sa che andrò definitivamente contro le regole imposte da mio fratello. Hai il mio numero, sai quello che devi fare -
Mi sorrise, assomigliava tanto ad Harry quando rideva.
- Ci vediamo presto? - domandai, tentennando.
- Questo sabato, casa mia. Mi dai una mano col cambio di stagione? -
- Quello che desideravo guarda - ironizzai annuendo.
- Okay perfetto. A sabato allora! - fece per girarsi ma si fermò. - A proposito. - prese un angolo del maglione che indossavo per strattonarmi davanti all'entrata del Mayflower. - La vedi quella ragazza seduta al tavolo col maglione rosso? - mi domandò impaziente.
Osservai attraverso il vetro e la vidi. - Ah, la vedi? -
Una ragazza presumibilmente alta, coi capelli molto lunghi biondissimi, maglione rosso e jeans azzurri.
Pareva essere carina.
- Si, fino a prova contraria non sono cieco - affermai convinto.
- Beh a quanto pare lo sei. Prima ti stava divorando con gli occhi e tu manco l'hai calcolata -
- Sarà una delle tue solite fisse. - sbuffai, mollando la sua presa.
- No tu adesso entri con me di nuovo e almeno la guardi -
Morale della favola: mi obbligò a rientrare nel pub per osservare meglio Quella ragazza.

Quando Gemma ha torto glielo do' senza pensarci su troppo ma quando ha ragione ci penso su molto prima di dargliela.
Ma quella volta ce l'aveva in pieno.
Mi costrinse ad osservare la ragazza più bella che i miei occhi avessero mai visto.
Quel maglione rosso calzato alla perfezione disegnava il suo corpo sinuoso.
La fissai forse per qualche secondo. Pochi attimi per stamparmi il suo viso nel cervello.

Slow handsWhere stories live. Discover now