Day 2

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Ripeto che la storia non è mia e la potete trovare sul sito efp, detto questo vi auguro una buona lettura

Mi sveglio lentamente e impiego un paio di secondi per ricordarmi dove sono e come sono finita qui. Chiudo nuovamente gli occhi, spaventata dall’aprirli e rendermi conto che non era un sogno. Cerco di convincermi che sono ancora a Hogwarts, nel mio letto. Trascorrono lenti pochi istanti e poi mi obbligo ad aprire  gli occhi. Un orribile sensazione di disperazione si abbatte su di me quando capisco che sono davvero in una prigione. È la realtà.

Sbattendo le palpebre un paio di volte, mi accorgo del professor Piton seduto sulla sedia in un angolo della cella. Getta un occhiata verso di me, poi distoglie lo sguardo, non dicendo niente. Sembra in ordine e le sue vesti non sono del tutto spiegazzate. Guardo me stessa e mi accorgo che sembro spazzatura. E posso solo immaginare a cosa assomiglino i miei capelli.

“Buongiorno.” Gli dico, mettendomi seduta.

Mi limita a guardarmi e infine fa un cenno con la testa prima di distogliere lo sguardo.

Mi lascio sfuggire un sospiro. Non so cosa dire o fare. Odio aspettare. Soprattutto quando non so cosa sto aspettando. È difficile stare ferma e lasciare che qualcun altro decida del tuo destino. E ciò che era più snervante era il non sapere che cosa vogliono da noi. E quando posso aspettarmi che inizi la tortura? Non ci hanno rapito semplicemente per bloccarci in una prigione e lasciarci là?

“Da quanto tempo è sveglio,Professore?” Chiedo con calma, sentendo il bisogno di parlare con qualcuno. Anche se è solo una piccola, insignificante conversazione.

“Non sono mai andato a dormire.” Risponde.

Apro la bocca per lo shock, quindi la chiudo, vergognandomi perché io mi ero addormentata. Che cosa pensava di me ora il Professor Piton? Sono stata catturata e gettata in prigione e mi addormento come se niente fosse? Sono così arrabbiata con me stessa.

I minuti passano in silenzio.

Mi sento così sporca, non avendo fatto il bagno in questi due giorni. E ho bisogno di lavarmi i denti e cambiarmi i vestiti.Queste sono le cose nella mia testa, ma non le dico ad alta voce.  Cosa penserebbe il Professor Piton se scoprisse che sto perdendo il mio tempo rimuginando su queste cose isignificanti? So che dovrei pensare alla fuga o ai modi per rimanere in vita, ma non posso farne a meno. Forse è una cosa buona pensare a queste piccole cose. Tiene la mia mente occupata in modo non mi torturi con pensieri sul mio futuro.

***


“Non capisco.” Dico, rompendo il silenzio.

Il Professor Piton mi guarda e solleva un sopracciglio in segno di interesse. “Miss So-Tutto-Io ammette di non capire qualcosa?”

Arrossisco, ma annuisco: “Si.”

“E che cosa, di grazia, sarebbe?”

“Voldemort-”

“Non dire il suo nome, sciocca ragazzina!” Sbotta verso di me.

Arretro un po’ al suo tono, ma poi continuo: “Lei-sa-chi ... lui stesso è un mezzosangue.”

Il viso del Professore si indurisce ma rimane in silenzio, aspettando che faccia la mia domanda.

“Non ho mai capito perché qualcuno dovrebbe seguire lui e le sue idee. Ci sono così tante ideologie contrastanti, per quanto riguarda Vold-... la prospettiva di Lei-sa-chi del mondo.”

Vedo che sta lottando con se stesso come se non sapesse cosa dire. Ma poi prende un respiro profondo e risponde lentamente: “Quando le persone vogliono credere in qualcosa, non fanno domande. E poi, i suoi seguaci lo seguono ormai da molti anni. Dopo così tanti anni nessuno osa ammettere di aver sbagliato fin dall'inizio.”

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