Day 18

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Non mi sento molto bene.

Questa è la prima cosa di cui mi accorgo quando mi sveglio.

La gola mi prude, gli occhi si inumidiscono senza alcuna buona ragione e il mio intero corpo è debole.

 
Gemo e mi metto a sedere.

 
Poi rivolgo lo sguardo verso il Professor Piton. Mi sta osservando con un espressione strana sul viso.

“Stai bene?” Chiede.

Questo mi sorprende, raramente è lui quello ad iniziare una conversazione.

“S-sì.” Rispondo, ma lui non distoglie lo sguardo.

 
“Cosa?” Chiedo.

 
“Non sembri star bene.”

“Solo solo stanca… e affamata.” Ammetto, accorgendomi che non ci è stato dato del cibo ieri.

Ma stavano succedendo così tante cose ieri e il cibo era l’ultimo dei miei pensieri. Ma ora non riesco ad ignorarlo. Il mio stomaco si sta lamentando.

Ad alta voce.

Questa giornata non è iniziata per niente bene.

  ***

Starnutisco e tutto il mio corpo sobbalza.

Probabilmente è a causa della polvere nella cella.

E poi starnutisco di nuovo.

Non è la polvere.

Mi sento da schifo.

“Tu non stai bene,” Dice il Professor Piton, avvicinandosi a me.

“Lo sono, davvero-”

Ma lui non mi ascolta e si inginocchia di fronte a me, tirando indietro la manica e appoggiando il polso sulla mia fronte.

Sento qualcosa attraversarmi al contatto.

Uno strano formicolio.

È piacevole sentire il tocco di qualcuno.

È passato così tanto tempo da quando qualcuno mi ha toccato con gentilezza.

E la sua pelle è morbida e calda.

Chiudo gli occhi, quasi abbandonandomi a quella sensazione.

“Hai la febbre.” Dice all’improvviso, distogliendomi dai miei pensieri.

 
Quando rimuove a mano dalla mia fronte, quando gemo per il dispiacere, ma mi fermo in tempo.

 
Schiarendomi la gola, cerco di concentrarmi su quello che ha appena detto. “Ne è sicuro?”

 
“Sicuro.” Replica. “Era prevedibile accadesse. Niente Sole, niente cibo decente, un estrema quantità di stress accumulato nei ultimi 17 giorni.”

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