Day 10

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"Miss Granger?”

Qualcuno mi  sta chiamando. La voce sembra provenire da lontano.

“Granger?”

Come un sussurro.

Gemo e cerco di ignorarlo.

"Granger."

Qualcuno mi appoggia le mani sulle spalle, scuotendomi leggermente.

Subito spalanco gli occhi e schiaffeggio via le mani del mio avversario, premendomi contro il muro, lontano dal pericolo.

Aspetta-?

Sbatto le palpebre un paio di volte. È lui.

Il Professor Piton.

“M-mi dispiace-” Inizio. “Pensavo...”

Mi interrompo, ma lui capisce e accetta le scuse.

“Stai bene?” Chiede.

“Cosa ... cosa vuole dire?”

“Ti stavi agitando e parlando.”

Mi irrigidisco. “Oh.” Allora inizio a preoccuparmi. “Che cosa stavo dicendo?”

“Sciocchezze per lo più.” É la sua unica risposta.

Mi rilasso, prendendo un respiro profondo mentre cerco di ricordare i miei sogni, ma non c'è nulla che riesca a ricordare. Assolutamente niente.

“Grazie per avermi svegliato, Professore.” Dico, togliendomi dal viso una ciocca di capelli.

Annuisce solamente, poi si schiarisce la gola goffamente prima di tornare alla sua parte della cella.

Guardo la piccola finestra sopra di noi.

È un nuovo giorno.

***

Tiro le ginocchia contro il petto e appoggio il mento su di esse, sforzandomi di rimanere in silenzio. Da quando mi sono svegliata ho iniziato a sentirmi male, c’è quel solito dolore al basso ventre e non sembra che andrà via presto. Di solito quando ho i crampi mi chiudo nella mia stanza dove posso soffrire in silenzio e senza minimamente preoccuparmi che nessuno veda i miei momenti di debolezza. Ma ora non ho altra scelta. Nessuna privacy. Con un po’ di fortuna non si accorgerà di nulla.

“Sei insolitamente tranquilla.” Commenta non un minuto più tardi.

Alzo gli occhi verso di lui, sorpresa. Non pensavo che prestasse attenzione alla mia parlantina.

“Non so di cosa parlare.” Mormoro.

“Ma questo non ti ha mai fermato prima, Miss Granger.” Sorride. “Perché non mi stai assillando con gli ingredienti delle pozioni o i piani di fuga?”

Sospiro. “Non credo di sentirmela, Professore.”

Quello cattura la sua attenzione: “Sì. E questo mi fa dubitare che tu ti senta del tutto te stessa.”

Mi mordo il labbro, ma poi mi limito a scuotere la testa. Per la prima volta in questi giorni sono io quella che non vuole parlare e improvvisamente lui è eccessivamente loquace. Immediatamente mi rendo conto di quanto lo abbia infastidito cercando di parlargli negli ultimi due giorni.

“Miss Granger?”

“Cosa?” Scatto, alzando un po’ la voce.

Il suo volto diventa freddo. “Ti perdonerò per la tua maleducazione, dato che sei ... nella tua fase ormonale.”

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