Day 27

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Voglio ridere.

La situazione è bizzarra.

Sono sola in una cella buia. Legata ad un materasso.

Non provo nemmeno a muovermi, è inutile. Corde invisibili mi tengono stretta qui, forse anche troppo perché sto iniziando a perdere la sensibilità alle braccia.

La notte è stata una pura tortura.

Non sono riuscita a dormire. Volevo muovermi, era scomodo starmene nella stessa posizione per tante ore.

E adesso sono solo distesa qui, fissando il soffitto.

Ho cercato di suicidarmi.

Sembra così sbagliato adesso.

Ieri mi sembrava così chiaro ciò che dovevo fare, sembrava giusto. Ma adesso, alla luce del giorno, non posso credere che sia quasi successo.

Non avrei dovuto...

Non avrei dovuto provarci.

Adesso provo solo vergogna e dolore.

E adesso loro sanno di avermi stufata così tanto da provare ad uccidermi.

Posso solo immaginare come si sentano vittoriosi.

Volevo ammazzarmi e non me l'hanno lasciato fare.

Loro controllano tutto.

Chiudo gli occhi.

Sono così stanca.


***



Sento le sbarre aprirsi.

Immediatamente i miei occhi si spalancano e poi lo vedo.

Severus Piton.

Cammina verso di me con naturalezza, poi si ferma, abbassando lo sguardo sul mio corpo.

Cosa vuole?

Lo fisso, rifiutandomi di distogliere lo sguardo per prima.

"Come ti senti?" Chiede alla fine.

Non devo rispondere a questo.

"Mi sleghi." Ordino, sentendomi troppo vulnerabile standomene semplicemente distesa qui con lui torreggiante affianco a me.

"No."

Cosa?

"Mi sleghi." Alzo la voce.

Lui mi ignora e si dirige verso la sedia al centro della cella. "No." Ripete, poi si siede. "Ho la tua attenzione in questo modo e dobbiamo parlare."

Sbatto le palpebre un paio di volte, sforzandomi di restare calma. "Di cosa?"

"Devi convincermi che non tenterai di fare una cosa del genere di nuovo e poi, forse, ti slegherò."

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