Day 7

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Ricordo che la storia non è mia e la potete trovare sul sito efp, detto questo buona lettura

Ho freddo.

Questa è la prima cosa di cui mi accorgo mentre mi sveglio.

Ho davvero freddo.

Che cosa è successo?

Apro gli occhi e mi imbatto nell'oscurità.

Il mantello. Sono completamente coperta dal mantello.

Poi i ricordi mi colpiscono. La tortura. L'attacco. Le guardie. Il Professor Piton. La mia camicetta. La mia camicetta è sparita.

Arrossisco furiosamente quando mi rendo conto che sto indossando solo il reggiseno bianco. Non riesco a credere a quello che è quasi successo. Se fosse solo un sogno. Ma no. È successo. Mi sembra ancora di sentire il dolore provocato dalla Maledizione Cruciatus e i lividi sul mio corpo.

Che ora è?

Faccio per tirar via il mantello dalla testa, ma poi cambio idea.

No.

Non posso affrontarlo. Il Professor Piton. Aveva visto tutto. Tutto.

Mi vergogno così tanto. Sono debole. Non sono riuscita a fermarli, ho detto quasi tutto quello che volevano sapere, lo hanno torturato a causa mia.

Non mi muovo per qualche lungo istante, cercando di trattenere il respiro.

Dov’è? Non riesco a sentirlo. È anche lui qui? Forse l'hanno portato via di nuovo. Il panico mi attraversa a quel pensiero. Anche se non posso affrontarlo, l'idea di essere lasciata da sola è ancora più terrificante.

Poi mi rendo conto di quanto vigliaccamente mi sto comportando restando nascosta sotto il mantello e facendo finta di dormire. I problemi non se ne andranno se rimango distesa lì. Con un respiro profondo, lentamente mi muovo e scopro la testa, mettendomi a sedere.

Lui è ancora qui.

È seduto sulla sedia al centro della cella. Immediatamente i suoi occhi atterrano su di me e io allontano lo sguardo, stringendomi il mantello attorno al corpo, assicurandomi di mostrare la pelle il meno possibile.

Silenzio imbarazzante.

Mi pento di essermi svegliata. Se solo potessi tornare a dormire. Per sempre.

Poi mi rendo conto che non sono seduta sul mio materasso. Sono sul suo.

“Oh.” Comincio. “Mi dispiace. M-mi alzo subito-”

Faccio per alzarmi, ma la sua voce mi ferma. “Miss Granger, va tutto bene.”

“Ma è il suo-”

“Non sento alcun attaccamento emotivo legato ad esso.” Ghigna: “Se fosse per me, brucerei quella dannata cosa per non doverla vedere mai più.”

Quasi sorrido alle sue parole. Sono completamente d'accordo. Se solo potessimo dare fuoco all’intera prigione, i ricordi, il dolore, l'odore, tutto se ne andrebbe. Se potesse essere così semplice.

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