chi sono?

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Nicholas si svegliò di soprassalto, si alzò dal letto, era sudato, gli faceva male la testa e aveva il respiro affannoso.  Valentine lo guardava era vicino alla finestra, aveva i pugni chiusi e gli occhi persi nel vuoto

- Nicholas cos'hai?-

era come se non la sentisse, lo richiamò ma niente. Stava per alzarsi anche lei, e lo sentì bisbigliare qualcosa ma non capì, gli si avvicinò

-Nicholas non capisco, non ti sento-

Nicholas respirò profondamente

-Mi ha mentito-

non capiva chi gli aveva mentito? E perché era così spaventeto?

Nicholas si rivesti, e fece per uscire ma Valentine lo bloccò

-Non puoi andartene hai promesso-

Era sorpreso non si aspettava che lei gli dicesse quelle parole, ma era troppo arrabbiata voleva sapere che cosa significava quel sogno

-Spostati, tornerò, prima devo scoprire una cosa-

Non si mosse

- No tu resti qui, se hai un problema lo risolviamo insieme,  da soli non si esce da niente,  manca poco al tramonto, io sono qui per te, sono con te, ho gia avuto paura di perderti una  volta,non voglio e non posso perderti di nuovo-

Nicholas vide che i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime, quelle parole lo calmarono, poteva aspettare, voleva scoprire tutto, ma lei era più importante

-ok resto con te-

furono le uniche parole che riuscì a dire, lei gli prese le mani, gli tolse il giubotto e lo fece stendere di nuovo sul letto, si appoggiò su di lui e gli accarezzò il volto

-Raccontami cos'hai sognato?-

Nicholas prese fiato è iniziò a raccontare.

Valentine lo vedeva turbato, aveva gli occhi cupi, pieni da rabbia, anche una macchina troppo lenta lo faceva arrabbire, gli teneva la mano, e sentiva che lui la teneva stretta come se avesse paura

- Ehi! siamo arrivati, vieni!-

Valentine aveva portato Nicholas, alla stazione di polizia, sapeva che forse non avrebbero trovato niente, ma voleva fare un tentativo. Entrarono entrambi, Nicholas non aveva aperto bocca dalla partenza

-Senti che ne dici se parlo io?!-

Valentine gli teneva la testa fra le mani e gli sorrideva dolcemente,  anche lui era consapevole che qualunque cosa lo avrebbe fatto incovolare e annuì.

-Salve, mi chiamo Valentine West vorrei sapere se è possibile vedere gli omicidi avvenuti a Denver nel 1995-

la donna dietro la scrivania la guardò come insospettita

-Lei è la figlia di William West? -

Valentine cambiò espressione in volto e inizio ad innervosirsi

-si sono io-

la donna le sorrise

- Beh, non sarebbe possibile ma in questo caso posso fare un eccezione, mi segua-

Nicholas guardò Valentine seguire la donna, si era arrabbiata ma non capiva per cosa.

Valentine guidava, non aveva alcuna voglia di parlare e neanche Nicholas,  leggeva il referto del medico legale e della polizia

"  25 aprile 1995, Denver

Barbara Parker morta sul colpo da arma da fuoco...Joan Parker, marito di Barbara Parker , condannato nel 1988 per omicidio...uscito il 25 aprile del 1995 suicidatosi lo stesso giorno..Nicholas Parker consegnato all'orfanotrofio locale...

Dinamica dei fatti:

Joan Parker uscito di galera si è recato al Browser bar intorno alle 19:00( secondo testimoni) uscitone alle 20: 00, con un tasso alcolico molto più alto di quello consentito....Recatosi al civico 157 di Lex Street....Spara in camera da letto alla moglie Barbara Parker con un fucile a canne mozze...si spara alla testa pochi minuti dopo....Unico supiste Nicholas Parker, età: 9 anni...consegnato all'orfanotrofio Santa Teresa..."

"Condanna a Joan Parker del 1983.

Condannato per l'omicidio di  Rich Simon, (polizzioto)...movente: gelosia, secondo testimonianze, la moglie Barbara Parker aveva una seconda storia con un suo ex conoscente( Rich Simon)...Morte tramite ferita da corpo contundente, probabilmete martello...luogo avvenimento omicidio: nei pressi del Roxy saloon...sotto effetto di alcool e eroina...sconto della pena per  infermità mentale.."

Valentine guidava abbastanza veloce,  vedeva Nicholas sfogliare velocemente il referto, aveva in mano una foto di un uomo ma non riusciva a vederlo bene, Nicholas però aveva gli occhi puntati su quella foto era come perso, immobilizzato.

Mi sono innamorata di LuiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora