Capitolo 8

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Sentii la testa scoppiare, cosi mi alzai dal divano raccolsi il telefono e lo posai, poi presi un aspirina e andai a farmi una doccia prima di andare a verificare ciò che era successo in carcere. Sotto il getto d'acqua calda mi ritorno in mente ciò che una parte del mio cervello aveva represso e accantonato in un angolino buoi della mia testa e del mio cuore...

   <<Flashback>>

In una mite sera estiva io e John il mio ragazzo stavamo passeggiando per il parco dopo una stupenda cena, dopo un po' decidemmo di andare in un pub e John alzò un po' troppo il gomito e litigammo , lo portai a casa e si addormentò sul divano,  iniziai a mettere in ordine alcune cose nella mia camera finché non sentii le sue braccia che mi avvolgevano e poi sbatterono contro il muro facendo cadere delle cornici, era infuriato e non aveva smaltito la sbronza, inizio a riempirmi di schiaffi, io cercavo di ribellarmi con scarsi risultati, quando caddi a terra per via delle sue percosse incominciò a darmi calci nello stomaco. Quando mi diede un po' di tregua, prese un altra bottiglia di birra e se la scolò in pochi secondi poi la getto a terra e il liquido che fuoriusciva dalla bottiglia si impregnò nel mio tappeto bianco. Quando quell'orrenda nottata finii ebbi solo la forza di chiamare un ambulanza e aspettare che mi venisse a prendere. Dopo che fui guarita totalmente decisi di cambiare situazione e di accettare la proposta al carcere invece di recarmi a New York, avevo già pronte le valigie nel taxi, tornai un attimo in casa per prendere una busta che avevo dimenticato, stavo quasi per chiudermi la porta alle spalle quando sentii la porta sul retro aprirsi e la voce profonda di John chiamarmi, chiusi in fretta la porta e corsi nel taxi diretto all'aeroporto. Prima di imbarcarmi vidi John che chiedeva a molte persone se mi avevano visto mostrando un mia foto, mi infilai il cappello e gli occhiali e presi il volo per Londra. Ora si comincia una nuova vita...

  <<Fine Flashback>>

Uscii dalla doccia, mi vestii e mi avviai al lavoro. Le guardie carcerarie mi allertarono subito, poi Alexander il direttore del carcere mi affiancò per spiegarmi la situazione mentre camminavamo nei corridoi buoi e lerci. "Cos'è successo?!" dissi spaventata "Un ex detenuto è entrato qui non si sa come e si è diretto nell'ala femminile, nessuno si è accorto di nulla finché non abbiamo sentito uno sparo" "Sapete da dove venisse con un po' di precisione" "Si, la cella della detenuta 523" Corsi alla cella di Juliette e vidi Zayn sdraiato in terra, del sangue sul letto, la pistola in mano a Zayn e Juliette in un angolo impaurita. A quanto pare non ero l'unica ad aver passato una nottataccia. "MI avvicinai a lei, che mi abbracciò subito in modo caloroso, poi si accorse del rossore della mia guancia e mi guardò dritta negli occhi "Ti ha picchiata?!" "Non è nulla, qui cos'è successo?!" "Bè lo psicopatico demente che è steso a terra, è venuto qui non so come o quando ha aperto la porta, ha iniziato a sbraitare, dire che tu non lo amavi, che era colpa tua se il Liverpool perdeva e cazzate di questo tipo, poi ha iniziato a sparare e visto che non è abituato a queste emozioni forti e al rinculo della pistola è caduto ha sbattuto la testa e ora dorme, credo...penso, spero (?)" "Wow, tu stai bene?!" "Credo di si tu?!" "Più o meno". Zayn fu ricoverato mentre io e Juliette passammo la notte a parlare su John e mi diede un consiglio molto strano nel caso fosse tornato "Ammazzalo!". Che brutta notte ho passato...

 

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