Prologo

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Giovanni's Pov

Abbracciai un ultima volta mia madre, mentre gli altri caricavano le ultime provviste a bordo.
Giova: "Madre... Mi mancherete tanto..."
M: "Anche tu figlio mio, ma il dovere ti chiama"

Mi sorrise, accarezzando dolcemente i miei capelli, mentre mio padre si avvicinava a noi.
P: "Rendimi fiero"
Giova: "Lo farò, Padre"

Sorrisi, chinando il capo, per poi avvicinarmi all'imbarcazione.
Sarebbero partiti con me il mio migliore amico, Giorgio della casata Muratore, e la mia futura sposa, Erica Massara, non troppo simpatica. I suoi genitori gestivano la pesca italiana e sposarla avrebbe dato maggiore rilevanza alla mia famiglia.
Salii a bordo, trovando Giorgio che parlava con il capitano che ci avrebbe portato fino in Inghilterra, dove si sarebbe svolto il matrimonio.
Appena mi vide, salutò con il capo il capitano e mi raggiunse.
Giorgio: "Tutto pronto?"
Giova: "Si, puoi dire al capitano di partire"

Lui annuì per poi andare ad avvertire tutti dell'imminente partenza.
Ero abbastanza stanco,  così mi feci scortare fino alla mia cabina, dove trovai già tutti i bagagli sul pavimento.
Decisi di cominciare a svuotare le valige mettendo i vestiti nell'armadio, visto che il viaggio sarebbe durato qualche giorno.
Sentii bussare alla porta, così andai ad aprire, trovandomi davanti la mia "dolcissima" promessa sposa.
Erica: "Nemmeno saluti la tua futura compagna? Che gentiluomo..."
Giova: "Sono terribilmente dispiaciuto, farò in modo che la cosa non si ripeta"

Presi la sua mano per poi baciarla, mentre lei sorrideva.
A volte era troppo esigente, ma io non potevo farci nulla.
Giova: "Prego, entri pure"

Feci accomodare la ragazza, che subito storse il naso vedendo i vestiti che portavo in valigia.
Erica: "Quando saremo sposati dovrò buttare un bel po' di vestiti"
Giova: "A me sembrano abbastanza eleganti"
Erica: "Tsk."

Certo, perché non potevo commentare il fatto che la sua gonna abnorme e piena di decorazioni rosa e bianche la faceva sembrare un dolce pasquale.
Sospirai, per poi riprendere il lavoro che prima avevo lasciato in sospeso.
Erica: "Per non parlare dei tuoi capelli e della barba"
Giova: "Cosa hanno che non và, milady?"
Erica: "Tutto"

Decisi di non replicare, limitandomi a ignorare la sua presenza.
Giova: "Le dispiace lasciarmi solo per un po'? Ho dovuto preparare molte cose in questi giorni, sarei un po' stanco..."
Erica: "Quando saremo sposati dormiremo insieme, non credo ci siano problemi"
Giova: "Non dormirei mai con una donna prima del matrimonio"

Mentii.
Volevo solo riposarmi un po', e con lei in camera non era possibile.
Si sarebbe lamentata sul mio modo di dormire.
Erica: "Ha ragione. Non sarebbe per nulla elegante."

Con un inchino, si congedò uscendo dalla stanza, e lasciandomi finalmente da solo.
Sbuffai, per poi buttarmi sul letto e chiudere gli occhi.
Ero davvero molto stanco, una dormita non mi avrebbe fatto male.
Per fortuna, in pochi secondi il buio mi circondò.

******

Aprii gli occhi.
Avevo un leggero senso di nausea, segno che eravamo salpati.
Mi avvicinai all'oblò per osservare il mare, ma era troppo piccolo.
Il mio orologio da tasca segnava mezzanotte e mezza.
Probabilmente tutti stavano dormendo, quindi potevo andare sul ponte senza essere tempestato di domande.
Uscii dalla cabina cercando di fare meno rumore possibile, e poi raggiunsi il ponte.
Da lì si potevano vedere molte costellazioni, e lo spettacolo era meraviglioso. Sarei potuto rimanere a guardarle per ore, ma ero sicuro che dopo il matrimonio sarebbe stato difficile, visto che sarei stato comandato a bacchetta da Erica.
Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo.
Una mano sulla mia spalla mi riportò alla realtà, facendomi spaventare e urlare.
Giorgio: "Oh! Ti dai una calmata? È partito l'allarme?"
Giova: "Sei solo tu per fortuna... Ma sei pazzo? Mi hai spaventato."

Mi girai, guardando poi il mio migliore amico che cercava di non ridere, mentre incrociava le braccia.
Giorgio: "Quindi... Lord Levenghi... Come va con la vostra signora?"

Io risi.
Giorgio non era credibile quando provava a parlare elegantemente, infatti mi ritrovavo sempre a ridergli in faccia, mentre lui fingeva di essere offeso.
Giova: "Molto bene messer Giorgio. L'aria è liete questa sera, penso che sarà un piacere mirare le stelle."
Giorgio: "Ok basta, mi sono rotto il cazzo"

Sospirai, e poi ridacchiai guardando la luna. Gio era solito utilizzare questo tipo di vocaboli, anche in pubblico.
Giova: "Che linguaggio scurire e poco adatto a una persona del vostro calibro. Che gentiluomo siete?"

Dissi imitando Erica, mentre mi appoggiavo alla ringhiera di legno della nave.
Era tutto così rilassante.
Giorgio: "Gli altri mi definiscono gentiluomo. Io non ho mai detto di esserlo."
Giova: "Allora cosa vorresti essere? Che categoria ti piace?"

Lui sorrise, per poi sposare lo sguardo altrove, mentre io osservavo il pavimento in legno del ponte.
Giorgio: "Pirati..."
Giova: "Pirati? Vorresti essere un pirata?"

Alzai un sopracciglio confuso, mentre Giorgi si girava verso di me, improvvisamente pallido.
Giorgio: "No! Pirati!"

Mi indicò un punto sulla destra, e dopo poco notai una bandiera era su una nave poco lontana dalla nostra.
Rimasi bloccato.
Giorgio: "Dobbiamo avvisare gli altri! Presto!"

Afferrò il mio braccio per poi trascinarmi all'interno.

Ok...
Ecco il prologo!
È un po' brutto, lo so, ma dovevo far cominciare in modo abbastanza tranquillo, no?
Comunque... Non ho più niente da dire.
Bye!

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