Capitolo 12

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Andrea's Pov

Andre: Generale?!
Giova: "Scusa! Mi sono fatto prendere la mano! Te l'ho già detto!"

Era da qualche ora che litigavamo nella camera degli ospiti.
Aveva davvero esagerato a dire quelle  cose.
Non riusciva a trattenersi.
Giova: "Senti... Ne riparliamo dopo, va bene? Devi prepararti per il ballo"
Andre:  "A proposito del ballo... Perché cazzo hai detto si?!"
Giova: "Volevo partecipare ad un ultimo ballo elegante!"

Sbuffai, sedendomi sul letto ignorando la sua presenza.
Lo sentii sospirare mentre mi lanciava accanto dei vestiti.
Giova: "Metti quelli. Forse saranno stretti ma..."
Andre: "Per favore, esci dalla stanza"

Per fortuna fece ciò che avevo detto senza protestare, lasciandomi finalmente da solo.
La cosa che mi dava più fastidio era che credeva gli avrei fatto fare brutta figura.
Perché continuava a pensare che io fossi uno di quei pirati rozzi e privitivi? Non mi abbasserei a quel tipo di livello sinceramente.
Guardai gli abiti che mi aveva dato e li misi senza perdere troppo tempo.
Aveva ragione, non erano della mia misura, ma erano sopportabili.

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Ci fecero sedere in carrozza, io accanto a Giovanni e i suoi genitori  davanti a noi.
Andre: "Scusate la domanda ma'am, ma dove si terrà il ballo?"
M: "Al castello"

Mi sembrava un po' un esagerazione tenere un ballo al castello per un oca, ma preferii annuire e stare in silenzio.
In più Giovanni non mi aveva più rivolto la parola, e la cosa mi dava sui nervi.
M: "Immagino che vuoi abbiate già partecipato a balli del genere"

Disse poi interrompendo un silenzio che andava avanti da quasi cinque minuti.
In effetti avevo partecipato ad alcuni balli eleganti quando ero piccolo, quindi non avrei del tutto mentito.
Andre: "Certo ma'am"
P: "Avete mai avuto a che fare con dei pirati?"

La sua domanda mi spiazzò, perché non mi aspettavo che mi rivolgesse la parola.
Non capivo perché, ma quell'uomo mi guardava in modo strano.
Andre: "Si, molte volte"
P: "Capisco"
M: "Dev'essere stata un esperienza terribile"

Qualche volta avevo la tentazione di ridere, ma per fortuna riuscivo sempre a trattenermi.
Andre: "Ma questo ed altro per difendere la mia terra"

Notai che sorrise, e stranamente fece lo stesso suo marito.
Dopo circa mezz'ora, arrivammo a destinazione, e scesi dalla carrozza ci venne ad accogliere una coppia di mezza età.
Subito cominciarono a fargli le condoglianze. Capii che dovevano essere i genitori dell'oca.
Giovanni: "Signora, sono mortificato per...-"

La donna lo abbracciò, per poi tenerlo per quasi due minuti, fecendolo probabilmente soffocare.
X: "Non è colpa tua caro, non preoccuparti"
M: "Giovanni, Generale, se volete potete accomodarvi dentro"

Io annuii e mi chinai in gesto di saluto, entrando poi in quella che doveva essere la sala da ballo, seguito da Giova che riprendeva fiato.
Non avevano badato a spese per quel ballo. Mi chiedevo chi avrebbe poi spento tutte quelle candele che erano sparse sui tavoli e appese al soffitto. Andre: "Quella era la suocera?"

Chiesi cercando di rompere la tensione che si era creata tra noi.
Giova: "Si. Un po' appiccicosa, ma è buona in fondo"
Andre: "Tanto in fondo"

Sospirai, mentre notavo che Giovanni si guardava intorno.
Giova: "I miei genitori si insospettiranno se non chiedo un ballo a qualcuno"
Andre: "Vai pure. Io mi passerò il tempo in qualche modo"

Mi sorrise e poi si allontanò, dirigendosi verso una ragazza che al momento sembrava non aver nessuno con cui ballare.
Mi sentii strano nel vedere che con eleganza la portava verso il centro della stanza.
Dovevo ignorare però quella sensazione.
Una ragazza si avvicinò a me sorridendo.
Capii facilmente che dovevo per forza ballare con lei.
Sempre meglio che stare fermo a girarsi i pollici.
Andre: "Potrei sapere il vostro nome?"
Maria: "Maria"
Andre: "Andrea. Volete concedermi questo ballo?"

Allungai la mano verso di lei sorridendo, e lei ricambiò.
Maria: "Con molto piacere"

Appoggiai le mie mani sui suoi fianchi, mentre lei le univa dietro il mio collo.
Maria: "Da dove venite? Non mi sembra di avervi mai visto"
Andre: "Vengo dall'Inghilterra"
Maria: "Oh"

Ogni tanto tiravo un'occhiata a Giovanni che continuava a ballare con quella ragazza.
La cosa cominciava ad infastidirmi.
Maria: "E come mai siete venuti qui?"
Andre: "Ho salvato un ragazzo dai pirati"

Lei sembrò quasi stupita, e non potevo del tutto darle torto.
Era anche una bella ragazza.
Però avevo qualche quattro probabili figli sparsi per il mondo, quindi era meglio evitare le tentazioni.
Maria: "Quindi siete un eroe"
Andre: "Si... Si..."

Dissi senza prestare realmente attenzione alle sue parole, concentrandomi maggiormente su Giova che non si staccava da quella tizia.
Maria: "C'è qualcosa che vi turba?"
Andre: "Mh? No, per niente. Perdonatemi Milady, devo andare."

Senza nemmeno salutarla a dovere, mi allontanai, cercando di evitare le persone che ballavano.
Credo di aver fatto cadere 4/5 coppie.
Quando finalmente riuscii ad avvicinarmi a Giovanni, afferrai il suo braccio e cominciai a trascinarlo, mentre lui inizialmente sembrava confuso, ma poi cominciò a opporre resistenza.
Giova: "Che fai?!"
Andre: "Ti porto fuori. Abbiamo da fare se ricordi. Sul tuo modo di parlare ne discuteremo dopo"

Colpendo qualche altra persona, finalmente riuscii ad uscire da quella sala, sistemandomi poi i vestiti e sbuffando.
Ero uscito dalla porta sbagliata, infatti ci trovavano in una specie di giardino su quello che potevo chiamare retro.
Un forte odore di fiori riempiva l'aria.
Imprecai sottovoce, mentre pensavo ad un modo per arginare il problema.
Sentii Giova sospirare, così mi girai verso di lui.
Andre: "Qual è il problema?"
Giova: "Stavo solo pensando che... Mi mancherà tutto questo..."

Lo guardai per qualche secondo, sentendomi poi in pena per lui.
Di certo era abituato ad un tipo di vita diverso dal mio, eppure provava in tutti i modi ad adattarsi.
Mi maledissi mentalmente anche solo per il fatto di avere dei sensi di colpa.
Allungai la mano verso di lui, mostrando poi un sorriso più sincero che potevo.
Lui sembrava confuso, infatti non smetteva di guardarmi.
Mi assicurai che nessuno fosse intorno, per poi parlare in tono ironico.
Andre: "Mi concedete questo ballo?"

Giovanni rise per qualche secondo, afferrando poi la mia mano ricambiando il sorriso e rispondendomi a tono.
Giova: "Ne sarei onorato"

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