Capitolo 23

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Andrea's Pov

Più i giorni passavano, più il legame tra Manuel e Giova aumentava.
Sembravano avere molte cose in comune, e dovevo essere felice che finalmente avesse degli amici.
Ma non lo ero.
Sentivo che mi stava rimpiazzando con quell'idiota, e odiavo la cosa.
Durante i pasti, stava seduto accanto a lui, quasi ignorando la mia presenza.
Quando provavo a parlargli, si limitava a sviare il discorso e andarsene.
Non sopportavo più tutto questo.
Scoprii che Giorgio era un ottimo compagno, e sapeva anche combattere bene, sempre al fianco di Pietro.
Almeno loro due erano felici.
Per quanto riguarda l'oca Erica... Beh, lei era ancora rinchiusa da qualche parte che ignoro.
Lo stesso valeva per Matteo.
Per fortuna ero riuscito a raccontare alla ciurma tutto ciò che era successo, e loro mi aveva quasi tutti creduto.
Al momento ero seduto sul mio letto, mentre distrattamente giocavo con il portaoggetti, che ancora portavo con me.
Continuavo a leggere le parole scritte sui fogli, sperando di trovare qualcosa che mi facesse capire che in realtà era tutto sbagliato, ma più leggevo e più mi convincevo che non c'era via d'uscita.
Osservai la lettera di mia madre, abbassando poi lo sguardo, e immaginando com'erano i miei genitori nei loro anni di splendore.
Sorrisi nell'immaginare tutte le loro avventure.
Sempre vicini in ognuna di essere.
Nemmeno la morte aveva cancellato le loro gesta.
Quando ero piccolo, avevo sempre sognato di vivere come loro.
Volevo a tutti i costi diventare un pirata, e mi chiedevo sempre perché Blackrose non aveva mai abbandonato suo marito, nonostante sapeva quest'ultimo l'avrebbe portata alla morte.
La risposta ormai mi era chiara: Perché lo amava.
Non esisteva niente di più semplice ma allo stesso tempo complicato.
L'amore l'aveva spinta a non smettere di provare.
Chiusi il portaoggetti, riposandolo sul comodino e prendendo un respiro profondo.
Mi ero lasciato trasportare dai pensieri come sempre, dovevo davvero smetterla.
Non avevo chiuso occhio per tutta la notte, dovevano essere all'incirca le cinque del mattino.
Alzandomi dal letto, nascosti il portaoggetti sotto di esso, per poi uscire dalla cabina e guardarmi intorno.
Probabilmente gli altri stavano ancora dormendo.
Decisi di andare sul ponte per ammirare l'alba, come facevo spesso.
In fondo speravo che lì ci fosse Giovanni.
Lui adorava osservare le stelle, l'alba e il tramonto.
I suoi occhi brillavano di felicità ogni volta.
Fui quasi deluso quando non lo vidi.
Mi limitai ad appoggiarmi all'albero maestro ed osservare il cielo sorridendo.
Chissà quante volte i miei genitori lo avevano ammirato.
Forse pensavano come me che fosse stupendo in tutto, o forse no.
Magari preferivano guardarsi negli occhi, come io preferivo guardare quelli di Giova.
Tutte domande senza risposta.
Voltando leggermente lo sguardo, la mia attenzione fu catturata da un foglio di carta che era bloccato a terra da una pietra.
Curioso, decisi di afferrarlo, leggendo poi le poche parole scritte sopra di esso.
"Andrea. Vieni in camera di Giova"

Giovanni's Pov

*Qualche ora prima*

Ero stanco morto per tutto quello che era successo in giornata.
Pietro e Giorgio avevano approfittato del fatto che eravamo attraccati per farmi fare un ora ci corsa per il bosco.
Dopo Manuel voleva essere accompagnato per fare delle commissioni, che hanno riempito tutto il resto del giorno.
Finalmente ero tornato a bordo, e buttando la giacca a terra senza farci caso, mi distesi sul letto.
Chiusi gli occhi mentre mi sistemavo su un fianco sotto le coperte.
Avevo davvero bisogno di dormire.
Bastarono pochi minuti prima che il buio mi avvolgesse completamente.

Mi guardai intorno in quella che sembrava una caverna.
In essa, scorreva un corso d'acqua che doveva essere profondo diversi metri.
Avvicinai la mano ad esso, notando che non mi bagnava.
Davanti a me, una figura rimaneva immobile, mentre sul volto rimameva quel sorriso ormai a me noto.
Giova: "Andre?"

Non mi rispose, rimase semplicemente a fissarmi.
Mi avvicinai a lui, incrociando poi le braccia intorno al suo collo senza pensarci due volte.
Ricambiò l'abbraccio.
Andre: "Ti voglio bene"

Rimasi in silenzio qualche secondo, per poi sorridergli e passargli una mano fra i capelli.
Non ero io a controllare il mio corpo.
Giova: "Non sono tuo fratello"

Perché stavo dicendo questo? Le parole uscivano da sole mentre mi stringevo a lui.
Andre: "Lo so"
Giova: "Andre... Io..."

Improvvisamente afferrai le sue mani, unendole poi con una corda.
Lo stesso feci con le sue gambe.
Lui non reagiva, rimaneva sempre fermo.
Non sapevo perché stavo facendo una cosa del genere, non mi controllavo.
Giova: "Il mare rivuole l'anima promessa"

Sorridendo, lo spinsi in acqua senza che opposizione da parte sua.
Ero stranamente calmo.
Riuscivo a mentenere il controllo.
Quasi ne ero felice, ma dentro di me continuavo a urlare.
Perchè avevo fatto una cosa del genere?
Non vidi più bolle d'aria uscire dall'acqua e mi misi a ridere.
Il fratello mandato sulla terra aveva fatto il suo dovere.

Aprii gli occhi di scatto, quasi urlando.
Era solo un altro incubo... Non era successo niente.
Mentre cercavo di calmare il mio respiro, alzai lo sguardo su una figura che era nella mia cabina, e che avevo notato solo ora.
Giova: "Manuel? Che ci fai qui?"

Sentii una risata fredda e grottesca.
Non era la risata di Manuel, ne ero sicuro.
Giova: "M-Manuel?"
Manuel: "Devo sbrigare un'ultima commissione... Vieni con me?"

Feci cenno di no con la testa, mentre spingevo la schiena contro il muro.
Giova: "No... Magari la prossima volta..."

Si avvicinò a me, senza levare dal suo volto un sorriso malsano che mi fece gelare il sangue.
Manuel: "Forza... Non ti chiederò mai più niente"
Giova: "D-davvero... No...Mi stai spaventando..."

Mi guardai intorno, cercando qualcosa da usare come arma in caso di pericolo.
Manuel: "Bene... Allora lasciamo perdere le buone maniere"

Non riuscii a capire quanto fu veloce, ma in un attimo sentii un forte dolore alla testa, che mi costrinse a chiudere gli occhi.

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