Capitolo 9

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Andrea's Pov

Colpii ancora una volta le assi di legno del ponte con il piede, cercando di convincere Luca.
Andre: "Devi credermi. Dobbiamo andare lì. Se ciò che Giovanni dice è vero..."
Luca: "Non c'è nessuna certezza Andrea. Io non cambio rotta solo per delle supposizioni di un novellino che probabilmente vuole solo tornare a casa"

Cominciavo a innervosirmi, e questo era evidente.
Era da mezz'ora circa che cercavo di convincere il capitano ad andare a casa di Giova.
Se c'era anche solo un minimo indizio per trovare il tesoro, io lo volevo.
Andre: "Se voleva scappare avrebbe potuto farlo molte volte. Io mi fido di lui"
Luca: "Andre... È solo una leggenda quella. Abbiamo bisogno di fatti concreti noi.

Girai un attimo lo sguardo, osservando poi Giovanni poco dietro di me che parlava con Fede e Pietro.
Andre: "Sai cosa? Vado da solo con lui"
Luca: "Non osare. Ti ordino di non farlo"
Andre: "Tornerò vittorioso. Rimpiangerai i tuoi stupidi ordini. Giovanni!"

Il diretto interessato si girò quando chiamai il suo nome, per poi camminare verso di me e lasciare che lo trascinassi giù dalla nave.
Luca: "Andrea! Torna qui!"
Andre: "Col cazzo"

Dopo che mi fui allontanato dalle urla di Luca, lasciai Giova, che mi guardava incuriosito.
Giova: "C'è qualche problema?"
Andre: "Stiamo per partire"
Giova: "Dove andiamo?"
Andre: "A casa tua"

Lui sembrò non capire, mentre io ricominciavo a camminare ignorando le sue continue domande.
Giova: "Senza il capitano?"
Andre: "Che si fotta il capitano. Il mio amico ci procurerà una nave"

Stavo infatti andando dall'altro lato del porto, dove un mio conoscente gestiva un traffico di navi.
Giovanni erq davvero confuso, ma poco importava.
Arrivammo facilmente, e come immaginavo, lui era appoggiato al muro, attendendo banconote da parte di uno dei suoi clienti.
Mi avvicinai, dicendo al ragazzo che era con me di rimanere lì.
Andre: "Ehi Alex"

Alex si girò verso di me sorridendo, mentre il cliente si allontanava.
Alex: "Andre! Cosa ti porta qui?"
Andre: "Ho bisogno di un favore..."

Giovanni's Pov

Sbadigliai, mentre aspettavo che Andrea finisse di parlare con quello strano ragazzo.
Non avevo bene capito cosa aveva in mente, ma voleva andare a casa mia da quando avevo parlato di quel portaoggetti.
Come potevo però tornare a casa in quelle condizioni?
Vestito come un pirata e con un pirata vero.
A svegliarmi dalle mie considerazioni fu Andrea, che mi metteva una mano sulla spalla.
Andre: "Vedi quella nave laggiù? Bene, è nostra"
Giova: "Siete impazzito nel giro di qualche ora... Mi spiegate cosa vi prende?"
Andre: "Ho detto niente "voi"... Vabbè, lascia stare"

Afferrò la mia mano e mi trascino a bordo, mettendosi poi a osservare ogni singolo particolare dell'imbarcazione.
Giova: "Ma come possiamo andare a casa mia?"
Andre: "So da quale porto sei partito. Ho comprato una mappa"
Giova: "E poi i nostri vestiti..."
Andre: "Mi hanno assicurato che l'imbarcazione è fornita di quel tipo di vestiti che indossano i nobili"

Disse la parola "nobili" con un po' di disprezzo, cosa che mi fece rimanere un po' male.
Giova: "E poi...-"
Andre: "Shhh... Lascia fare a me"

Poggio un dito sulle mie labbra, per poi tornare a osservare l'albero maestro.
Giova: "Sapete almeno gestire la nave da soli?"
Andre: "Miglior navigatore, medico e capitano in circolazione, milord."

Sbuffai, mentre davo un leggero pizzicotto sul braccio di Andrea.
Giova: "Qual'è la mia cabina?"
Andre: "Vai e scegline una"

Anuii, per poi andare nei corridoi e guardarmi intorno.
Certo, non era grande come la nave in cui ero imbarcato prima, ma era comunque molto elegante e spaziosa.
Scelsi una cabina qualsiasi, per poi entrare e guardarmi intorno.
Finalmente avrei dormito in una cabina mia, e non condividendola con Andrea o in una cella.
Aprii l'armadio, e come previsto era pieno di vestiti eleganti.
Sorrisi al solo pensiero di qualcosa di decente dopo quei giorni insieme ai pirati.
Mi buttai sul letto senza pensarci due volte, per poi abbracciare il cuscino e godermi quegli attimi di tranquillità.

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Come già succedeva qualche volta, mi svegliai nel cuore della notte.
L'ultima volta che era successo la nave era stata assalita dai pirati, quindi ero un po' intimorito.
Mi alzai sbadigliando, consapevole che non sarei stato in grado di addormentarmi, e feci la stessa cosa che facevo ogni volta che succedeva qualcosa del genere: andai sul ponte per guardare le stelle.
Un'altra figura era lì.
Mi dava le spalle e, con la braccia appoggiate al cornicione, osservava il cielo stellato, lo stesso che io amavo.
Andre: "Anche tu qui?"

Si era accorto della mia presenza senza nemmeno girarsi.
Avrei voluto poter fare anch'io qualcosa del genere, ma non ci sarei mai riuscito.
Giova: "Già... Non riesco a dormire."

Mi avvicinai a lui, appoggiado le mie mani al cornicione e osservando la luna.
Andre: "È bellissimo il panorama, non credi?"

Quell'affermazione mi spiazzò.
A un pirata piaceva davvero un qualcosa di romantico come il cielo stellato e la luna?
Giova: "Si. Quando sono nervoso guardo le stelle. Mi rilassano"

Lui si girò un attimo verso di me e sorrise, per poi girare nuovamente lo sguardo.
Andre: "Fin da quand'ero bambino ho sempre studiato le costellazioni. I libri a riguardo sono quelli che più mi hanno interessato"
Giova: "Leggete?"
Andre: "Da quando avevo cinque anni. Per mia madre leggere era quasi sacro"

Era la prima volta che sentivo parlare dei suoi genitori.
Ero anche molto sorpreso nel sentire che un pirata avesse anche una cultura così elevata.
Giova: "Vi avevo sottovalutato"
Andre: "Lo fanno in molti"
Giova: "Perché non mi avete mai parlato dei vostri genitori?"

Lui sembrò sussultare, per poi smettere di parlare del tutto.
Non riuscivo a vedere la sua faccia per via della mancanza di luce, ma sapevo di aver chiesto una cosa stupida.
Imbarazzato dal momento, non sapevo se cambiare discorso o andare via.
Mi limitai ad osservare la luna.
In poco tempo provai uno strano calore sulla mano.
Capii poco dopo che era quella di Andrea che si era poggiata sulla mia.
Ringraziai il buio, che impediva al ragazzo accanto a me di vedere il mio rossore.
Ma nonostante tutto, quel gesto aveva portato via l'imbarazzo di prima, quindi mi sentii sollevato.
Poggiai la testa sulla spalla di Andrea, senza ancora aprir bocca, ma, in qualche modo, sperando che quel momento durasse per sempre.

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