Il giorno dopo, al risveglio, era bastato il primo battito di ciglia per fargli implodere il cuore nel petto. Con gli occhi che si aprivano dolorosamente alla luce del mattino, filtrata attraverso le tende, il signor Darcy sentì riaffiorare i ricordi della sera prima. Provò a richiuderli ma sembrava che così le immagini scorressero ancor più nitidamente nell'interno buio delle sue palpebre abbassate. Buon Dio! Quale demone aveva preso possesso del suo corpo solo una manciata di ore prima? E quale sadica entità aveva corrotto a tal punto Elizabeth Bennet da costringerla a fare... A fare... A fare cosa, esattamente? La volontà del diavolo? Perché ciò che avevano fatto aveva un sapore diabolico, senza dubbio. Erano stati preda di qualcosa di più grande di loro, di un sentimento oscuro, più torbido di tutte le tentazioni. La cosa più razionale da fare, in quel momento, sarebbe stata chiedere la signorina Bennet in sposa, senza alcun indugio. Razionale sì, ma... Altrettanto divertente? Probabilmente no. Darcy si alzò dal letto e, mentre si rendeva presentabile, cercava di raggiungere una sorta di tranquillità interiore che gli permettesse di ragionare lucidamente, o almeno che gli donasse un po' di pace. Sempre che si potesse chiamare "pace" avere lo stomaco in subbuglio e la mente in groppa ad un cavallo.
Elizabeth spalmò un po' di marmellata sull'ultimo biscotto e gettò uno sguardo distratto fuori dalla finestra. La sua vita le appariva surreale, in quel momento. Aveva chiesto alla cameriera di farsi portare la colazione in camera proprio per evitare d'incontrare il signor Darcy e adesso lui stava passeggiando fuori, nel cortile, proprio sotto i suoi occhi guardinghi. Che lui alzasse il viso proprio in quel momento e la cogliesse in flagrante mentre lo guardava appariva improbabile, eppure successe. Si fissarono per qualche secondo, attraverso il vetro, quasi sfidandosi a chi dei due avrebbe osato fare la prossima mossa. Poi Lizzie si alzò dal tavolino a cui stava facendo colazione, prese il soprabito adagiato sul letto e se lo infilò. Uscì dalla sua stanza e si diresse verso la sala d'ingresso dove fortunatamente Jane la stava già aspettando insieme al signor Bingley. Elizabeth si avvicinò, lo salutò e lo ringraziò con calore, egli fece altrettanto sorridendo. Su insistenza del gentiluomo aspettarono il signor Darcy per qualche minuto ma, poiché egli sembrava non volersi presentare per augurare un buon rientro a casa alle due ragazze, Lizzie e Jane (quest'ultima, non senza un'ulteriore occhiata verso Bingley) salirono a bordo di una carrozza ed osservarono Netherfield Hall allontanarsi sempre di più all'orizzonte, in silenzio, fino a quando la nebbia non ne dissolse del tutto le forme.
La missiva che tutti stavano aspettando fu recapitata a casa dei Bennet cinque giorni dopo. Charles Bingley aveva scritto al signor Bennet chiedendo la bella Jane in sposa, suscitando l'incredulità generale. Jane non aveva quasi proferito parola su quanto avvenuto tra lei e Bingley quella sera a Netherfield Hall, aveva soltanto accennato ad una lunga e piacevole chiacchierata, ed era per questo che la notizia aveva destato così tanto scalpore e causato uno stato di euforia isterica alla loro cara madre. Dal dolce sorriso che le faceva splendere il volto e dalla delicata compostezza che era riuscita a mantenere durante la pubblica lettura della lettera mentre desinavano, Elizabeth dedusse che i due giovani dovevano essersi concessi molto più di qualche affabile parola. Sua sorella, infatti, sembrava l'unica a non essere stata colta di sorpresa dalla notizia. Nonostante Lydia e Kitty non smettessero di correre per la casa gridando e la signora Bennet non facesse altro che benedire Bingley, Jane e tutti i santi del Cielo, Lizzie e la sorella riuscirono a rifugiarsi in un angolino riparato in fondo al giardino. -Mi sembra un sogno. Neanche una settimana fa ero una ragazza piena di dubbi e dal destino incerto, adesso mi sento la donna più fortunata del pianeta. Non riesco a credere che sia successo davvero. Ora che io e Charles siamo fidanzati, dovrò andare a Netherfield per discutere dei preparativi e mi piacerebbe che tu mi accompagnassi, visto che sarai la mia testimone di nozze. Pensavo di andarci la prossima settimana.- Mentre parlava, la felicità di Jane era così evidente che sembrava il ritratto vivente del sole. -Senza contare che, se verrai anche tu, forse avrai occasione di rivedere il signor Darcy. Non siete più tornati, alla fine. In quale affascinantissimo argomento hai detto che vi eravate persi?- la sorella la stava canzonando. Era evidente che non si fosse per niente bevuta la storia della lunga passeggiata tra le sale del palazzo. Lizzie decise di essere più chiara con Jane dato che non faceva altro che pensare al signor Darcy e aprirsi con la sorella l'avrebbe certamente aiutata a liberarsi da quel vergognoso segreto. -Jane, cosa faresti se l'uomo più irritante che tu abbia mai conosciuto ti facesse provare sensazioni al di là della tua comprensione? Se le vostre menti si muovessero nella stessa direzione ma lui fosse totalmente fuori dalla tua portata? Più ci penso e più mi sembra di diventare matta, siamo andati troppo oltre e ora sono incatenata a quel momento in cui non c'era spazio né per le parole né per la ragione. Ho paura di rivederlo, Jane, temo anche solo lo sguardo che potrebbe rivolgermi, ma se non lo rivedrò non saprò mai come sarebbe potuta finire. Che dici? Che dovrei fare? Non riesco a decidermi.- Jane rimase a guardarla a lungo, in silenzio. Poi rispose: -Dico che il signor Darcy farebbe bene a stare attento. Se mai dovesse sfuggirgli anche una sola espressione che un gentiluomo farebbe meglio a tenere per se, dovrà vedersela con una sorella più infuriata che mai!- Risero, insieme, fino a non avere più fiato nei polmoni. Quando ebbe ripreso un po' di fiato, Lizzie la abbracciò e le sussurrò: -Ehi, sono fiera di avere te come sorella e sarà per me un grandissimo piacere e onore farti da testimone. Grazie.- Le due sorelle si strinsero forte. Si sentiva più sicura con Jane dalla sua parte, e così anche il cuore le si fece più leggero. C'era anche da considerare che la Lizzie di solo qualche settimana prima non le avrebbe mai perdonato una tale codardia. Ora era pronta e la sua mente stava già volando al momento in cui avrebbe rincontrato l'uomo che aveva saputo instillare le più accese frenesie nella sua anima.
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Orgoglio e Pregiudizio - Un Incontro Alternativo
RomanceElizabeth, Darcy e una storia differente dal canonico.