Quella mattina il signor Darcy stava impiegando il suo tempo a rispondere ad alcune lettere d'affari. Sospirò e sollevò lo sguardo per scrutare il cielo fuori dalla finestra. Il sole era alto e non si vedeva l'ombra di una nuvola all'orizzonte, era un tempo perfetto per una veloce cavalcata nel parco. Magari più tardi si sarebbe concesso tale piacere ma prima, ahimè, doveva sbrigarsi a finire e spedire quelle lettere se non voleva trovarsi a dover fuggire in Scozia perché inseguito dai suoi collaboratori. La trovò una scena divertente e si permise un sogghigno, prima di chinare il capo e riprendere il lavoro da dove lo aveva lasciato.
-Venite, care signorine. Prego, benvenute.- il signor Bingley le fece accomodare su un divanetto chiaro, all'interno di uno dei saloni più luminosi della villa. Quell'uomo stentava a nascondere il sorriso più radioso che Lizzie avesse mai visto, guardava Jane estasiato e sembrava non riuscire a togliersi quell'espressione idiota dalla faccia. Sua sorella, invece, sarebbe potuta annegare nell'imbarazzo se questo avesse avuto forma liquida. Erano così teneri da osservare. Stavano lì a discutere su ogni dettaglio della cerimonia nuziale, o almeno ci provavano dato che le loro mani non perdevano occasione per toccarsi e i loro sguardi si ritrovavano a sfiorarsi più di quanto a Lizzie sarebbe piaciuto. Ogni tanto le chiedevano la sua opinione sul colore che avrebbero dovuto avere dei fiori in un determinato vaso, oppure volevano conoscere il suo parere sulla lista degli invitati. Fondamentalmente, però, Elizabeth si stava sentendo la chaperon più sgradita e annoiata del mondo e avrebbe pagato per poter lasciare la stanza anche solo per un po'. Forse non sarebbe stato necessario arrivare a tal punto. -Jane, signor Bingley, perdonatemi ma mi sento mancare l'aria, ho bisogno di uscire e respirare un po' all'aperto.- -Stai bene?- chiese la sorella -Sei sicura di voler...- Elizabeth non vedeva l'ora di andarsene da lì. -Sto bene, desidero solo una boccata d'aria. Perdonatemi.- fece una riverenza ad entrambi ed uscì, prima che sua sorella o il suo futuro cognato potessero parlarle ancora.
Lizzie aveva sentito una tale necessità di sfuggire alla compagnia dei due innamorati che, una volta chiusa la porta dietro le sue spalle, non si era fermata a pensare e aveva imboccato il corridoio che conduceva fuori dalla villa, verso il parco. Varcò la soglia e l'aria fresca le inondò i polomoni. Che magnifica giornata... Si fermò, ad occhi chiusi, per assaporare i raggi del sole. Quel tepore rassicurante e quella lieve brezza le fecero dimenticare l'irrequietezza e l'ansia che l'avevano accompagnata negli ultimi giorni. Perché mai avrebbe dovuto aver timore d'incontrare Lui? Poteva negare a se stessa di aver progettato in precedenza di abbandonare Jane e il signor Bingley nella speranza d'incontrare Darcy, se questi non si fosse palesato? Non aveva più importanza, non ne aveva davvero più perché quando lei aprì gli occhi, lui era lì, con l'espressione di chi vorrebbe trovarsi lontano anni luce e le mani sulle briglie di un cavallo. Dopo qualche secondo, Elizabeth decise di farsi avanti, spavalda: -Buongiorno, signor Darcy. Sono qui con mia sorella Jane, l'ho accompagnata per consigliare lei e il signor Bingley su alcune faccende riguardo alle nozze.- Lui emise uno sbuffo divertito che sembrò spezzare la tensione tra i due. -E c'è un valido motivo per cui ora non siete a prodigare le vostre sagge parole ai promessi sposi?-
-Avevo bisogno di una boccata d'aria e sono uscita, si direbbe che i due se la stessero cavando benissimo da soli.- Darcy non rispose. Spostava lo sguardo da lei a qualsiasi cosa entrasse nel suo campo visivo, Sant'Iddio quant'era bella, gli sembrava ancora un miraggio, uno scherzo del sole, forse era impazzito. Se quella era pazzia, allora sarebbe stato felice di farsi internare quanto prima. Si schiarì la voce e disse: -Signorina Elizabeth, considerando che avete detto di aver bisogno d'aria, che ne direste di fare un giro con me sul mio cavallo? Quale modo migliore per rinfrescarsi?- Sorrideva. Era bellissimo. La luce gli illuminava gli occhi e i capelli facendolo somigliare a uno di quei ritratti che sembrano animati, tanto sono vividi i colori. Come si poteva dire no ad una creatura simile?
-Signor Darcy, vi accompagnerò ma vi prego di far arrivare un messaggio a mia sorella, non voglio che si preoccupi.- Lui le sorrise ancora, stavolta con malizia. -Immagino che, se mi chiedete di avvertirla, contiate di stare via per un po' di tempo.-
Lizzie avvampò nell'istante in cui si rese conto di come dovevano essere suonate le sue parole. Non intendeva insinuare nulla, era stata fraintesa.
Però, non era forse lì per parlare con lui? Poteva essere quella l'occasione che cercava? Pensò che sarebbe stata una sciocca a non approfittarne.
-In verità sì, signor Darcy. Ci sono alcune questioni che vorrei approfondire con voi -diamine quanto era suonato male anche quello- non perdiamo altro tempo in chiacchiere e andiamo.-
Senza degnare uno sbigottito Darcy di uno sguardo, Elizabeth si avvicinò all'animale, infilò un piede nella staffa e si issò sulla sella, la testa alta come un'amazzone impavida.
-Spero che il vostro cavallo corra veloce quanto voi siete lento nel montare.-
Lui parve svegliarsi dalla sorpresa e indispettirsi, con sorprendente agilità saltò in groppa all'animale, proprio dietro Elizabeth. C'era poco spazio e il suo petto aderiva inevitabilmente alla schiena di lei. Avvertiva tensione tra loro due, avrebbero potuto innescare una tempesta di fulmini se non fossero riusciti a contenersi, avrebbero ridotto in cenere la magnifica magione di un ignaro signor Bingley se avessero ceduto di nuovo alle loro pulsioni. Elizabeth Bennet era la ninfa giunta a lui con l'intento di condurlo alla pazzia, ne era certo. Portò le braccia in avanti e afferrò le briglie con entrambe le mani, circondandola. Portò le labbra all'orecchio di Lizzie e con voce suadente le disse: -Siete pronta a correre, signorina Elizabeth? Da voi mi aspetto solo un sì. Ora reggetevi-.
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Orgoglio e Pregiudizio - Un Incontro Alternativo
RomanceElizabeth, Darcy e una storia differente dal canonico.