Uscii dalla porta-finestra del palazzo a molti piani, consapevole del gesto che avrei compiuto a momenti.Quel gesto che, togliendomi la vita, avrebbe posto fine sia ai miei problemi, che anche di tutti quelli che mi stavano attorno.
Il problema tra tutte persone che mi circondavano, ero io. Non era colpa loro se mi odiavano, non era colpa SUA se mi aveva detto cose che mi hanno fatto spezzare il cuore, o mi aveva fatto cose orrende. Loro avevano una ragione per farlo, e con il tempo, mi avevano convinta che ero io l'errore.
Ma sopratutto, una persona in particolare era stata a farmelo credere, sin dall'inizio.
Guardai la gente di New York che dall'alto sembrava un mucchio di tante piccole formiche su un pavimento. Quel gesto avrebbe risolto tutti i miei problemi, mi continuavo a ripetere in testa. Non sarei stata più un peso per nessuno.
La pioggia batteva sul mio capo, la gente camminava e correva da tutte le parti con degli ombrelli nelle mani. Il cielo era grigio, e rendeva l'atmosfera più triste e cupa.
Con un passo coraggioso mi misi con i piedi sul muretto, che divideva il balcone di quel piano al vuoto totale. Ero pronta a lasciare la terra? Probabilmente no, probabilmente si, chi lo avrebbe mai detto? Neanche io lo sapevo e ne ero tanto convinta.
Da una parte non volevo farlo, per il timore di quello che mi sarebbe potuto accadere dopo, ma dall'altra parte, sapevo che buttarmi dal cinquantesimo piano sarebbe stato sì un gesto da codardi, che mi avrebbe impedito di risolvere i problemi faccia a faccia con chi me li aveva causati, ma se questo era l'unico modo per non soffrire più, l'avrei fatto.
Mi riguardai un'ultima volta i piedi, per poi lanciare uno sguardo al vuoto.
Pensai, ma come ero arrivata a quel punto? Chi erano le persone che mi avevano causato così tanta sofferenza e cosa le ha portate a farmi fare questo?Se ve lo stesse chiedendo, questa è la mia storia, raccontata sin dall'inizio.
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"Per l'amor del cielo, Shay, vuoi svegliarti che siamo in ritardo?" Sentii scuotermi da qualcuno che doveva essere per forza mio fratello Calum.
"Eh, che ora è?" Chiesi con voce assonnata sbadigliando.
"Sono le 7.40 a.m., e dobbiamo essere a scuola fra mezz'ora. Ti conviene alzarti subito se non-" Continuava a parlare ma lo interruppi prima.
"Sono pronta, mi lavo i denti e andiamo!" Urlai mentre mi sistemavo la maglietta a righe bianche e nere.
"Come hai fatto?" Mi guardò con uno sguardo del tipo «Tu non sei normale.»
"Pratica fratello, tanta pratica." Risposi correndo velocemente verso il bagno.
Mi lavai i denti con una mano e con l'altra sistemavo i lunghi capelli neri che mi cadevano morbidi sulla schiena. Misi velocemente un po' di mascara e subito uscì.
"Shay, Ashton già è qui sotto, ci sta aspettando!" Parlò Calum prendendo il suo amato zaino nero e scendendo le scale. Presi anche io velocemente lo zaino che avevo preparato la sera prima e vi infilai all'interno il cellulare con le cuffie e mi avviai velocemente verso l'esterno di casa mia.
"Hey Shay!" Mi salutò Ash con un bacio sulla guancia.
"Ciao Ash!" Risposi.
Io, Calum e Ashton siamo migliori amici sin da quando avevamo 10-11 anni. Io e Ash abbiamo la stessa età, invece Calum ha un anno in più di noi infatti il prossimo anno si iscriverà al college.
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MEMORIES || Luke Hemmings | 5sos (lrh)
FanficDALLA STORIA: «Mi riguardai un'ultima volta i piedi, per poi lanciare uno sguardo al vuoto. Pensai, ma come ero arrivata a quel punto? Chi erano le persone che mi avevano causato così tanta sofferenza e cosa le ha portate a farmi fare questo? Se ve...