Capitolo 5

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«Emma siamo a casa!» sentii dire da quella che doveva essere sicuramente la voce del papà.

«Venite sono qua fuori» risposi, invitandoli ad uscire sul terrazzo.

Il clima era mite e un bel maglioncino sarebbe bastato per stare lì senza patire il freddo.

Le lucine che avevo piazzato tra le piante servirono a creare atmosfera. Sembravo aver curato l'allestimento di un elegante ristorante.

«Wow!!!» sentii esclamare da tutti, non appena misero piede su quell'enorme balcone.

«Et voilà» affermai in toni francesi.

Io ed Edith eravamo state molto brave. Mancava ancora tutto in quella casa, ma con un tocco di fantasia, eravamo riuscite a tirar su qualcosa di decente. Dovevo ammettere che la creatività della mia nuova amica era stata essenziale.

«Piacere Signor Zaccagnini, io sono Edith, abito al piano di sotto» si presentò senza attendere troppo tempo. La ragazza cresciuta in periferia, per nulla timida e impacciata, non perse occasione per farsi conoscere. «Sua figlia mi ha detto che è un creatore di cartoni animati, ha tutta la mia stima. Io sono una ritrattista ed è sempre bello incontrare artisti come lei». Adesso sembrava la mia compagna quella investita da un'inarrestabile parlantina.

«È un piacere conoscerla signorina Edith» le sorrise papà mentre la nuova arrivata si prestava a cingere la mano di tutti.

«Tu devi essere il piccoletto di casa!» affermò quando si ritrovò davanti a Geremia.

«Ma tu sei Tiana!?!» le chiese mio fratello sgranando gli occhi. Restò imbambolato. Eravamo cresciuti a botta di pane e cartoni animati e, completamente sognante, aveva scambiato la mia nuova amica per la protagonista de La principessa e il ranocchio. Per un secondo non capii se credeva fosse realmente lei o se si fosse perdutamente innamorato di Edith. Ad ogni modo era come impalato.

«Non sono io, ma sei il primo uomo che mi scambia per una principessa».

L'ingenuità di Geremia fu così genuina che una risata coinvolse tutti.

«Che ne dite di accomodarci?» affermò subito dopo Zeno, invitandoci tutti a sedere.

«La seguiamo Signor Zaccagnini».

Dall'altro lato della tavola, Geremia corse a spostare la sedia di Edith.

«Si accomodi principessa». Non arrivava neanche a metà del tavolo eppure si era prestato a fare da gentiluomo. Erano insoliti per lui atteggiamenti del genere. Chissà quali pensieri viaggiavano adesso nella mente di quel bambino di soli tre anni.

«Grazie» rispose la nostra vicina visibilmente emozionata. Quel piccoletto doveva farle grande tenerezza.

Ad ogni modo l'unico ad apparire un po' fuori dal mondo era il solito Jacopo. Quella sera sembrava particolarmente interdetto, ma avrei avuto tempo per analizzare il suo stato d'animo.

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