Capitolo 13

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«Dai ma è stato carinissimo!» affermò Edith mentre ero chiusa in un camerino a misurare abiti

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«Dai ma è stato carinissimo!» affermò Edith mentre ero chiusa in un camerino a misurare abiti.

«Carino? Ma dai. Vorrai dire banale e scontato!» replicai provando ad infilare quel vestito stretto consigliatomi dalla commessa.

Naturalmente parlavamo dello sconosciuto Ethan e del bigliettino che mi aveva lasciato al ristorante la sera prima.

«Cavolo quasi non respiro. Devi alzarmi la cerniera» le dissi aprendo la tenda.

Edith rimase per un secondo senza parole.

«Dio se sei bella» riuscì a dire.

«Per favore dammi una mano» la implorai prima di soffermarmi sul suo sguardo.

«Tuo padre resterà incantato».

«Dici?» chiesi insicura guardandomi allo specchio. «Non credi sia eccessivo?». Finalmente aveva tirato la lampo.

«Per nulla. Credimi sei uno schianto!» affermò fiera. Era poggiata con il mento sulla spalla e mi abbracciava da dietro. In quella stretta sentivo tutto il suo affetto.

«Non è troppo per un compleanno?».

«Fa quarant'anni, c'è da festeggiare».

«Hai ragione. Voglio sia tutto perfetto».

«Allora è quello adatto» mi spronò Edith riferendosi al vestito.

«Vero. Ci vuole un abito importante per un'occasione importante» sostenni convinta. «Adesso però mi liberi?» aggiunsi ridendo. Era estremamente bello, ma mi comprimeva tutta la cassa toracica.

«Chi bella vuole apparire un po' deve soffrire».

«Si dice anche a Parigi?» risi sfottendola.

«Simpaticona ti sta squillando il cellulare».

Mi piegai per arrivare alla borsa e presi dal taschino esterno il telefono. Con una mano reggevo il vestito e con l'altra provavo a rispondere.

Avevo lo sguardo della commessa e gli occhi interrogativi di Edith, puntati addosso.

«Sì, entra sono dentro» dissi prima di staccare. La conversazione era durata solo il tempo di prendere la chiamata.

«Chi è?» riuscì ad interrogarmi Edith, trovando subito risposta. «E lui che ci fa qua?» chiese un istante dopo vedendo entrare Jacopo.

«Deve comprare anche lui un vestito che sia all'altezza del compleanno».

«Buongiorno ragazze» esordì mio fratello accostandosi al camerino.

«Io ho già trovato la soluzione» lo informai lasciando sbucare solo la testa fuori dalla tenda dello spogliatoio.

«Sei stata veloce».

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