I giorni che mancavano al compleanno di Zeno sembrarono volare velocemente e l'organizzazione dei suoi quarant'anni fu più complicata di quanto pensassi. Prenotammo i tavoli per la cena nel ristorantino di Clarisse. Io e Jacopo scegliemmo menù, musica, vino, composizione del tavolo. Più che i preparativi per un compleanno, sembrarono essere quelli per un matrimonio. Naturalmente a pretendere la perfezione di ogni dettaglio fui proprio io. Non avrei mai lasciato nulla di quel giorno al caso. Tutto doveva eccellere e quella giornata iniziò prestissimo per me. L'ora 'x' era scattata, era tempo di mettersi in azione.
La sveglia suonò alle cinque e mezza del mattino. Senza attendere troppo, corsi a fare la doccia. Con più calma mi truccai ed infilai qualcosa.
Cercai di essere meno rumorosa possibile. Nessuno doveva svegliarsi prima che fosse tutto pronto. In silenzio iniziai a preparare il composto per i pancake. Quando tolsi dalla padella l'ultima frittella, il profumo si era già esteso in tutta la casa.
«Wow» esclamò Geremia quando irrompendo in cucina vide tutto quel ben di dio.
«Buongiorno amore mio!» lo accolsi dolcemente facendo il giro della penisola per prenderlo in braccio. Su quel tavolo c'erano muffin, biscotti secchi, pancake, croissant, spremute d'ogni tipo, latte, caffè e come se non bastasse la giornata era bellissima e fuori c'era un sole meraviglioso.
«Mettiamo tutto sul terrazzo? Mi aiuti tu?» chiesi al piccolo di casa accarezzandogli la fronte. Geremia si stava ancora riprendendo dai postumi del sonno e teneramente annuì con la testa. Quando fu tutto pronto, svegliammo Jacopo e Mattia e tutti insieme invademmo la camera da letto del papà. Mattia cingeva tra le mani un muffin con tanto di candelina accesa, mentre noi gli stavamo dietro. Aperta la porta della stanza, non impiegammo molto ad intonare la celeberrima Tanti auguri a te.
«Auguri papà!» urlammo alla fine fiondandoci tutti sul letto.
«Ragazzi ma siete fantastici!» esclamò Zeno baciandoci uno ad uno. Il risveglio non era stato dei più delicati, ma nostro padre sembrò apprezzare tutto quell'impeto.
«E ora spegni la candelina» lo esortai a soffiare guardandolo sorridere. Adoravo vederlo star bene.
«Papà, papà» lo bloccò subito Geremia. «Chiedi alle candeline di far tornare la mamma?».
«Vieni spegniamole insieme» rispose al suo bambino percependo in quella frase tutto il malessere dei suoi figli. Bastò poco per ricordargli perché ci fossimo solo noi a festeggiare con lui quel giorno.
«Tre, due, uno» conteggiò nel frattempo Jacopo che con il suo intraprendente modo di fare provò a ridonare allegria a quella situazione.
«E ora tutti sul terrazzo!» invitai ognuno di loro non appena un impercettibile filo di fumo si levò dalla candelina.
STAI LEGGENDO
A due passi da te
RomansaEmma è una splendida ragazza di vent'anni. Figlia di un matrimonio al collasso, ben presto si ritroverà a preparare le valigie per raggiungere una nuova meta: Parigi. All'inizio è timorosa e titubante, conosce poco della vita e dovrà caricarsi di...