Capitolo 19

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                        Peter's pov
<<Sei tu... Il padre sei tu, Peter...>>.

Tutto il mondo mi crolla addosso, mi si forma un nodo in gola, cado in ginocchio, mi metto le mani tra i capelli e scoppio a piangere, urlo, piango e urlo.

Chiudo forte gli occhi e mi rintano nel mio piccolo, un angolo con una finestra e zio Ben che legge una storia diversa ogni volta, questa volta tra le mani ha il libro "Promessi sposi", un romanzo d'amore italiano, quando mi faccio per avvicinare a zio Ben, due braccia circondano il mio collo e sento il petto di Giada venire a contatto con il mio, poi le sue mani si mettono sule mie guance e mi costringe ad aprire gli occhi, <<Non è colpa tua...>> prendo le mie mani tra le sue, <<Ti ho mai detto che per me tu sei la cosa più importante del mondo? E che non c'è nulla che possa sostituirti? Ti ho mai detto che per me sei una delle stelle più luminose? E ti ho mai detto che farei di tutto per te? Ti ho mai detto che, quando la notte non riesco a dormire, immagino te vicino al mi letto che vegli il mio sonno? E ti ho mai detto che quando vedo un vestito carino nei negozi immagino come starebbe bene su di te? E che ti amo? E che... e ch->> il mio borbottare viene arrestato dalle sue labbra che si posano sulle mie nel modo più delicato possibile, premo una mano dietro la sua schiena e approfondisco il bacio.

Quando ci stacchiamo guardo prima la sua pancia e poi i suoi occhi, oddio, i suoi occhi... Sono la cosa più bella del mondo... sorride e inclina la testa di lato poi mi parla con la voce candida <<So tutto... Sei tu che non sapevi nulla... e mi dispiace... Ti amo, Peter>> ancora, le lacrime prendono il sopravvento e gli occhi mi pizzicano, sento la gola bruciare e in un attimo sto piangendo tra le braccia di Giada.

Bagno tutta la sua maglietta di lacrime.

Mi asciugo le guance, non voglio sapere nulla.

Poi mi alzo e le dico in tono menefreghista <<Ci vediamo stasera. Ti vengo a prendere alle undici. Fati trovare pronta.>> e me ne vado, lasciandola dasola, in ginocchio sull'asfalto, davanti al corpo di Blackburn.

Mi avvio verso l'albero Dove ho lasciato la bicicletta, la riprendo e pedalo lento fino a casa mia, quando vedo zia May alla finestra che parla con Michelle mi vine da urlare, ma non lo faccio, perciò prendo la strada per la casa dell'estate.

Butto la bicicletta all'entrata e apro la porta, accendo la corrente e accendo la tv, vado in cucina, prendo un pacchetto di pop-corn e la metto nel microonde, premo il dito su "dieci minuti" e aspetto, si sente il rumore dei semi che esplodono, guardo ancor ancora un po' la busta quasi gonfia girare e poi vado davanti al frigorifero, prendo una vaschetta di gelato al cioccolato, il mio gusto preferito, e la appoggio sul ripiano della cucina, prendo il sacchetto di pop-corn dal microonde e lo soffio, apro e metto del sale americano con dell'olio, prendo un cucchiaio dal cassettone e torno in soggiorno. Prendo il telecomando e metto Netflix su "Miraculous LadyBug" mi tolgo la maglietta e mi metto sul divano con un coperta. Ad ogni scena saliente, sempre praticamente, prendo una manciata di pop-corn e una cucchiaiata di gelato al cioccolato.

Mi lecco le labbra e se ti il sapore di dolce e salato sulla lingua, sputacchio nel barattolo di gelato, ormai vuoto, e mi guardo l'ultimo episodio, mi infilo più sotto la coperta, ed a fine puntata chiudo gli occhi.

Sbadiglio, portandomi una mano alla bocca, guardo l'ora e mi accorgo che sono le dieci, mi alzo e mi rimetto la maglietta, spengo la corrente e monto in sella alla bici, entro le dieci e mezza sono a casa, saluto la zia con un bacio e mi hiudo in camera, metto lo smoking nero e la cravatta, slaccio un po' la camicia sul petto e mi guardo allo specchio, sto per mettere il gel sui capelli quando mi zia entra, <<Sono quasi le undici, io sono pronta. Forza, sei peggio di una donna!>> ha ragione, mi infilo le scarpe e metto un po' di profumo, per oggi i capelli li lascerò al naturale.

Guardo truce la spazzatura senza nessun preciso motivo, quando May mi afferra per il braccio e mi trascina fuori casa, io mimo con le labbra un "A dopo..." rivolto alla spazzatura.

Salgo in macchina e aspetto che la zia entri.

Partiamo per andare a prendere Giada.

Arriviamo alle undici precise, scendo per suonare al citofono dell'Avengers Tower, <<Chi è?>> prendo un respiro profondo <<Sono io, Peter. Sono venuto a prendere Giada...>> la sento sbuffare poi chiude <<Okay, scendo>>.

In questo preciso istante starà prendendo l'ascensore e starà venduto da me, con il suo magnifico vestito.

Dopo quasi una buona mezz'ora la vedo nell'atrio, <<Ow... Ciao...>> sale in macchina e salita mia zia, mi prendo il colletto della giacca  e ripeto tra me e me <<Poso farcela... Forza Peter, forza Spiderman... Forza Spiderman...>> apro lo sportello e mi metto a sedere, un silenzio allegria tra di noi, le uniche persone nell'abitacolo. La zia parte verso la festa, io mi continuo ad allacciare e  slacciare un bottone della camicia e Giada si tira le pieghe del vestito.

Isyoi occhi sono concentrati sulle sue mani che stirano il vestito, i suoi capelli sono morbidi e profumati, mentre le sue gambe scoperte mi provocano.

Quando arrivamo scendiamo dall'auto, io guardo lei, ma lei non guarda me, appena si gira mi accorgo che il vestito è cortissimo, le arriva appena ad un quarto della coscia.

Quando adocchio lì sotto il cuore mi batte forte, le mie guance si tingono di rosso e il mio cervello inizia a benedire il suo corpo con pensieri tutto fuorché casti.

Qualcuno mi aveva detto che avrei pensato di volerla fare in questo momento... ma ora non ricordo chi.

OMG, Spiderman is Peter Parker!! 2 [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora