XII - Ricordi

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Beerus camminava furibondo lungo il corridoio, borbottando frasi prive di logica.

-mi dispiace, siamo arrivati qui per non ottenere niente-
-ci abbiamo provato almeno-
-aspettate-
-Aatashi, cosa c'è?-
-io... Vi aiuterò-
-cosa?! Davvero??-
-come mai hai cambiato idea all'improvviso?-
-ho pensato un po... Ma dovete promettermi che non direte nulla sulla posizione del pianeta dei draghi-
-va bene, lo promettiamo-
-non hai risposto alla mia domanda però...-brontolò Beerus.
-diciamo che... Vorrei dimostrare alle divinità che i draghi non sono bestie assassine-
-cosa facciamo allora?-
-ho solo bisogno di un posto per consultare le mie mappe-
-beh il palazzo di Zeno è vuoto adesso-
-sarà perfetto-
-ed io potrei aiutare-sorrise Shin.
-allora andiamo-

Da Blue e Daishinkan.

Le dava le spalle, aveva smesso di parlargli ed infine smise di guardarlo, l'angelo sospirò.

-padre... Padre non andartene... Ti prego-
-Blue..?-

Parlava con voce rotta, stava sognando e... Piangeva, un'espressione di dolore sul volto, stringeva le mani e gli occhi con forza, Daishinkan le spostò i capelli dal viso e notò che Blue indossava dei potara neri, come aveva fatto a non notarli prima?

-padre...-

Daishinkan voleva sapere, doveva, così decise di entrare nella mente di Blue, non era qualcosa di facile da fare ma, era necessario, chiuse gli occhi, quando li riaprì si trovò in un campo, i fiori erano morti, secchi e anneriti, sangue secco che copriva la terra, tuttavia alcuni fiori erano vivi, bianchi e privi di macchie, nati in un terreno come quello, accasciata al suolo, sporca di sangue che piangeva, una bambina, gli abiti strappati e la pelle piena di ferite e lividi.

-perché mi hai fatto questo?! Perché?!-Urlò.
-Blue...-
-madre perché mi hai abbandonata?!-
-madre...?-Guardò intorno a se per un secondo.

Il luogo cambiò improvvisamente, era l'entrata di un edificio in cemento, una donna spinse Blue da un uomo vestito come un assassino.

-tenetevela-
-abbiamo già pagato tutto-
-bene-
-madre no! Non lasciarmi! Madre ti prego!-
-non chiamarmi madre-

L'uomo prese il polso di Blue e iniziò ad incamminarsi all'entrata, mentre la madre andava via, la bambina si liberò e corse dalla donna, afferrandole disperatamente la gamba, le lacrime rigavano quelle guance arrossite.

-madre ti prego non lasciarmi! Farò la brava! Non accadrà più! Madre ti prego, ti voglio bene!-

La donna la colpì in viso, facendola cadere a terra, si fissarono, la piccola con occhi confusi e scioccati, mentre quelli di lei erano pieni d'odio e disgusto.

-avrei voluto non averti mai fatta nascere... Sei un mostro-

Si voltò e andò via, mentre Blue le urlava di fermarsi.

-madre! Madre! Perdonami! Perdonami!-
-è tempo di andare ragazzina, dimenticati di tua madre, ti ha venduta... Come una bestia da macello-

Divenne tutto buio, quel luogo sparì disintegrandosi come uno specchio, la rivide, correre senza più forze in un luogo dall'erba verde, alcuni alberi di ciliegio in fiore contornavano il tutto, si fermò all'interno di una struttura, il fiato le mancava, le nocche erano ferite, doveva aver dato pugni contro qualcosa, il viso era sudato, sporco di polvere e sangue, sul fianco notò la maglia strappata, un oggetto biancastro spuntava dalla carne, sembrava un coltello in osso, non riusciva a calmarsi, provò a togliere quella lama dal fianco ma finì con urlare dal dolore.

-c'è qualcuno qui?-

Una voce le blocco il respiro, si guardò attorno mentre premeva la shiena contro il muro, una mano stretta sulla ferita e l'altra sulla pietra.

Hero - Dragonball superDove le storie prendono vita. Scoprilo ora