Incubi

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Logan

Passiamo la giornata normalmente. Senza uscire o fare chissà che. Quando siamo insieme, spesso ci basta questo, o almeno per me è così.
L'ora di cena arriva in un lampo e, un po' per pigrizia, un po' perché non ci vedevamo da tanto e vogliamo festeggiare, decidiamo di ordinare delle pizze. Io prendo la pizza alla Margherita e lui con le salsicce.
Il ragazzo delle consegne ci mette poco ad arrivare e le pizze sono belle calde.
Per passare ancora meglio la serata, scegliamo un film e ci mettiamo a guardarlo in salotto sul divano.
In realtà io non presto molta attenzione alla televisione, sono pieno di pensieri su quello che è successo oggi.
Kendall è arrivato a casa mia all'improvviso, il che mi fa piacere, ma ho litigato con Mackenzie. Non è per lei che mi dispiace, ma non posso permettermi di essere mollato. Senza questa relazione sarei ancora più vulnerabile e indifeso dai miei sentimenti di quanto io non sia già. Forse esagero, non è la prima volta che litigo con lei, ma se per qualche motivo ci dovessimo lasciare, avrei una paura tremenda.
Per quanto sono immerso nei pensieri, non mi accorgo neanche che sto fissando Kendall.
«Hey, amico, tutto ok?» al suono della sua voce torno alla realtà.
«Mmh? Sì, sì, ero solo...» non mi fa finire la frase.
«Ti dispiace molto aver litigato con Mack, vero? E non dire "ma no, non ti preoccupare", perché in parte la colpa è anche mia!» sì, in effetti gli avrei detto qualcosa del genere, perché non voglio che si preoccupi o pensi che ce l'ho con lui.
«Sì, mi dispiace, ma sul serio, non devi stare in pensiero per questo. Sei appena arrivato e voglio che ci godiamo entrambi questa vacanza!» affermo.
«Ok, basta che riesca a godertela anche tu!» ribatte.
«Certo. Dai, continuiamo a vedere il film.» dico rivolgendo la mia attenzione alla TV, sulla quale non vedo altro che nero. Sento Ken che ride.
«Ahahah! Guarda che il film è finito! Ahahahah! Non te ne eri neanche accorto!» sposto lo sguardo varie volte da lui al televisore ormai spento. Solo dopo qualche secondo comincio a ridere anch'io.
«Ahahah! Ok, lo ammetto ero un po' distratto!»
«Un po'? Ahahahah! Sarà finito da almeno un dieci minuti! Ahahahahah! Altrimenti non ti avrei chiesto se era tutto ok!» replica.
«Va bene, ero molto distratto!»
Continuiamo a ridere fino a non avere più fiato. In realtà non è poi una cosa così divertente, ma quando stiamo insieme non riusciamo mai ad essere seri troppo allungo e oggi lo siamo stati fin troppo!
Dopo un po', decidiamo di andare a dormire.
Saliamo al piano di sopra e ci diamo la buona notte.
«'Notte, Logie.» mi dice lui, facendomi l'occhiolino, cosa che mi fa inevitabilmente arrossire, ma cerco di non farglielo notare.
«'Notte, Ken.» gli rispondo per poi entrare in camera mia.
Mi metto il pigiama (che stavolta è un pigiama vero e proprio, per evitare altri problemi come quello di quando era appena arrivato) e mi sdraio nel mio letto per dormire.

Sto correndo. Non so il perché, ma è come se cercassi di trovare qualcosa, o qualcuno.
Attorno a me non c'è niente. Anzi, no, è pieno di alberi, che lasciano libero il sentiero sul quale corro, come per indicarmi la strada da seguire. E c'è una luce gialla che riempie tutto. Più corro, e più la luce che vedo davanti a me diventa accecante. Ad un tratto, vedo stagliarsi una sagoma in mezzo a questa luce. Mi fermo appena capisco chi è: Kendall. Sta ridendo. Vederlo ridere, mi rende felice, allora comincio a ridere anche io. È bellissimo, di una bellezza accecante, come la luce che lo avvolge.
Dopo un po' smetto di ridere e dico qualcosa. Non so cosa, le mie labbra si sono mosse da sole e non me ne sono neanche reso conto. Appena finisco di parlare, lui smette di ridere e diventa improvvisamente serio. Cosa ho detto? Perché fa così?
«Io no!» mi risponde con rabbia e disprezzo. Ora ho capito. Gli ho detto di amarlo.
Si gira e scompare in quel bagliore che piano piano si affievolisce fino a spegnersi. Non riesco a vedere neanche più gli alberi e non so più dove andare.
Parlo di nuovo, per essere precisi, urlo il suo nome per farlo tornare. Non voglio che mi lasci qui, da solo, al buio, senza sapere cosa fare.
Ricomincio a correre, continuando a chiamarlo. Grido sempre più forte e inizio a piangere disperato. Non vedo niente, quindi stendo le braccia in avanti nella speranza di toccarlo.
Tutto d'un colpo, la luce gialla riappare e Kendall con essa.
Mi blocco, terrorizzato da quello che potrebbe dirmi o farmi.
Ora mi è tutto chiaro. Quando ancora non gli avevo rivelato i miei sentimenti, andava tutto bene, sapevo cosa fare, perché lui mi restava vicino per indicarmi la via. Invece, ora che gli ho detto tutto, l'ho allontanato, rendendo tutto oscuro e non ho più una strada da seguire, perché la mia strada è lui.
Il mio braccio destro è ancora disteso verso di lui. Se ne accorge e prende la mia mano nella sua e con quella libera, asciuga le lacrime che continuano a rigarmi il viso senza sosta. Il suo tocco mi sembra così... Concreto, eppure la luce, gli alberi, anche il buio, mi sembrano inesistenti.
«Va tutto bene, Logan. Non è successo niente. Andrà tutto bene comunque.» mi dice con voce calma e ferma. Questo mi fa esplodere.
«NO, KENDALL, NO!!»

Stormy Weather || KoganDove le storie prendono vita. Scoprilo ora