Mezze Verità

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Logan

Appena mi sveglio, mi viene in mente quel che è successo ieri notte. Il sogno, Kendall che mi consolava... Dormire tra le sue braccia è stato bellissimo! Mi sono sentito protetto, al sicuro da qualsiasi cosa. Ma ora non mi sento più così, questo perché Kendall non c'è. Probabilmente è andato a fare colazione. Mi alzo e mi vesto, poi lo raggiungo in cucina. Appena mi vede, sorride e mi saluta.
«Hey, buongiorno!»
«Buongiorno.» gli rispondo con la voce impastata dal sonno.
«Hai fame?» mi chiede lui.
«Sì, un po'.»
«Bene, ti ho già preparato un caffè.» mi informa porgendomi una tazzina bianca.
«Ah, grazie, non dovevi.» gli dico. Mi stupiscono sempre queste dimostrazioni d'affetto da parte sua, anche se sembrano cose da niente.
Mi siedo e comincio a sorseggiare il caffè.
«Hai fatto altri incubi?» mi domanda appena finisce di bere il suo.
«No, non ne ho fatti... Grazie a te.» lui mi guarda sorridente quando gli dico questo.
«Beh, è stato un piacere.» per qualche secondo mi domando a cosa si riferisca esattamente. A non avermi più fatto fare incubi? Ad aver dormito con me? No, non può essere che si riferisca a quest'ultima cosa. È contento per avermi aiutato e basta.
Finisco di bere.
«Oggi arriva Carlos, sai a che ora?» gli chiedo ricordandomi di Los.
«Sì, prima l'ho chiamato. Arriva tra due ore.» mi informa.
«Bene, giusto il tempo di un'altra dormita!» affermo con uno sbadiglio.
«Non vorrai davvero tornare a dormire?!» mi chiede stupito. Effettivamente ho sonno, ma in realtà non sono sicuro di voler passare le ultime ore che mi rimangono con Kendall dormendo. Sono felice che venga Carlos, ma mi piace molto stare con Ken da solo.
«No, tranquillo, stavo scherzando!» lo rassicuro.
«Ah, ok! Anche perché, se ti va, vorrei uscire un po'.» mi propone. Guardo fuori dalla finestra: è molto nuvoloso, probabilmente pioverà.
«Uscire, dici? Ci sono molte nuvole.» gli faccio notare.
«Nah, dai, torneremo in tempo!» afferma senza preoccuparsi, al contrario di me, che non sono molto convinto, ma decido di assecondarlo.
«Ok, se lo dici tu.

Quando usciamo, non so perché, ma ho la sensazione di aver scordato qualcosa, ma non ci faccio troppo caso, non credo sia niente di importante. Andiamo un po' ovunque, senza una meta precisa. Ogni tanto, senza farmi notare, osservo Kendall e mi riviene in mente il mio incubo. E se glielo raccontassi? Che potrebbe mai succedere? Ovviamente non voglio dirgli la parte in cui rivelo i miei sentimenti per lui, ma sento che dirglielo potrebbe aiutarmi.
Camminiamo per un po', poi ci fermiamo in un parco. Vedo una panchina e mi ci siedo. Kendall si siede accanto a me e rimaniamo in silenzio per un po'. Forse ha capito che voglio dirgli qualcosa, o forse lui non ha niente da dire. Dopo qualche secondo, comincio a parlare.
«Ero in una foresta... Nell'incubo, intendo...» dico le prime due frasi ma lui mi interrompe.
«Pensavo che non volessi raccontarmelo.»
«In effetti, non volevo, ma ho pensato che potrebbe aiutarmi a non farne più. Ultimamente sto facendo davvero troppi sogni brutti e mi sento stressato!» gli spiego. Lui, in risposta, annuisce incoraggiandomi a continuare il mio racconto.
«Dicevo... Ero in una foresta, con della luce gialla che riempiva ogni spazio. Io correvo, ma ad un certo punto eri apparso tu e io mi ero fermato. Non so perché, mi tu stavi ridendo e mi hai influenzato, quindi ho cominciato a ridere anche io...»
«Forse questa parte l'hai sognata perché ieri ci siamo messi a ridere quando tu non ti eri accorto che il film era finito!» mi interrompe lui di nuovo per darmi un suggerimento.
«È vero, potrebbe essere per questo, ma non è la parte più importante.» infatti, il punto decisivo dell'incubo, è decisamente quello in cui gli dico di amarlo. Non voglio dirgli questa parte, ma non so come saltarla... Forse potrei dire una mezza verità: gli dico che non ho sentito quel che gli ho detto (che è vero) e tralasciò la parte in cui lui mi risponde, parlando direttamente del momento in cui si arrabbia e va via!
«E qual è la parte più significativa?» mi chiede vedendo che mi sono bloccato.
«Beh, quella in cui inizia l'incubo. Noi stavamo continuando a ridere, ma io ti ho detto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare. Non so cosa, però, perché nel sogno ho solo mosso le labbra, ma tu mi hai sentito lo stesso e sei andato via arrabbiato.» più parlo, più capisco che probabilmente è inutile raccontargli tutto questo, se poi non gli dico tutto per filo e per segno. Ma, ormai, non posso smettere, perché gli sembrerebbe troppo strano e di dirgli tutta la verità non se ne parla!
Sto per continuare a parlare, quando lo fa Kendall.
«Sai... Oltre a ciò che hai detto nel sogno, non hai sentito anche una cosa che ti ho detto io...» dal tono che usa, sembra che voglia che io mi ricordi qualcosa, ma non mi viene in mente niente.
«Dopo che sono andato a bere, ti dovevo dire una cosa, ma quando ho cominciato a parlare, tu ti sei addormentato.» prova a spiegarmi vedendo la mia espressione perplessa.
Ora ricordo, lui mi stava parlando, neanche so di cosa per quanto avevo sonno, e io mi sono messo a dormire.
«Ah, sì, certo, mi ricordo!» gli dico.
«E... Ti viene in mente qualcosa di ciò che ho detto?» mi chiede quasi come se preferisse non doversi ripetere.
«No, mi dispiace, ero stanco morto!» mi scuso.
Solo ora, noto che siamo molto più vicini di quando ci siamo seduti prima. Deve essere stato lui ad avvicinarsi a me, perché io non mi sono mosso!
«Sì, in effetti è giusto che dovessi riposare...» parla con un tono di voce non basso, ma che posso sentire solo io, nel caso qualcuno si avvicini a noi, e mi si avvicina ancora. Comincio quasi a spaventarmi, un po' come l'altra notte, in cui ho avuto paura perché quando mi sono svegliato Kendall era in camera mia.
«Sai che quando dormi sei...» non riesce a finire la frase che sentiamo un tuono molto fragoroso e comincia a piovere.
«Cazzo, dovevamo portarci degli ombrelli!» esclama, facendomi capire solo ora cosa ho dimenticato quando siamo usciti di casa!
«Hai ragione! Dai, non pensiamoci e torniamo a casa!» dico alzandomi dalla panchina.
Nel parco ci sono molti alberi, quindi la pioggia ci bagna di meno, ma appena andiamo in strada ci bagnamo tutti.
Corriamo veloci verso casa mia.
«Te l'avevo detto che... Ah!» volevo parlagli, ma, per farlo, mi sono girato verso di lui e mi sono distratto, quindi, per sbaglio, ho messo il piede in un punto particolarmente scivoloso e sono quasi caduto all'indietro. Fortunatamente, prima che il mio corpo tocchi terra, Ken mi afferra da dietro. Dovremmo continuare ad andare, ma quando la mia schiena tocca il suo petto, mi blocco e lui fa lo stesso. Sono tremendamente in imbarazzo, probabilmente ho la faccia rossissima, e la posizione (che fa avvicinare un po' troppo i nostri visi) non aiuta affatto! Dopo qualche secondo, lui spezza il silenzio e mi aiuta a rimettermi in equilibrio.
«Sta più attento, non voglio che tu ti faccia male.» mi dice affettuosamente. Cerco di non badare troppo al fatto che ha specificato che lui ci tenga che io non mi faccia niente, altrimenti rimarrei bloccato di nuovo a rifletterci.
Continuiamo a correre finché, finalmente, non vediamo casa mia.
Nella mezzora che ci resta prima che arrivi Carlos, decidiamo di farci la doccia.
Io uso il bagno al piano di sopra, al contrario di Kendall, che usa quello al piano terra.
Mentre mi lavo, ipotizzo cosa volesse dirmi Ken prima che cominciasse a piovere. Tutto fa pensare che volesse farmi un complimento. "Quando dormi sei carino"? "Quando dormi sei bello"? "Dolce"? Tutto quel che mi viene in mente, non lo direbbe mai una persona che ti è solo amica, ma io e Kendall, purtroppo, siamo semplicemente amici, quindi è da escludere che volesse dire una delle cose che ho pensato.
Esco dalla doccia e mi asciugo, dopodiché, mi metto dei vestiti puliti e, soprattutto, non fradici. Poi mi risistemo i capelli in modo che non ci sia un singolo capello fuori posto. Non so perché sono così fissato su questo, ma ci tengo molto. Kendall, invece, cambia pettinatura praticamente ogni mese, ma appena esce dal parrucchiere, ha i capelli completamente in disordine, ed è una delle tante cose che mi piacciono di lui, anche e soprattutto perché è opposto a me. Noi sembriamo molto simili, di carattere. Appariamo entrambi sicuri di noi, ma la verità e che lo è solo lui. Io mi atteggiò come se sapessi sempre quel che faccio, ma non è affatto così. Ho sempre mille dubbi nella testa, sono incerto in tutto quel che faccio e non sono per niente bravo a gestire situazioni importanti! Gli unici momenti in cui mi sento sciolto, sono quelli in cui sto con Kendall, o almeno prima le cose andavano in questo modo. Sono passati neanche due giorni e ho già notato che ormai non è così nemmeno con lui! A questo punto, non vedo l'ora che arrivi Los, così non dovrò preoccuparmi di fare brutte figure con il biondo.
Guardo l'ora e mi accorgo che tra meno di un quarto d'ora verrà Carlos. Impiego altri dieci minuti per decidere che i miei capelli non hanno niente che non va, e poi esco dal bagno.
Kendall ci ha messo molto meno di me ed è già in salotto ad aspettare.
Il latino è sempre molto puntuale, infatti sentiamo suonare il campanello precisamente allo scadere dei cinque minuti rimanenti.
Vado alla porta e Los mi abbraccia nell'istante in cui la apro.
«Logan, sono così contento di rivederti!» quasi grida mentre, più che abbracciarmi, mi stritola!
«Anche io, Carlos, ma non potrò farlo se ora mi uccidi!» lo avverto con la voce soffocata dalla sua stretta.
«Ahahah, ok, scusa! E l'altro idiota dove sta?» chiede riferendosi a Ken.
«E chi sarebbe l'idiota?!» chiede proprio il biondo affrettandosi ad abbracciare Los.
«Tu! Anzi tutti e due!» dice scherzando. Per stare al gioco, io faccio finta di essere offeso.
«Perché siamo idioti?» gli chiedo con voce fintamente triste.
«Bo, lo siete e basta!» afferma con decisione.
«Beh, sì, forse hai ragione!» ammette Kendall ridendo.
«In ogni caso, tu non sei certo da meno!» gli faccio notare, continuando a recitare la parte dell'offeso.
«Dai, perdonalo! Se è un idiota anche lui, come può rendersene conto.» neanche presto attenzione a quel che mi ha detto Ken, dato che, parlando, ha messo il suo braccio attorno alle mie spalle.
«Hey, amico, tutto ok?» Carlos cerca di riportarmi alla realtà, vedendo il mio sguardo perso.
«Mmh? Ehm, sì, sì. Dai, vieni, così puoi sistemare le tue cose!» faccio finta di niente.

Cominciamo a pranzare e chiacchieriamo.
«Alexa come sta?» chiede Kendall al più basso.
«Molto bene. Le ho chiesto se le andava di stare con noi, ma ha intuito chepreferiamo trascorrere questo mese tra ragazzi!» gli risponde aggiungendo unarisatina a fine frase.
«Beh, ha intuito bene!» aggiungo io.
«Assolutamente. Ah, invece tra te e Mackenzie come va?» ecco, ora arrivano ledomande a cui non voglio rispondere.
«Direi bene...» dico rimanendo sul vago.
«Come sarebbe "direi"? Avete litigato?» continua a chiedermi,incuriosendosi.
«No, non abbiamo liti...»
«Sì, hanno litigato!» risponde Kendall al posto mio. Mi scoccia un po' questo elo dimostro sbuffando e guardando male il biondo.
«Ma non posso dirti il perché, altrimenti avrei una vita molto breve!» affermaKendall fissandomi.
«Ok, non voglio che Logan ti uccida, quindi smetto di farti domande!»finalmente Los ha capito la situazione.
Pensavo che con il suo arrivo, si sarebbe sistemato tutto, ma non credo chesarà così!an... VolHYqm

Stormy Weather || KoganDove le storie prendono vita. Scoprilo ora