Ricordi

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Kendall

Sarebbe talmente semplice. Dovrei solo aprire la bocca e far uscire la mia voce che, se potesse, mi prenderebbe a pugni.
L'ironia della sorte: ho sempre spronato Logan a sfogarsi con me, a non tenersi dentro le cose. Adesso, invece, sono io ad aver bisogno di frasi rassicuranti. Ho bisogno delle sue braccia attorno a me, anche in un semplice gesto di amicizia. Qualsiasi cosa andrebbe bene, pur di non vederlo più così. Potrei anche sopportare il suo odio.
I miei occhi cadono sulla sua mano pallida ed immobile. Non so come, ma il mio corpo riesce a trovare la forza necessaria per farmela toccare. Anzi, non solo toccare. Riesco a tenerla stretta in una delle mie mani, mentre con l'altra ne accarezzo il dorso. È un po' più freddo del solito, ma non molto.
«Ce ne ho messo di tempo, eh?» ho parlato. Non me ne sono neanche reso conto. Sono contento di esserci riuscito, pur avendo detto una sciocchezza.
«Credimi, non sono sicuro nemmeno io del perché mi ci è voluto così tanto!» ormai ho preso il via, posso farcela.
«Non sai quanto mi sento in colpa. Non parlo solo di non averti detto niente fin'ora, ma anche del giorno dell'incidente. Se fossi rimasto con te come volevi, ora staresti bene. Mi dispiace.» se penso a quel giorno, ho ancora tanti rimorsi.
Ora sento di potergli dire qualsiasi cosa senza barriere, ma non faccio in tempo.
«Kendall, potresti uscire un secondo? È importante.» Margaret apre la porta e mi chiama. Preferirei rimanere qui, ma dalla sua espressione triste capisco che è davvero molto importante, così la seguo.
Fuori, in corridoio, ci sono James, Carlos, Alexa, Mackenzie e la famiglia Henderson. Hanno tutti una faccia da funerale e Presley sta addirittura piangendo.
«Io non voglio!» dice rivolgendosi ai genitori.
«È la cosa più giusta da fare, anche per lui.» le risponde la madre, che sta trattenendo le lacrime per miracolo.
«Scusate, qualcuno vuole spiegarmi cosa sta succedendo?» chiedo decisamente preoccupato. Gli altri mi guardano un attimo, cercano di aprire la bocca per rispondermi ma si bloccano.
«È da tanto tempo che Logan è in coma e non c'è ancora mai stato un miglioramento.» è Margaret a parlare, visto che nessun altro ci riesce.
«Sì, quindi?» chiedo ancora.
«Quindi... Kendall, mi dispiace davvero tanto... I genitori hanno deciso di far spegnere le macchine.» spegnere le macchine. L'unica parte della frase che mi è rimasta impressa è "spegnere le macchine". Si sono arresi, vogliono lasciarlo morire. Non ci posso credere, come si può anche solo pensare di far morire una persona senza che si sappia se questa vuole o no? Non se ne parla, non lascerò che succeda una cosa del genere.
«No, non potete farlo!» cerco di oppormi.
«È l'unica cosa che si può fare. Non possiamo lasciarlo in quella stanza per sempre!» Mackenzie si alza di scatto dalla sedia e indica la finestra che mostra l'interno della 394. Mi affaccio e guardo Logan, poi mi giro verso di lei. La guardo negli occhi e ci vedo tutta la sua perfidia, molta più del solito. Improvvisamente, capisco perché i genitori di Logan hanno preso questa assurda decisione.
«È stata lei, vero?» chiedo, senza interrompere il contatto visivo.
«Non ha importanza...» il papà di Logan comincia a parlare, ma io lo interrompo.
«Come hai potuto? Come puoi volerlo uccidere?» alla mia affermazione, gli altri trasaliscono, ma lei rimane immobile, come se non le avessi detto niente.
«È per questo che non potevi venire oggi, eh? Dovevi prima convincerli.» continuo a provocarla, ma lei non risponde.
«Kendall, ora stai esagerando!» Alexa cerca di difendere la sorella, ma io non la ascolto.
«Vi rendete conto che lo ucciderete?!» adesso mi rivolgo a tutti. Non credo abbiano ben chiaro il significato di quello che succederà. Lo perderemo per sempre, non potremo nemmeno fargli delle visite, se non in un cimitero, davanti ad un pezzo di pietra.
«Tanto, morto o in coma, è uguale!» James riceve subito una mia occhiataccia.
«No, non è uguale!» l'unica a capirmi è Presley, ma non dice niente, le sue parole sono bloccate dalle lacrime continue. Sospiro, cerco altre cose da dire, ma capisco che è come parlare con dei robots che hanno la risposta già registrata.
Mi giro e me ne vado. Ogni secondo che passa vado sempre più veloce, allo stesso andamento della mia rabbia che sale
costantemente. Mi ritrovo a correre in mezzo alla gente, giù per le scale, rischiando anche di andare addosso a qualcuno. Mentre giro un angolo, rovescio un carrello contenente varie fiale. Non ho né la voglia né la forza per preoccuparmi di aver fatto un danno grave.
Quando arrivo al parcheggio, sferro un calcio alla gomma dell'auto. Non sento neanche il dolore.
Arrivo a casa in pochi minuti, senza una multa solo per miracolo.
Me ne vado subito in camera, spalanco la porta facendola sbattere e prendo a pugni il muro. Solo quando ho le mani rosse smetto, appoggiandomi contro il mio precedente sfogo con le braccia e la testa bassa.
«L'ho già perso, l'ho perso per sempre.» mormoro tra le lacrime. Piano piano, la tristezza prende il posto della rabbia. Sento una forte malinconia buttarmi a terra, letteralmente. Il pavimento è freddo, ma lo trovo estremamente accogliente in questo momento. Questa freddezza, mi riporta alla mente la sua pelle. Liscia, congelata.
Ora comincio a sentirmi in colpa. In una situazione del genere, ho preferito tenermi le mie paure piuttosto che fargli compagnia! Sono solo riuscito a dirgli due cazzate. Le mie parole non potevano certo fare un miracolo, ma avrei almeno voluto fargli capire che io ero lì per lui, che andrei anche sulla luna se servisse a qualcosa.
Non so per quanto tempo piango, forse anche per delle ore. Quando smetto, sento gli occhi bruciarmi. Devo sbatterli un po' di volte per vedere bene. Vado in bagno a rinfrescarmi il viso e quando il mio sguardo finisce sullo specchio, quasi mi spavento: occhi rossi, vene in evidenza attorno alle palpebre e pelle pallida. Sembro un cadavere. Cadavere. Quello che Logan diventerà. Faccio un piccolo sorrisetto ripensando ai giorni prima dell'incidente, quando eravamo ancora spensierati (nonostante i vari problemi di cuore) e non posso fare a meno di pensare a come vorrei essere stato al suo posto. Beccarmi la storta alla caviglia, l'onda addosso e la caduta dalle scale. Qualsiasi cosa pur di togliere Logan da questa situazione di merda. E mi sembra ancora di star reagendo con leggerezza, perché non riesco a ficcarmi completamente l'idea in testa: Logan verrà fatto morire. Me ne dovrei fare una ragione? Gli altri sembra ci siano riusciti. Persino la famiglia, Presley a parte, ci sta provando. Per Mackenzie non posso certamente stupirmi, l'idea è stata sua. Mi chiedo solo "Perché? Per vendetta? Perché se non lo avrà lei non lo avrà nessuno?" non credo che capirò mai, neanche se me lo spiega direttamente lei. Ma forse non voglio neanche capire, è già disgustoso aver pensato di fare una cosa del genere, se ci mette anche le spiegazioni sicuramente assurde non può che peggiorare.
Forse non avrei dovuto aiutarlo a capire che doveva lasciarla. Almeno ora lei non avrebbe fatto tutto questo. Ma non potevo saperlo, sapevo solo di volerlo sorridente lì, su quella spiaggia illuminata dalla luna. Quanto è stata bella quella sera. Ricordo la sua mano intrecciata alla mia, i suoi sguardi intimiditi, l'acqua e la sabbia sul suo viso e quel primo e forse ultimo bacio. Avrei dovuto dargli un bacio un po' più esplicito anche sulla barca, magari non si sarebbe fatto tutti quei dubbi e non avrebbe salito quelle maledette scale.
La mia malinconia sale sempre di più, mi riporta alla mente tanti ricordi. Quando sono arrivato qui e lui era in mutande (quasi rido a ripensarci), quando ho dormito con lui la prima notte, il nostro abbraccio sotto la pioggia, quando abbiamo cantato Young Love insieme. Continuo a pensare che la scelta di quella canzone non sia un caso. O era per Mackenzie, o per qualcosa che forse non scoprirò mai. Improvvisamente, l'istinto mi dice di scendere in sala hobby. Appena ci entro vado verso la scatola che contiene tutte le canzoni. Cerco il CD di Young Love e quando lo trovo lo esamino da cima a fondo. Non so perché, ma sento di poter trovare qualcosa di utile. La mia idea si rivela esatta. Non ci avevo fatto subito caso, ma all'interno della scatola del CD c'è anche il testo della canzone e tutte le mie parti sono evidenziate. Non so cosa possa significare, ma di dà molto da pensare. Controllo anche altri testi e il risultato è lo stesso: le mie parti saltano subito all'occhio grazie all'evidenziatore giallo. Non riesco a darmi una spiegazione. Decido di tornare su questo particolare dopo, adesso la mia attenzione è catturata da una album di fotografie con la scritta "Big Time Rush - Family" in copertina. Lo sfoglio e vedo che ha fatto fotografie fin dall'inizio della serie, fin dal primo concerto e le ha fatte stampare tutte. Ci sono sia foto con James, Carlos e me, sia foto con fans. Ripenso al titolo che ha dato all'album. Eravamo come una famiglia, ogni componente aveva un ruolo, per questo era così equilibrata e forte. Ora che lui se ne andrà, tutto si sta facendo a pezzi. Non c'è più quella bella armonia di una volta.
Rimetto a posto l'album prima di scoppiare di nuovo a piangere e ne trovo un altro. Il nome è mi fa venire i brividi, ma non perché mi spaventa: Kendall con un cuore vicino. Lo apro con uno scatto e vedo che ci sono solo foto mie o in compagnia di Logan. Ne cerco uno simile con Los o Jamie ma non c'è. Potrebbe voler dire solo una cosa ma non riesco a crederci. Anzi, forse a questo punto non voglio crederci. Scoprire adesso che lui prova qualcosa per me... Mi distruggerebbe. Eppure il destino sembra volere proprio questo, perché alla fine dell'album, dentro a dei porta listini, ci sono una marea di pagine scritte da lui, tutte dedicata a me. Le scriveva come se io, un giorno, potessi leggerle. Una in particolare mi attira. È stropicciata, come se l'avesse accartocciata magari per rabbia o grande tristezza. Probabilmente stava piangendo perché la calligrafia dà l'idea di qualcuno che trema e la consistenza della carta è rovinata. Per capire meglio la leggo.

Caro Kendall,
sono stanco, stanco di dovermi limitare a queste lettere finte, di dovermi sempre accontentare. Vorrei avere il coraggio di dirtele in faccia tutte queste cose, ma non ci riesco, mi intimidisci con un solo sguardo, ma non perché mi fai paura: perché ho paura di non vederti più. Se io ti dicessi cosa provo, potresti scappare via da me e abbandonarmi e io non sopravviverei. Però le parole ce l'ho qui, in gola. Se solo avessi il coraggio...
A volte chiudo gli occhi e desidero che sia tu a fare il primo passo o a darmi qualche "spinta", ma questo non succede. Forse dovrei arrendermi, mettermi l'anima in pace e guardare altrove. Ma è difficile. Anni a vederti nei sogni, ad averti nei miei pensieri e poi lasciarti andare. Sarebbe davvero complicato.
A volte, invece, quando chiudo gli occhi immagino come sarebbe la mia vista se stessi con te. Ci immagino in tipiche scene da film romantico, come ad un picnic, al cinema, al luna park, o anche semplicemente a casa da soli. Troppo bello per essere vero. E in fatti non lo è. Non lo sarà mai.
Ecco, sei riuscito a farmi piangere anche stavolta, contento? Ma perché mi dovevi piacere proprio tu? Non potevo innamorarmi di una ragazza, tipo Mackenzie? Così sarebbero stati felici tutti... E invece no, quello che doveva aggiudicarsi il mio cuore sei proprio tu, complimenti.
Meglio se smetto di scrivere, prima di allagare tutto.

Spero un giorno tuo,

Logan

Sono scoppiato a piangere dopo neanche due righe. Nonci credo, come sono potuto essere così cieco? Ora che lo so per certo mi pareovvio che è innamorato di me! Lo ha anche dimostrato in un sacco di modi, ma iosono stupido e ho dovuto aspettare la sua morte per capirlo! Stringo fortissimola lettera al petto, come se non volessi farmela portare via, come seproteggendo lei proteggessi Logan, cosa che mi ero promesso ma di cui non sonostato capace.
Improvvisamente sento la porta aprirsi. Vorrei alzarmi da terra ma non ne ho laforza, così aspetto che siano James e Carlos a venirmi vicino. Prima, però,cerco di nascondere il più possibile quel che ho trovato. Non avrei dovutovedere tutto questo neanche io. Prima che faccia in tempo a mettere via la letterache ho letto, loro si siedono accanto a me.
«Voi lo sapevate?» mi riferisco ai sentimenti di Logan. Sono curioso.
«No, l'infermiera, Margaret, ce l'ha detto poco prima che...» interrompo Losagitando la mano.
«Non mi riferisco a quello.» dico mostrandogli il foglio. Inizialmente sembranostupiti, poi mi guardano e annuiscono.
«Logan voleva che lo aiutassimo a capire se tu lo ricambiavi.» mi spiega James.
Mi salgono in mente tante domande, ma alla fine ne espongo solo una.
«Quando... Quand'è che lo...» non riesco a finire la frase che piango ancora,rannicchiandomi su me stesso.
«Fra una settimana. Presley ha chiesto che almeno ci fosse ancora un po' ditempo da passare con lui.» a me una settimana sembra niente, ma tanto non andròpiù in ospedale. Forse non andrò neanche quel giorno. Midispiace non dirgli addio, ma non ce la faccio proprio.
Gli altri due, dopo settimane di litigi, finalmente mi abbracciano, vedendomicosì distrutto. Anche loro mi sono mancati da morire. Ma ora non riesco apenare a quanto sia bello sentirmeli vicino. Riesco solo a pensare a quantofaccia schifo tutto questo.    

Stormy Weather || KoganDove le storie prendono vita. Scoprilo ora