Prologo

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La pelle così chiara era messa in risalto dalla sua maglietta scura. Veniva guardato male anche per quello, per la carnagione. Il colore della sua pelle era strano perché a Evanston i raggi del sole scaldavano perennemente la città. Ma loro non potevano sapere! E non dovevano sapere. Lo avrebbero cacciato da lì e poi le creature soprannaturali di Evanston avrebbero cercato di ucciderlo. No, doveva far credere a tutti quelli del manicomio che lui fosse pazzo. Un sorriso triste apparve sul viso di Elyas.

"Non è poi così lontano dalla verità.", pensò.

Lui si trovava in un manicomio, finito in isolamento per le sue continue allucinazioni e i suoi attacchi di panico. Questi ultimi si presentavano quotidianamente ad Elyas, ma non ne sapeva il motivo. Poteva solo fare qualche ipotesi ma era sicuro che tutto quello che stava succedendo fosse a causa di Drake e del suo morso.

La sua cella aveva le pareti bianche; non aveva finestre, solo un piccolo spiraglio dove entrava l'aria fresca. Le persone che lavoravano in quel manicomio non sapevano che lui non aveva bisogno di respirare. In realtà lui non poveva neanche essere normale. Non ne sentiva il bisogno. Quando le guardie portavano il cibo nella sua cella, però, aveva il presentimento che sapessero di lui, del suo essere vampiro, perché quella che doveva essere una normale spremuta in realtà odorava di sangue. Per non dare nel'occhio più di quanto non lo desse abitualmente, beveva sempre quella bevanda ma riduceva il cibo in una poltiglia molle e scura e lo faceva passare attraverso la piccola fessura del muro, per far credere che avesse mangiato. Non gli piaceva bere sangue animale e a temperatura ambiente ma non poteva attirare ulteriori sospetti.

L'unico passatempo, se così possiamo chiamarlo, che aveva era lo sport: durante il pomeriggio andava nel prato -coperto di erba secca e foglie di vari colori- riservato allo svago, osservato a vista da molte guardie. La maggior parte delle volte le altre persone interrompevano la loro attività e lo guardavano correre sugli alberi, saltare agilmente come nessun umano era mai riuscito a fare. Se solo avessero saputo che lui non era umano... ma non era così che sfogava la rabbia che provava, motivo per cui aveva cominciato a praticare il pugilato. Alla fine degli allenamenti avrebbe dovuto avere le nocche delle mani coperte di croste e sangue rappreso, i muscoli doloranti e il corpo coperto dai graffi. La realtà era che Elyas, come tutte le creature che appartenevano al mondo del sovrannaturale, aveva la capacità di guarire molto più fretta degli umani. Così, dopo essersi allenato, faceva movimenti lenti e calcolati.

Non ricordava da quanto tempo fosse rimasto nel manicomio. Due anni? Uno? Qualche mese? Non lo sapeva, ma era stanco di vivere così, preda delle allucinazioni, delle immagini in cui i suoi genitori venivano torturati, della pazzia che piano piano lo stava conquistando. Avrebbe dovuto uccidersi quando era stato morso, ma all'ora Elyas stava solamente cercando un posto dove rifugiarsi per non essere trovato da nessuno; aveva pensato che essere diventati un vampiro non fosse poi un grande problema. Era solo un ragazzo impaurito. Ma tutto il resto, le allucinazioni e gli attacchi di panico, era venuto dopo.

Qualche tempo prima - Elyas non poteva sapere con precisione quanto tempo fosse trascorso da quel giorno- in un attacco a Berlek, James aveva usato una proiezione per far credere che Elyas fosse un traditore. Non capiva perché una persona come James dovesse interessarsi a lui, un giovane ragazzo di diciotto anni (James apparteneva a molteplici razze soprannaturali, cosa mai successa prima di all'ora. Voleva uccidere gli umani perché li considerava feccia. Era disposto a versare il sangue di chiunque, anche dei suoi famigliari, pur di raggiungere i suoi scopi. Molte persone si erano unite a lui, e James era diventato un nemico comune.

Le proiezioni non potevano tenere in mano degli oggetti perché non avevano un corpo, erano solo... proiezioni. Invece quella usata da James aveva ucciso delle persone. Questo era la ragione per cui i sui amici e parenti lo consideravano un traditore e gli avevano dato la caccia perché pensavano che Elyas fosse ritornato a Evanston. Avevano avuto ragione solo in parte: lui si era trovato in quella città- e anche tutt'ora- ma non se ne era mai andato.

The Awakening -Il Risveglio Delle AnimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora