Tutti i presenti si alzarono, correndo in diverse direzioni. Alexa li guardò nostalgica, ricordando che un tempo era stata anche lei così: così piena di vita, che pensava solo a divertirsi. In un angolo nascosto di Alexa c'era ancora quella parte che la ragazza pensava di aver perso per sempre; era solo nascosta molto bene.
Nathan si alzò lentamente e allungò un braccio verso Alexa, tenendo il palmo aperto nella sua direzione. La ragazza guardò incerta quella mano tesa, poi si alzò da sola, rifiutando l'aiuto del lupo mannaro.
I due ragazzi cominciarono a camminare silenziosamente, passando nei punti più nascosti del giardino per non farsi vedere da nessuno. Alexa non capiva perché dovessero essere così misteriosi, ma non chiese nulla. La ragazza ruppe un piccolo ramoscello secco, caduto da un albero lì vicino. Nathan si voltò, guardandola di sbieco, e le disse:
-Non fare rumore. È vietato stare fuori dopo le dieci e mezza di sera- La ragazza non rispose, ma continuò a camminare. Puntava lo sguardo a terra, evitando i rametti e le foglie troppo secche. Nathan si fermò e per poco Alexa non andò a sbattere contro la sua schiena.
-Vieni, sediamoci qui- Le disse, indicando due massi vicino al perimetro della scuola. Essi erano coperti da un grande albero, nessuno avrebbe potuto vederli.
Alexa aggrottò la fronte, confusa. Perché si dovevano sedere?
-Non dobbiamo andare dal Preside?-Chiese la ragazza a Nathan, il quale cercava una posizione comoda su uno dei massi. Appoggiò la schiena al tronco dell'albero e, quando si sentì abbastanza a proprio agio su quel sasso rivolse uno sguardo soddisfatto verso Alexa.
-Dobbiamo fare un piano, prima- Le disse e muovendo la testa le fece cenno di sedersi accanto a lui.
Alexa, invece, si sedette per terra, davanti a Nathan. Incrociò le gambe e attese che il ragazzo parlasse.
-Pesce- Le disse divertito. La lupa mannara, per la seconda volta, aggrottò la fronte.
-Pesce- Ripetè il Nathan, ancora più divertito. Dopo qualche secondo di perplessità la ragazza gli rispose:
-Non capisco- Le sorrise, girando il corpo verso di lei. Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si sporse in direzione di Alexa.
-Il preside ha paura dei pesci- Le disse in un sussurro. Alexa sgranò gli occhi, in preda alla più totale incredulità. Pensò che Nathan la stesse prendendo in giro perché non aveva senso che il Preside avesse quella paura.
-Co... Perché dovrebbe aver paura di un pesce?- Gli domandò. Non sapeva se essere confusa o ridere.
-Non di uno, ma di molti. Credo derivi da qualcosa che gli è successa quando era piccolo- Le rispose il ragazzo che trovava la situazione molto divertente.
-Fammi indovinare...dobbiamo mettere dei pesci nel suo ufficio?-
-Oh no, dobbiamo metterli nella sua stanza da letto, nel suo bagno e nel suo ufficio-
-E dove lo troviamo il pesce, scusa?-
-Lo rubiamo dalla cucina della scuola -
Alexa lo guardò un ultima volta, prima di indirizzare, automaticamente, il proprio sguardo verso l'edificio accanto a loro. Non aveva idea di dove trovare la cucina, o di come trasportare dei pesci senza attirare l'attenzione, però aveva la sensazione che invece Nathan lo sapesse. La ragazza annuì e si alzò, passando le mani sulla parte posteriore dei pantaloni per cercare di eliminare i ciuffi d'erba che le erano rimasti attaccati.
Nathan la guardò, scrutandola da capo a piedi. Era bella, quella ragazza. Anche se i lineamenti duri le davano un'aria più truce.
Voleva osservarla meglio, ma Alexa si accorse che Nathan la stesse guardando. Il ragazzo scosse la testa, in risposta allo sguardo interrogativo di Alexa e si alzò anche lui.
-Andiamo- Le disse, dirigendosi verso la scuola. La ragazza cominciò a camminare, poi sentì una voce nella sua testa, una voce familiare. Ma quella voce...non parlava a lei, parlava a qualcun altro.
Guardala...lei ti vuole...lo sai anche tu che è così...Elyas....ti vuole...
Parlava ad Elyas.
-Che dobbiamo fare?- chiese Elyas a Laura. La ragazza lo stava portando nella camera da letto della professoressa di Italiano, la Jackson. Non sapeva cosa dovesse fare, in realtà, non avendo mai partecipato ad una cosa simile. Però non gli importava molto, lui voleva solo divertirsi, distrarsi. Quella stessa mattina aveva detto di voler ricominciare da capo, con una nuova vita. Era il momento di farlo, di ricominciare; non di restare in angolo della sua camera, cercando di non dar peso alla voce di Drake, alle allucinazioni che ancora aveva o costringendosi di non pensare ad Alexa.
E lei che c'entra ora? Elyas...ho detto che devi smetterla di pensarla...
Elyas sospirò, chiudendo gli occhi, e si fermò. Doveva capire, doveva sapere perché Drake continuava a entrare nella sua mente. C'era un motivo, doveva esserci! Drake poteva anche provare piacere a dargli fastidio, ma non per due anni di seguito. Si sarebbe stancato, avrebbe trovato qualcun altro da torturare in quel modo. Doveva esserci un motivo, era l'unica cosa a cui Elyas si aggrappava. Forse poteva liberarsi di Drake. Forse poteva condurre una vita normale.
-Dobbiamo...ehi tutto bene?- Gli chiese Laura. Si era girata verso di lui, non sentendo più i suoi passi e lo aveva trovato con la fronte al muro, un braccio sopra la sua testa, come per proteggersi da qualcosa. Elyas non si era nemmeno reso conto di averlo fatto, di essersi appoggio al muro. Guardò Laura e le sorrise, sollevando un angolo della bocca.
-Certo. Dicevi?- Le disse, mentendo solo in parte. Lui in realtà non stava bene: era uscito da un manicomio dove aveva alloggiato per due anni, aveva ucciso delle persone mentre era posseduto, Drake continuava a chiamarlo e fra non molto avrebbe avuto bisogno di sangue. Non stava bene, ma si era convinto del fatto di poter riuscire a superare tutto, era solo questione di tempo. Quindi, tutto sommato, poteva anche stare bene...
-Sei sicuro?- chiese Laura, avvicinandosi ad Elyas. Gli mise una mano sul braccio, disegnandogli sopra dei piccoli cerchi con un dito. Il ragazzo guardò quella mano che lo accarezzava. Non lo aveva mai fatto nessuno, però gli piaceva.
Alzò lo sguardo verso Laura e se la ritrovò a pochi centimetri dal naso. La ragazza, imbarazzata, tolse la mano dal braccio di Elyas e abbassò lo sguardo.
Guardala...lei ti vuole...lo sai anche tu che è così...Elyas....ti vuole...
Non badò a quella voce, si era deciso ad ignorarla.
Elyas fece ricadere il braccio, che prima aveva tenuto sopra la testa, lungo il corpo.
-Si sto bene. Stavo...pensando. Cosa stavi per dire, prima?- Laura non rispose subito, rimase qualche secondo ad osservare Elyas. Non lo conosceva, motivo per cui non poteva sapere se lui mentisse o fosse sincero.
-Andiamo dalla prof, vieni. E non fare rumore, se ci scoprono sarà colpa tua- gli disse, fingendo un'aria truce che la rese buffa e fece sorridere Elyas.Laura gli diede un spinta, anche se non riuscì a far muovere minimamente il vampiro. La ragazza camminò raso al muro dell'edificio scolastico finché non arrivò sotto ad una finestra aperta. Essa si trovava alla fine di un corridoio che diramava a destra e sinistra. La vampira fece cenno ad Elyas di avvicinarsi e lui, silenziosamente, lo fece. Quando il ragazzo si trovò accanto a Laura, quest'ultima si girò, con un salto si sedette sul bordo della finestra; lo scavalcò, portando le gambe verso l'altro lato della finestra, ed entrò nel corridoio della scuola.
-Non possiamo usare la porta principale?- chiese Elyas in un sossurro, mentre ripeteva l'azione compiuta poco prima da Laura.
-Quel dannato aggeggio fa rumore quando lo apri- gli rispose la ragazza. Quando anche Elyas si ritrovò nel corridoio, Laura gli sorrise furba e disse:
-Che lo Scherzo di Inizio Anno abbia inizio!-
Ho aggiornatooooo! Che bello mi sento fiera di me. Comunque, voi come state? La scuola è ricominciata eh...gioia... Spero che il capitolo vi sia piaciuto
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The Awakening -Il Risveglio Delle Anime
Fantasy|| IN REVISIONE || Primo libro della trilogia "The Awakening" -Guarda lì, lo vedi?- disse l'uomo. Il piccolo chiuse gli occhi e delle immagini cominciarono a scorrergli davanti. C'era una distesa di cenere, del fuoco che si avvicinava bruciando ogni...