Prenderemo un po' d'aria

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Laura ed Elyas si voltarono improvvisamente e corsero attraverso i corridoi per cercare di seminare i quattro professori. La ragazza era in preda al panico: era già stata beccata in giro per la scuola di notte l'anno precedente e anche varie volte; gli insegnanti le avevano detto che se lo avesse fatto ancora ci sarebbe stata una punizione grave o peggio, una sospensione.

Inoltre lei teneva molto ad apparire in un certo modo agli occhi delle persone. Voleva sembrare una ragazza sicura di sé, quasi ribelle... non voleva far sapere che lei fosse timida e impacciata, specialmente a quel ragazzo, Elyas. Desiderava che lui la considerasse una persona forte, coraggiosa. Sperava che questo desiderio non fosse diventato impossibile dopo la figuraccia che aveva fatto: era sembrata sicura del fatto suo appena qualche minuto prima, e invece ora si ritrovavano a correre, inseguiti dai professori che li avrebbero sicuramente puniti.

-Dove dobbiamo andare?- chiese Elyas risvegliando Laura dai suoi tormenti. Pensò a come allontanarsi e non farsi trovare dagli insegnati ma fu tutto inutile, non le venne in mente nulla che potesse aiutarli. I due ragazzi non erano molto distanti da loro, ovunque fossero andati li avrebbero visti e li avrebbero potuti raggiungere.

-Non lo so!- confessò la ragazza. Sarebbero stati puniti. Lui per colpa di lei. Questo pensiero non faceva che rimbalzare contro le pareti della sua mente, come fosse un eco infinito. Il suo respiro aumentò mentre gli occhi cercavano una possibile via di fuga. L'agitazione stava prendendo il sopravvento su di lei: non voleva essere cacciata dalla scuola, non voleva essere etichettata come una buona a nulla, specialmente non agli occhi di Elyas...

Quest'ultimo si accorse dello stato d'animo della ragazza e le si avvicinò.

-Pensa, per favore. Dove possiamo andare?- domandò una seconda volta. Laura passò a rassegna tutta la scuola con la mente; tracciò invisibilmente ogni corridoio, aula, angolo nascosto che conoscesse ma rimaneva comunque dell'idea che anche se fossero andati a nascondersi dentro una stanza i professori sarebbero stati comunque in grado di entrare nella camera. Un secondo prima di dare la risposta negativa, Laura ebbe un'illuminazione.

-Accelera il passo!- ordinò e aumentò la velocità con cui stava correndo, seguita a ruota da Elyas. Forse potevano farcela, potevano scampare alla punizione. Laura cercò di correre più veloce possibile anche quando lei ed Elyas scesero le scale. In fondo al corridoio si vedevano gli ascensori, la loro unica opportunità di salvezza. Aumentò ancora e ancora la velocità finché non le fecero male le gambe, ma almeno aveva creato abbastanza distanza tra i due ragazzi e i professori. Appena furono arrivati davanti ad essi Laura spinse il bottone di chiamata che era stato montato su un piccolo pannello color oro accanto agli ascensori. Attesero che la porta si aprì, mentre Laura spostava il peso del corpo da un piede all'altro. Appena l'ascensore si fermò davanti a loro, ci si fiondarono dentro, chiudendo la porta con la forza invece che aspettare che lo facesse autonomamente. Laura appoggiò la schiena a una parete dell'ascensore, chiuse gli occhi e riprese fiato.

-Sei un genio- le disse Elyas e lei pensò che se avesse avuto ancora del sangue il corpo sarebbe arrossita in un modo inimmaginabile: le aveva fatto un complimento. Banale, certo. Ma era sempre un complimento. Sollevò le palpebre.

-G...grazie- balbettò. Vide che il ragazzo si trovava nella sua stessa posizione, davanti a lei, ma aveva ancora gli occhi chiusi. Il suo petto non si alzava in modo irregolare, il respiro non era accelerato. Lui era molto meno affaticato rispetto a lei, cosa che non la sorprese così tanto. Elyas aveva una resistenza maggiore, e si poteva benissimo capire dai muscoli che si intravedevano da sotto i vestiti.

Laura sarebbe rimasta a guardare quel ragazzo molto volentieri, ma il rumore che fece l'ascensore li avvisò di essere arrivata al primo piano con un breve suono che per lei era familiare come la campanella scolastica che segna l'inizio e la fine delle lezioni. Elyas aprì gli occhi e rivolse uno sguardo interrogativo a Laura.

-Siamo arrivati- spiegò lei sorridendo. Entrambi si scostarono dalla parete e dopo qualche secondo le porte dell'ascensore si aprirono, rivelando loro uno spettacolo che avrebbero preferito non vedere. Alexa e Nathan erano in piedi che parlavano con due dei professori che prima li avevano inseguiti. Spalancó gli occhi, in preda allo stupore. La sensazione di trionfo era sparita compleatamente.

-Buongiorno anche a voi- disse un insegnante con una lunga barba marrone, occhi verdi e capelli che terminavano all'altezza di metà schiena. Era alto, e anche se non sembrava, aveva circa venticinque anni. Essendo così giovane tendeva ad usare termini che anche gli studenti adottavano, per loro era più facile capirlo. Si chiamava Tyler. A Laura era sempre stato simpatico, fino a quel giorno, il giorno in cui l'avrebbe messa in punizione. Gli altri tre uomini avevano tutti intorno ai quarant'anni.

Nathan la guardò con un sopracciglio alzato, come per chiedere cosa fosse successo. In risposta, Laura liberò un sospiro. "Ci ho provato...", pensò la ragazza.

-Andiamo.- ordinò il professore più anziano, indicando con un cenno della testa una stanza, probabilmente il suo ufficio. Il cuore di Laura accelerava i battiti sempre di più. Inghiottì il nodo in gola che le impediva di parlare, fece un grande respiro e cominciò a trascinare le gambe verso l'ufficio, insieme a Nathan, Elyas e la nuova ragazza, Alexa, con un nuovo eco in testa che non sembrava voler terminare: cosa avrebbero detto?

The Awakening -Il Risveglio Delle AnimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora