Alexa si fermò di colpo. Cominciò a respirare più velocemente e a guardarsi intorno frenetica. Quella voce le aveva provocato un senso di ansia, come di turbamento. Lei conosceva quella voce, l'aveva sentita. Non sapeva dove ma l'aveva riconosciuta.
Poi capì che in realtà quello che aveva detto la voce non era indirizzato a lei, bensì ad Elyas. Da quando Alexa lo aveva sognato le cose erano cambiate. E in peggio. Non le importava quello che aveva subito in passato o che quello che stava sopportando. Voleva che quel vampiro se ne andasse perché Alexa credeva che lui avrebbe portato solo guai. Però alcune domande continuarono a urlare nella sua testa, in cerca di una risposta:
Cosa c'entrava lui in tutto quello? Perché aveva sentito quello che diceva la voce se quest'ultima non parlava ad Alexa? E se tutti quei sogni che la ragazza aveva fatto sullo stato d'animo del vampiro avessero creato qualcosa, una sorta di legame fra i due? Di una cosa era sicura: lei aveva un qualche collegamento con Elyas e questa cosa non la poteva sopportare! Quel ragazzo era stata la causa di numerosi urli da parte di Alexa, di emozioni che si appropriavano del suo corpo, indipendentemente dalla volontà della ragazza! Aveva passato due anni a supportare tutto quello a causa di uno sconosciuto e ora che aveva scoperto chi fosse quello sconosciuto voleva fargliela pagare. Non poteva avere anche un semplice rapporto di amicizia con Elyas! Non voleva neanche perdonarlo. Non dopo tutto quello che era sucesso. Inoltre lei non era brava a perdonare, non l'aveva mai fatto e non aveva intenzione di cominciare a farlo con la causa della maggior parte dei suoi mali.
-Che c'è?- le chiese Nathan, risvegliandola dai propri pensieri. Alexa si guardò intorno un'ultima volta, prima di rispondergli:
-Niente, credevo di aver sentito un rumore. Ora cosa facciamo?- chiese mentendo e sfoggiando un sorriso finto. L'essere negata nel perdonare veniva ricompensata con l'essere brava nel mentire, nascondere le proprie emozioni.
Nathan la guardò poco convinto ma annuì, poi indicò con un dito la porta principale della scuola. Se ne portò un altro alla bocca, facendogli segno di essere silenziosa. Alexa si affiancò al ragazzo che apriva piano il portone. Quest'ultimo, aprendosi, cigolò. Il rumore echeggiò nel corridoio, mentre Nathan imprecava sottovoce. Alexa nascoste una risata: si era imposta di dimenticare quello che aveva sentito. Aveva partecipato a quello scherzo per distrarsi, non per avere altre domande senza risposte. La ragazza riusciva a nascondere ogni cosa che la riguardava e nessuno si era mai accorto che fingesse, eccetto Isaac. Perché doveva smettere?
Nathan le lanciò un'occhiataccia, poi le prese il polso e attirò Alexa verso di sé. La ragazza scontrò il proprio corpo contro quello di lui, colta alla sprovvista.
-Seguimi. E non fare rumore- le sussurrò ad un orecchio, solleticandole la guancia con il suo respiro. Ad Alexa non piaceva essere toccata, specialmente dagli sconosciuti, ma rimase immobile. Decise di giocare al suo stesso gioco, così avvicinò le labbra all'orecchio del ragazzo, fino a sfiorarlo delicatamente.
-Non potevi dirmelo e basta? Senza fare quel gesto?- Domandò sussurrando. Le mani del ragazzo si chiusero a pugno e cominciò a mordersi il labbro inferiore.
-Era più divertente vedere come reagivi- Continuò a sussurrare Nathan. Il suo respiro le spostava piano i capelli, portandoli davanti al viso della ragazza.
-E ora che lo sai?- Il ragazzo non rispose subito, per cui passarono alcuni secondi in quella posizione, corpo contro corpo.
-Non mi hai dato nessuna soddisfazione-
-Mi fa piacere sentirlo- Concluse la ragazza, rompendo il contatto che c'era tra loro due. Si tirò indietro con un gesto brusco, lasciando che la mano che prima stringeva il polso di Alexa ricadesse sul corpo di Nathan.
-Dove andiamo?- Gli chiese. Il ragazzo le fece cenno di seguirlo e cominciò a camminare, imboccando un corridoio. Alexa osservò curiosa lo spazio intorno a lei: essendo una nuova alunna non conosceva quella scuola e non sapeva come fosse fatta. Osservò i disegni sparsi sul muro bianco, macchiato dall'umidità e dal tempo. Si soffermò su uno in particolare, su dei simboli in cerchio, più che un disegno: c'era la luna piena, simbolo dei licantropi; una goccia di sangue per i vampiri; il fuoco, che rappresentava i demoni; il sole, che era riconosciuto come simbolo degli angeli, o polli, per come li definiva Alexa; c'era lo stemma degli stregoni, una sfera blu con del vapore dell'omonimo colore; infine, al centro del cerchio c'era un piccolo bambino, che simboleggiava la razza umana. Quel disegno, creato da del semplice spray, rappresentava il suo mondo, il mondo paranormale ma anche quello umano perché tutti i licantropi e i vampiri e chiunque altra creatura soprannaturale era anche umano.
La ragazza smise di guardare il disegno e cominciò a correre, raggiungendo Nathan. Quest'ultimo non si era accorto che la ragazza si era fermata, o forse non gli era interessato e aveva continuato a camminare. Alexa lo trovò appoggiato ad una parete mentre guardava il suo telefono. Attirato dal rumore di passi che rimbombavano nel corridoio, il ragazzo alzò la testa. Quando la lupa mannara lo ebbe raggiunto mise il telefono nella tasca posteriore dei jeans neri che indossava.
-Io vado a prendere il pesce, tu controlla che vicino all'ufficio del Preside non ci sia nessuno.- Disse Nathan, poi Alexa si fece spiegare due volte il percorso per arrivare a quel' ufficio, cercando di memorizzarlo. Lui, silenziosamente, imboccò un corridoio che svoltava a destra mentre la ragazza dovette salire le scale, non molto distanti da lei. Notò i graffiti e i disegni sui muri della scuola, anche sugli armadietti di ferro posti su una lunga parete.
Sforzandosi di ricordare quello che le aveva detto Nathan, la ragazza riuscì a recarsi allo studio del Preside. La porta era decorata con una scritta in francese che Alexa non riuscì a tradurre. Si sedette sul pavimento e scrutò l'area intorno a lei, completamente deserta. Rimase in attesa una decina di minuti, durante i quali pensò a quei simboli disegnati sulla parete. Era brava a disegnare, il giorno dopo avrebbe riportato quel disegno su un foglio.
Venne distratta da un rumore che proveniva dalla fine del corridoio in cui si trovava: era un rumore di passi. Si alzò molto lentamente e si nascose dietro una parete, sporgendo di poco la testa. Non vide nessuno che entrava nel suo campo visivo, ma rimase comunque in ascolto e continuò a guardare il corridoio. Si convinse del fatto che forse, grazie al suo udito molto sviluppato, aveva sentito qualcuno che camminava al piano di sotto. Però sentì di nuovo quel rumore, stavolta proveniente da dietro Alexa.
Girò la testa e vide una porta senza disegni, socchiusa. Poi in lei si fece strada un senso di ansia che le provocò dei brividi. Era come se qualcuno la stesse osservando da vicino. Ma non c'era nessuno, in quel corridoio. Si avvicinò alla porta e quella strana sensazione aumentò. Aprì la porta e vide, nell'ombra che inghiottiva quella stanza, che c'erano delle scale. Che fosse un seminterrato? Non le importava molto, in realtà.
C'era qualcuno,lì nel buio: Alexa lo sapeva. Non capiva cosa le provocasse tutta quell'ansia, lei non era mai stata spaventata da una presenza. Puntò il suo sguardo su un punto imprecisato della stanza: lui era lì. La ragazza fece brillare gli occhi, che diventarono di un verde acceso e riuscì in quel modo a vedere leggermente meglio la stanza. Non si preoccupò di vedere come essa fosse fatta, se avesse le pareti chiare o scure, motivo per cui non notò la macchia di sangue secco alla base delle scale. Lei aveva ancora quel senso si ansia, di turbamento, ma nella stanza non vide nessuno.
Per il finale prendetevela con wattpad che mi ha cancellato il capitolo due volte. Gli oreo da tirare al computer si sono sprecati. Disagio a parte, spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi scuso per eventuali errori ma se non aggiornavo oggi poi non potevo più farlo.
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The Awakening -Il Risveglio Delle Anime
Fantasía|| IN REVISIONE || Primo libro della trilogia "The Awakening" -Guarda lì, lo vedi?- disse l'uomo. Il piccolo chiuse gli occhi e delle immagini cominciarono a scorrergli davanti. C'era una distesa di cenere, del fuoco che si avvicinava bruciando ogni...