La punizione

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-Sospesi. Tutti e quattro- ruppe il silenzio il professore con i lunghi capelli scuri e sporchi. Laura ebbe un tuffo al cuore nell’udire quelle parole. Stavano per essere sospesi. E un ragazzo avrebbe subito quella punizione solo per colpa sua. Perché dopotutto, Elyas era stato trascinato in giro per la scuola mentre seguiva Laura. Per un attimo le balenò nella mente l’idea di alzarsi e difendere il ragazzo, ma scartò subito dopo quella possibilità. Era assurda! Loro non si conoscevano nemmeno, quindi che senso aveva difendere uno sconosciuto? Cercava in tutti i modi di riportare la sua attenzione sul discorso tra i quattro professori, i quali stavano decidendo cosa fare con i ragazzi trovati a girare nella scuola nel ben mezzo della notte. Ma per quanto si sforzasse, non riusciva a non pensare a quel ragazzo seduto accanto a lei su una sedia vecchia e cigolante. Con la coda dell’occhio poteva vedere che nel suo sguardo non c’era preoccupazione, spavento o rabbia. Lo tradiva solo la gamba che muoveva a scatti, in continuazione. Nervosismo. Non poteva certo biasimarlo. Lo sarebbero stati tutti di fronte a quella situazione. Tutti tranne Nathan, che se ne stava composto su una piccola poltroncina con il sedile imbottito. Forse lui poteva scampare alla punizione: aveva una qualche parentela con il preside dell' High School di Evanston che non lui non aveva mai voluto specificare.

Il fiume interminabile dei suoi pensieri venne interrotto dalla voce squillante di Tyler. Prima di ascoltare quello che il professore aveva da dire, si portò una mano alla bocca e cominciò a mordersi le pellicine accanto alle unghie smaltate di un rosa chiaro. Era una cosa che cercava sempre di non fare: in casi eccezionali passava solo un unghia sotto l’altra, come se fosse un anti-stress; ma mai morderle. In quella situazione Laura pensava a tutto tranne che alle sue unghie. Che cosa avrebbero detto i suoi genitori di lei? Della “ragazza sospesa il primo giorno di scuola”? Per loro lei era sempre stata una sorta di angelo, la ragazza perfetta che prende sempre il massimo dei voti a scuola, che non si caccia mai nei guai, che fa tutto ciò che le viene detto dalla madre e dal padre. La perfetta ragazza della porta accanto. Non sapevano delle sue scappatelle notturne insieme ai suoi amici, non sapevano tutta la storia su ciò che succedeva a scuola.

E ora... ora cosa sarebbe successo?

Laura chiuse gli occhi e ascoltò le parole del professore.

-Non saranno sospesi. Per questa volta.- Laura spalancò occhi e bocca per la sorpresa, mentre un piccolo sorriso le si dipingeva inconsciamente sul volto. Osservò i suoi compagni, per primo Elyas: era sorpreso, le sue gambe avevano cessato di muoversi nervosamente, aveva gli occhi spalancati come i suoi. Mimò con le labbra un “davvero?” che rimase muto.

Nathan aveva un sorrisetto furbo sul volto, come per dire che lo aveva enunciato al suo gruppo, glielo aveva detto che non sarebbero stati puniti così severamente, ma loro non gli avevano creduto; come per dire che aveva ragione, sempre.

L’altra compagna, quell’Alexa, che le ricordava terribilmente qualcuno di cui il viso era ignoto, aveva lo sguardo di una persona che entra in una stanza e poi si chiede “io che ci faccio qui?”. Aveva smesso di passarsi le mani sulle cosce, come se avesse del sudore da dover asciugare in qualche modo. Spostava lo sguardo dai professori, alla porta, alla finestra. Voleva uscire da quel posto? E chi non lo voleva?

-Avete comunque ottenuto l’obbligo di pulire l’intera palestra. Stamane è stata utilizza per un ricevimento degli insegnati e ancora non è stato messo in ordine nulla. Ve ne occuperete voi- aggiunse Tyler. Laura sapeva quanto fosse grande quella maledetta palestra, e anche le sue condizioni dopo che era stata allestita per un  ricevimento, ma in quel momento le sembrava la cosa più bella che qualcuno poteva dirle! Il giorno dopo avrebbe sistemato tutto, avrebbe scontato la punizione che le era toccata. Stava ringraziando il cielo –anche se in realtà lei era una vampira, ringraziare il cielo era più una contraddizione- per la fortuna che avevano avuto e per la gentilezza del suo professore. Nathan si era girato verso di lei e la guardava sorridendo. Lei ricambiò con il più largo dei sorrisi.

-Stasera. Andate.- Terminò Tyler.

Il sorriso svanì per qualche istante. Dovevano pulire una palestra enorme, sicuramente piena di cibo per terra, acqua rovesciata, tavoli e sedie ovunque e anche decorazioni... il tutto a mezzanotte passata?

“Oh mio Dio” pensò Laura. E domani avevano anche lezione! Per lei non era un problema, e neanche per Elyas, considerando che erano vampiri. Per loro dormire era solo un’abitudine che mantenevano da secoli e secoli, non era necessario. Ma per Nathan e Alexa?

Si girò a guardare l’amico, ma gli occhi le ricaddero su Elyas. A che stava pensando? Che erano stati fortunati? O che i professori erano stati ingiusti? In quel momento, mentre lei lo osserva, cercando di capire cosa stesse pensando, lui si girò inaspettatamente e le sorrise. Lei sussultò, colta alla sprovvista, e ricambiò timidamente il gesto. Si maledì nella mente per essersi fatta beccare, non sapendo se si riferisse al fatto che i professori l’avessero scoperta mentre era in giro per la scuola, di notte, o che Elyas l’aveva sorpresa a fissarlo.

-Ora alzatevi. Laura e Nathan, saresti così gentili da mostrare ai nuovi alunni dove è la palestra? Sempre se non l’abbiate trovata da soli girovagando durante la notte.- disse il Preside.

Laura annuì, come se potesse fare altro. Solo in quel momento notò l’arredo bizzarro che il Preside aveva deciso di dare al suo ufficio. Dava l’impressione che potesse cadere a pezzi da un momento all’altro. Per esempio, gli scaffali: erano obliqui. Non sembrava che fossero obliqui per distrazione. Erano proprio montati così; la scrivania di mogano era anch’essa irregolare, con il piano lavoro che diminuiva di grandezza procedendo verso gli angoli; su di esso vi erano riposti piccoli vasi di fiori potate in modo casuale, foto con forme astratte, così come i quadri appesi alle pareti bianche; il lampadario era formato da molte lampadine lasciate penzoloni che ondeggiavano pian piano, ognuna di grandezze diversa e colore.
Mentre Laura cercava di capirne di più sul curioso arredamento di quell’ufficio, vennero congedati. Si riscosse dai suoi pensieri sbattendo più volte gli occhi. Vide che i suoi compagni si stavano alzando dalle sedie cigolanti. Si rese conto di aver perso un discorso del Preside e per la seconda volta si rimproverò. Seguì il gruppo fuori dall’ufficio, timidamente ringraziò i professori e chiuse la porta dietro di lei. Non fece in tempo ad aprir bocca che Nathan aveva iniziato a protestare sulla punizione, illustrando ragioni che lei non voleva ascoltare sul perché quello che dovevano fare era così ingiusto, inadatto ed esagerato. Sollevò gli occhi al cielo e guardò Alexa. Si chiese ancora che cosa ci trovasse in lei di così familiare. Forse l’aveva notata in città o a scuola, quel primo giorno.

-Andiamo o no?- domandò irritato Nathan. Senza aspettare alcuna risposta s' incamminò verso la palestra. Elyas lanciò un breve sguardo alla nuova arrivata, poi a Laura, come per chiedere cosa dovesse fare. Con un cenno della testa indicò la direzione in cui si era diretto Nathan. Il gruppo seguì il giovane licantropo, pronto a scontare la punizione.  

The Awakening -Il Risveglio Delle AnimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora