Ricominciare

70 24 21
                                    


Laura prese Elyas per la manica della leggere giacca che indossava e lo portò in un corridoio. Il ragazzo guardava i muri e le porte decorate da bellissimi graffiti e pensava ammirato a chi avesse il dono del disegno. Lui, per l’arte, era completamente negato. Si ricordò di un ritratto dei suoi genitori che aveva fatto quando lui era molto piccolo: il suo stesso disegno gli era sembrato una macchia informe di colore, senza capo né coda. I suoi amici lo avevano preso in giro per molto tempo per quel ritratta. Elyas non era riuscito a non ammettere che il suo disegno era veramente brutto e si era lasciato contagiare dalle risate. Il ricordo fece spuntare un sorriso, inconsapevolmente, sul viso di Elyas. Da allora non aveva più provato a fare un disegno, forse con il tempo era migliorato.

Elyas venne distratto dalla demone che camminava sul davanti a lui e Laura. Anche da lontano e con le lampadine spente si poteva perfettamente vedere la corta gonna che indossava e la maglietta molto attillata che fasciava le pronunciate forme della ragazza. Aveva una massa di capelli corvini che le incorniciava il viso ovale e occhi scuri come la pece.

-Sai chi è?- Chiese Elyas guardando la demone da capo a piedi.
-È l’altra nuova arrivata. Si chiama Victoria.- Rispose Laura sussurrando insulti contro la demone. Lei, forse sentendosi nominata,  si girò verso i due ragazzi. Mentre Laura non venne degnata di uno sguardo, Victoria lanciò uno sguardo pieno di maliziosità ad Elyas. Il ragazzo la rimase a guardare anche dopo che lei  ebbe superato entrambi.

-Hai finito di guardare il sedere di Victoria o possiamo andare?-

Domandò Laura alzando gli occhi al cielo e sospirando. Elyas rise e seguì la ragazza che aveva ricominciato a camminare. La ragazza si fermò, girandosi di scatto, e si scontro con il corpo di Elyas. Le guance di Laura si tinsero ancora di rosso, anche se il ragazzo non ne capiva il motivo.

-Tu aspetta qui.- Gli disse Laura. Poi si diresse verso l’ultima porta colorata che costeggiava il corridoio e iniziò a tastarla. Elyas la guardò curioso: che stava facendo? Laura, sbuffando, si portò i capelli da una parte  e gli occhi di Elyas puntarono il suo collo. Si leccò le labbra, pensando a come sarebbe stato bello assaggiare il suo sangue. In un attimo si ricordò della sera in cui era stato posseduto: il sapore metallico del sangue che scorreva giù nella gola era stata la cosa più appagante del mondo. Soprattutto quando le sue zanne erano penetrate nella morbida carne dei due ragazzi. La pelle umana era così fragile, eppure gustosa. Non sapeva neanche lui come aveva fatto a non strappargli brandelli di carne dal collo.

Elyas si disgustò sentendo i propri pensieri. Lui non poteva anche solo immaginare di attaccare ancora una volta degli umani. Non sapeva bene come controllarsi perché le sue trasformazioni erano avvenute pochissime volte. Si vergognava a doverlo ammettere ma era così: non aveva il controllo del suo corpo e neanche della sua mente. Era un vampiro da due anni e non riusciva a controllarsi.

Ricominciare.

Quella semplice parola produceva come un eco nella sua mente. Aveva detto di voler ricominciare, perché non lo stava facendo?  Perché rimaneva ancorato al passato? Perché non riusciva a dimenticare? Cosa c’era nel suo passato di così importante da non poter essere ignorato?

Le domande rimasero in sospeso perché Laura lo stava chiamando e dal tono di voce sembrava che la ragazza fosse esasperata.

-Elyas!- Sussurrò lei con gli occhi ridotti a due fessure. -È la decima volta che ti chiamo!-

Elyas si avvicinò alla ragazza. Si sentì in colpa dato i pensieri che aveva fatto fino ad un secondo prima su Laura ma non lo diede a vedere.

-Non avevo sentito, scusa.- Disse Elyas appoggiandosi al muro.

-Ho visto. A che pensavi?-  Chiese Laura alzando un sopracciglio.

Sapessi…

Pensò Elyas. Gli venne quasi da ridere a quella domanda. Se Laura avesse saputo a cosa pensava… Si limitò a fare un sorriso e a dire:

-Niente di così importante. Cosa devo fare?-

-Vedi, i dormitori dei professori non sono in giro per la scuola alla portata di tutti. Scoppierebbe la terza guerra mondiale. Perciò, se passi per caso davanti a questa porta e la apri normalmente vedrai solo una classe.- Spiegò Laura gesticolando.

-E cosa centra questo con noi?- Chiese Elyas.

-Centra e basta. Non posso dirti cosa ho fatto e a te non è permesso chiederlo. Dobbiamo solo fare lo Scherzo.- Poi la ragazza sussurrò qualcosa che assomigliava a un “spero di aver fatto tutto giusto”. Elyas non chiese nulla, neanche quando, aperta la porta, non vide né una classe né tantomeno un dormitorio o una stanza da letto. In quella camera c’era un grande divano bianco e seduti sopra di esso, a ridere, c’erano quattro persone. La stanza era illuminata debolmente da un piccolo lampadario ma quella fioca luce bastava a vedere le espressioni degli uomini: di certo non li avrebbero invitati a divertirsi con loro, a bere e a ridere come fossero vecchi amici. Gli sconosciuti, forse insegnanti o inservienti, smisero di parlare e li fissarono. Elyas e Laura rimasero immobili, non muovendo un muscolo. Continuavano a spostare lo sguardo da un uomo all’altro.

-Corri- Disse Laura ad un certo punto. Scattarono all’unisono verso la direzione da cui erano arrivati con gli uomini alle calcagna.

Laura non ha fatto tutto giusto.

Ciao gente! Sono ritornata! Dopo un mese e mezzo che non riuscivo a scrivere perché non avevo o tempo o ispirazione sono riuscita ad aggiornare! Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Piccola comunicazione: non aggiornerò più una volta a settimana. Non riesco a combinare le varie cose che devo fare. Al prossimo capitolo!

The Awakening -Il Risveglio Delle AnimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora