Capitolo 20

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Lila continuava a sbuffare, mentre il ragazzo davanti a lei si abbuffava di cibo senza ritegno.
In quel momento il ragazzo aveva in mano una coscia di pollo mezza masticata, spettacolo che Lila si sarebbe volentieri risparmiata.
Erano passati due giorni da quando il toro e il dinosauro avevano attaccato Villa Agreste, e da quel fallimento nessun mostro aveva più disturbato la quiete della città.
"Hai finito di mangiare tutto quello che ti capita davanti e mi aiuti ad ideare un piano?!"
"Senti, non è colpa mia se Testa di Pomodoro non ha accettato. Ha passato quattro anni in carcere, e secondo la sua logica è colpa di Marinette, -cosa del tutto assurda tra l'altro- perché se lei si fosse innamorata subito di lui tutto quello che è successo non sarebbe neanche accaduto. È comprensibile che ce l'abbia un po' con il mondo, ma se non ha voluto accettare non ci possiamo fare niente."
"Ma questo manda in fumo tutti i miei piani!"
Nicole decise proprio quel momento per entrare, mentre sistemava la giacca sull'appendino e guardava curiosa le due persone sedute.
"Cosa mi sono persa?"
"Tu! Come fai a sparire così da stamattina e non farti sentire per tutto il giorno, per poi tornare tranquilla e dire 'cosa mi sono persa'? E non pensare di uscirne con un misero sono stata per i fatti miei perché chiamo la tigre e ti faccio passare la voglia di sembrare così calma!"
"Abbassa la cresta innanzitutto. Io sono più grande e responsabile di te, non ho bisogno della babysitter che mi dice quante volte devo andare in bagno e che mi rimbocchi le coperte. E poi non devi sapere dove vado, con chi sto e con chi parlo chiaro?"
"Non osare parlarmi così.."
"Ma chi sta parlando? Mia sorella o quell'insetto che la sta distruggendo? Guarda in faccia la realtà Lila. Ti serve aiuto, non puoi continuare così. Quella cosa ti sta uccidendo."
"Io non ho bisogno di aiuto, tanto meno del tuo."
Scansò schifata la mano che Nicole le aveva appoggiato sulla spalla, i suoi occhi si fecero viola e cominciò a respirare affannosamente.
Sebastien, che aveva cautamente messo giù il cibo, si avvicinò a Nicole e la scortò in camera, preoccupato per entrambe le ragazze.
"Nicole.. tutto ok?"
"Che razza di domanda è?!"
"Certo, scusami."
"Cosa succederà adesso?"
"Il rosso non ha accettato, quindi Lila dovrà ideare un nuovo piano."
"I-io ho fatto degli esami... Lila può resistere al massimo un altro mese.."
"Cosa fai quando sparisci, dimmi la verità."
"Se te lo dicessi lo andresti a dire a Lila?"
"No, stai tranquilla."
"Lo prometti?"
"Lo prometto."
"Ho trovato una soluzione."
Cominciò a spiegargli tutto, di come avesse assistito ai vari crolli di Lila, dei file sul computer che aveva copiato su una chiavetta e degli eroi di Parigi.
"Portami da Marinette."
"Non posso! Impazzirebbe se tu comparissi così all'improvviso davanti alla sua porta!"
"Ti prego. Devo spiegarle cosa successe otto anni fa."
"Io... non lo so."

"Foxxi! Hai finuto tutte le scorte di cioccolato!"
"Ma.. avevo fame!"
"Avevo nascosto tutto il cioccolato in un cassetto enorme! Non ci stava più cioccolato e ora è vuoto!"
"Quante storie.."
"Sai, la tua kwami inizia ad inquietarmi."
"Davvero Adrien? Davvero? Vogliamo parlare di Plagg?"
"Il mio kwami è stupido, è diverso."
"Ehi moccioso! Io non sono stupido!"
"Sicuro?"
Marinette e Tikki guardavano Adrien e Alya iniziare a discutere su chi fosse il kwami più stupido, interrotti ogni cinque secondi o da Plagg, o da Foxxi, che protestavano animatamente affermando che gli unici stupidi lì, erano i loro portatori.
"Dovremmo fare qualcosa?"
"Non credo sia possibile..."
"Finiranno per ammazzarsi.."
"Ne sono consapevole."
Plagg e Foxxi si girarono verso Marinette e Tikki, consci di quello che quest'ultime stavano dicendo e rivolgendo loro uno sguardo di chi la sapeva lunga.
"Per vostra informazione, al massimo saranno Alya e Adrien a menarsi a vicenda, perché si da il caso che noi siamo immortali, ma soprattutto più maturi."
"Veramente Foxxi? Allora perché Plagg è tornato da Adrien e gli sta dando in testa una scatola di Camembert per averne altro?"
"Mi correggo: io sono più maturo."
Detto questo volò verso Alya e iniziò a urlarle nell'orecchio per avere del cioccolato.
La porta si spalancò, e Chloè, Alex e Wayzz fecero il loro ingresso in salotto.
"Cosa sta succedendo?!"
"Succede che siamo tornati all'asilo."
Chloè fece un sospiro esasperato, si avvicinò ai quattro litiganti e prese il cellulare.
"Chloè.. cosa vuoi fare?"
"Datemi un secondo."
Maneggiò un attimo il telefono, per poi coprirsi le orecchie e indicare di fare lo stesso anche a Marinette, Alex e i rispettivi kwami.
Passarono tre secondi, dopodiché dal telefono uscì il suono di un clacson a massimo volume, che fece subito smettere Alya, Adrien, Foxxi e Plagg di litigare.
"Così va meglio."
"Le mie orecchie! Mi hai spaccato i timpani!"
"Tecnicamente è stato il cellulare."
"Chloè.."
"Cosa? Se non avessi azionato la sveglia quei quattro starebbero ancora litigando!"
"Però ha ragione."
"Alex!"
"Cosa?"
La conversazione venne interrotta dal suono del campanello, che attirò l'attenzione di tutti i presenti.
Si recarono tutti verso il portone, per trovarsi davanti Carly e Harry con il fiatone, mentre dietro di loro si scorgevano altre due persone.
"Ciao ragazzi! Stavamo venendo qui e abbiamo incontrato Nicole insieme a questo ragazzo, allora li abbiamo portati con noi visto che volevano vedervi."
"Sai Harry, anche se ci hanno informato su tutto, non è il caso di disturbarli ogni volta."
"Non importa Carly."
I ragazzi la guardarono comprensivi, tranne Chloè, che le riservò uno sguardo glaciale.
Il problema era che Carly non capisse cosa avesse fatto di male alla bionda. Si erano incontrati due giorni prima, e da allora ogni volta che si incontravano la figlia del Sindaco diventava fredda, senza un apparente motivo.
"Nicole, si può sapere chi è questo ragazzo?"
Il biondo si fece avanti, mentre tutti assunsero un'espressione confusa tranne Marinette, che iniziò a piangere per poi gettarsi tra le braccia del nuovo arrivato.
"Sebastien!"

"Perché non ti sei mostrata come Paon e Bee?"
"Mi dispiace Nooro, ma ogni volta che Parigi viene attaccata, arrivo sul posto e mi blocco, non so che fare."
"Stai tranquilla, devi solo avere fiducia in te stessa. Poi non sei da sola."
La ragazza sospirò, sapendo perfettamente che il suo kwami aveva ragione.
"Vado a prenderti un pezzo di mela."
Scese in cucina e aprì il frigorifero, prendendo una mela per il suo kwami e un grappolo d'uva per se.
Ripensò nuovamente ai sogni che faceva. Nooro le aveva raccontato di tutti i Miraculous, e per questo non capiva come mai proprio lei, portatrice del Miraculous della farfalla, vedeva delle cose che probabilmente avrebbe dovuto sognare il portatore del Miraculous del pavone.
Forse Nooro aveva ragione, forse sarebbe dovuta uscire allo scoperto, ma aveva il presentimento che non fosse la mossa giusta, che il nemico stesse proprio aspettando questo.
Dopotutto però, non poteva nascondersi per sempre, prima o poi -nonostante le conseguenze- sarebbe dovuta intervenire senza pensarci due volte.
Se era stata scelta per possedere un Miraculous, vuol dire che il Grande Guardiano aveva visto qualcosa in lei, e non aveva intenzione di deluderlo.
Aprì la porta della sua camera, trovando Nooro a guardare fuori dalla finestra.
"Ti mancano?"
"Chi?"
"I tuoi amici. Ti mancano?"
"Un pochino. Ma sei tu la portatrice del Miraculous, non io, quindi finché non vorrai mostrarti non posso fare niente. Deve essere una tua scelta, quando sarai pronta, ti farai avanti, e io rivedrò i miei amici. Ma non metterti fretta, con calma."
Nonostante le avesse detto di non preoccuparsi, così la faceva sentire in colpa, e promise a se stessa che la prossima volta avrebbe reagito veramente.
Per Nooro.

Il sole stava illuminando tutto il salotto anche se era ormai il tramonto, e Lila sorseggiava un bicchiere d'acqua in quei pochi momenti di tranquillità che l'akuma le lasciava.
In quegli attimi ripensava a quando era piccola, a quando doveva decidere solo se giocare o mangiare le caramelle, e si chiedeva: perché non poteva essere così per sempre?
Era consapevole di aver trattato Nicole malissimo, ma il suo orgoglio le impediva di andare a chiederle scusa. Inoltre, lei e Sebastien erano scomparsi da quando aveva litigato con sua sorella, e lei si sentiva estremamente sola, cosa che non avrebbe mai rivelato o ammesso ad alta voce.
Il sole calava in fretta, e presto si fecero le nove di sera. In quel momento il campanello suonò.
Ma se Nicole e Sebastien avevano le chiavi, chi poteva essere?
Si alzò di scatto provocandosi un giramento di testa, e si aggrappò al divano per non cadere. Intanto il campanello continuava a suonare.
Insomma, un po' di pazienza!
Si avviò lentamente verso l'ingresso, e una volta aperto restò paralizzata.
Una donna con i capelli castani la guardava con fare strafottente, mentre un tubino rosso rubino le fasciava il corpo fino alle ginocchia.
Tacchi dodici, atteggiamento da superiore, occhiali da sole -nonostante fosse sera-, si. Era decisamente sua madre.
"È il momento che prenda il controllo della situazione Lila."

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