Harriet partì con la cugina Victoria e il marito in una giornata soleggiata. O almeno così parve: verso mezzogiorno una pioggerella leggera inizió a battere sulla carrozza e il signor Holfam sostó a una locanda in cerca di uno scaldapiedi.
-Mie signore, il cielo non promette bene e non mi perdonerei mai se vi colpisse un malanno. Tornerò il prima possibile.
Harriet rivolse alla cugina uno sguardo indagatore.
-Vostro marito è un uomo molto premuroso.
-Lo amo molto per questo. Mi ritengo una donna fortunata.
Gli occhi di Victoria brillavano e un lieve rossore le imporporava le guance.
Harriet non potè trattenere un sorriso: i due sembravano legati da un sincero affetto. Victoria parlava di lui come se fosse l'uomo che ogni donna vorrebbe avere, lui d'altro canto la trattava con una premura e una dolcezza che era impossibile non notare.
Il signor Holfam tornó qualche minuto più tardi con una coperta e uno scaldapiedi. Le sue previsioni si rivelarono corrette: qualche ora più tardi una violenta tempesta travolse la strada lastricata su cui marciava la carrozza. Victoria propose una sosta finché il temporale non si fosse calmato, ma Harriet e Holfam, che conoscevano bene le conseguenze di un ritardo e la possibilità di perdere i migliori cavalli, insistettero per continuare imperterriti fino a Dublino. La carrozza era ben rifornita di cibo e qualche bottiglia di brandy, per cui le soste divennero sempre meno frequenti fino all'arrivo. Victoria arrivó stremata e si rintanó subito nella propria pensione, il marito chiamó un medico preoccupato per il pallore della moglie.
Harriet si sentì impotente, ma convintasi che non avrebbe potuto fare niente per la cugina, si fece un bagno caldo, si cambió d'abito e avvisó il marito della cugina che avrebbe preso parte alla fiera e che non c'era da preoccuparsi. Holfam parve prima scandalizzato all'idea di lasciarla andare da sola, ma la testardaggine e l'insistenza di Harriet ebbero la meglio.
Furono molto eloquenti anche gli sguardi straniti della gente alla fiera, ma la piccola Pelham non aveva di che vergognarsi e si fermó con nonchalance a osservare un bellissimo purosangue arabo color pece.
-Fatemi vedere quel cavallo.
-Signora preparerò subito lo stallone in attesa di vostro marit..
-Signorina. Non ho marito e vi ho chiesto di farmi vedere il cavallo non di commentare la mia situazione sentimentale. Sbrigatevi.
L'allevatore restó a osservare la giovane ragazza con una smorfia di disappunto, ma l'occhiataccia che lei gli rivolse lo convinse a non discutere.
Harriet ispezionó, con lo stupore di molti, il cavallo con grande maestria. Controlló il manto, i denti, gli zoccoli e lo fece cavalcare per un breve tratto.
-Quanto volete per il cavallo?
-È un purosangue arabo, relativamente giovane e molto ben addestrato. Cinquanta sterline ed è vostro.
-Ve ne offro cento.
Una voce grave spezzó il dialogo tra Harriet e l'allevatore. La piccola Pelham sentì il sangue gelare riconoscendo il tono sarcastico che l'aveva fatta infuriare così tante volte.
Harriet non si giró. Edward osservava la figura slanciata di lei sentendosi in preda a una strana euforia. Aspettava lo scontro ma non lo ebbe, Harriet digrignò i denti e chinó il capo in segno di saluto, poi camminó senza mai voltarsi in direzione opposta a Wilson; lo avrebbe evitato per il resto della fiera.
Sentiva la sfida galleggiare nell'aria e il cuore battere più forte, senza volerlo si ritrovava a guardare Edward di sottecchi e a sentire il fastidio montare ogni volta che si allontanava volontariamente da lui.
Edward sembrava deluso, si aspettava una reazione che non ebbe e l'indifferenza che lei gli aveva riservato lo aveva infastidito oltremodo. Ma il suo bisogno di lei non ammetteva repliche: l'avrebbe conquistata, anche e solo per farle pagare il prezzo di quella lettera.
A fine giornata Harriet aveva investito la somma del padre in modo più che degno, rifornendo le stalle di otto cavalli tra cui cinque stalloni e tre puledre.
Holfam arrivó nel tardo pomeriggio, quando Harriet era ormai prossima a tornare nelle proprie stanze. Notó con piacere che la piccola Pelham si era fatta molto rispettare a Dublino e che il carattere vivace di lei le aveva giovato più che penalizzarla.
-Tornate già Harriet?
-Oh sì signor Holfam, ho perso un purosangue arabo che rimpiangerò a lungo ma sono riuscita a trovare dei validi sostituti. Domani vedrò l'allevamento di Turborg, mi hanno informata che ci sono dei mustang meravigliosi.
-Che cavalli avete preso?
Harriet si fermó a informare Holfam dei prezzi più convenienti e dei venditori migliori, lo mise in guardia sull'età di alcuni stalloni e gli sconsiglió di comprare le selle dalla fiera. Holfam Terben guardó Harriet con ammirazione quando si rese conto che la piccola aveva esperienza e sapeva di cosa stava parlando, ma d'altronde Robert non le avrebbe messo in mano una somma così grande se fosse stato il contrario.
-Ora vi debbo proprio salutare. I miei piedi chiedono aiuto e devo ancora passare a vedere come sta Victoria, è migliorata sì?
-Sta bene, sta bene. Il viaggio l'ha un po' affaticata ma con un po' di riposo e qualche tisana dovrebbe riprendersi totalmente già per stanotte.
Harriet lo salutó annuendo e dopo essersi cambiata d'abito si diresse nelle stanze della cugina, attraversando il cortile del lussuoso albergo si chiese se anche Edward alloggiasse lì.
-Victoria come state?
-Bene piccola mia, ho risentito della fatica del viaggio. Voi e mio marito siete cocciuti come muli!
-Se avessimo saputo che la nostra fretta vi avrebbe ridotta così, avremmo rallentato senza esitazione.
-Mi burlo di voi cara, non avete colpe. Piuttosto: sapete che domani ci sarà un ballo in maschera nella residenza di Lord Worthon?
-Chi è?
-Ma come chi è! Lord Worthon è uno dei signori più alla moda di tutta l'Inghilterra, solo essere vista in sua compagnia rende qualsiasi persona tra le più popolari.
-Molto utile devo dire.
-Suvvia Harriet, non siate sempre così detestabile! Domattina, andremo a procurarci una maschera.
Harriet tacque per qualche secondo e lo strano luccichio nel suo sguardo allarmò la cugina.
-Oh no, voi vi procurerete una maschera: io sarò vestita da pirata.
-Harriet suvvia non scherzate..
-Non sto scherzando! Comprerò una parrucca rosso fuoco. Mi servirà anche una giacca in pelle, degli stivali e...
-State parlando seriamente? Parleranno di voi.
-È un ballo in maschera no? L'obiettivo è che lo facciano.
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Harriet
Historical Fiction(Versione revisionata e definitiva de "La Passione della Ribelle") 1835 Lymington- Robert Pelham acquista una villa in stile rinascimentale nei pressi di Lymington; desideroso di passare un'estate in famiglia lontano dalla stagione londinese. Verso...