Jungkook's POV
Uscimmo dal mio rifugio, attraversammo il boschetto spoglio, poi il ponte e fummo subito circondati dal deserto. Jimin mi seguiva visibilmente terrorizzato e cercava di non allontanarsi più di due passi da me. A dire il vero ero preoccupato anche io, lo si era sempre nel deserto, lo si era sempre a prescindere.
Avevo intenzione di portare Jimin al Gruppo, solo nella periferia dove non giravano troppi soldati ed era più facile accedere, per... per... Perché? Ah si giusto ci serviva altro da mangiare, magari una coperta per lui e qualche capo d'abbigliamento in più.
Questo non glielo avevo detto, si sarebbe preoccupato ancora di più: infatti avevo già individuato le linee principali del carattere di Jimin. Timido, gentile, tendente a prendersi spaventi enormi per nulla, tenero e gay. Ne ero sicuro, ma non mi dava fastidio, non ero un omofobo di merda.
Camminammo per un po' fino a quando notammo da lontano le prime strutture e tende.
"Jungkook dove siamo? È sicuro qui?"
"Siamo nel Gruppo, ma fidati di me, ti guido io".
Sapevo che la fiducia fosse qualcosa di complicato da dare, sopratutto di questi tempi, ma sapevo di volermi fidare di lui e sapevo che lui si sarebbe potuto fidare di me.
"Mi fido allora"
Ne ero contento. Gli sorrisi e lui ricambiò. Ci avvicinammo ancora alle periferie del Gruppo e l'unico soldato che riuscii a intravedere era voltato dall'altra parte, intento a bastonare un uomo per chissà quale ragione. Approfittai del momento e presi Jimin per mano, sussultò, ma si lasciò guidare da me, così iniziammo a correre verso l'interno della città.
Per fortuna non attirammo molti sguardi, ma preferii lo stesso trovare un nascondiglio per spiegare il piano a Jimin.
"Dobbiamo fare in fretta e uscire al più presto da qui, quindi ascoltami molto attentamente che da questo potrebbe dipendere la nostra vita"
Jimin annuì più spaventato che mai. Tremava. Dovevo rassicurarlo in qualche modo, ma come? Lo abbracciai, d'altronde l'aveva fatto anche lui quindi non gli sarebbe risultato strano.
"Va tutto bene e andrà tutto bene se staremo attenti, okay?"
"Sì"
Gli indicai una porta verde smeraldo:"Vedi quella? Dietro quella porta c'è un breve corridoio buio. Dopo quel corridoio c'è un'altra porta, una volta attraversata quella c'è un uomo. È un vecchio amico di mio padre, è da un mese che mi aiuta con le provviste perché sa che mi danno la caccia e che quindi non posso procurarmele da solo. È gentile. Ora Jimin mi faresti il favore di andarci al posto mio? Qui non ti conosce nessuno, non darai nell'occhio. Basta dire all'uomo il mio nome. Lo faresti per me?"
Si staccò da me sciogliendo l'abbraccio, mi guardò fisso negli occhi. Era terrorizzato.
"Lo farò"Jimin's POV
Avrei fatto qualsiasi cosa per lui, era grazie a lui se ero ancora vivo. Forse lo avrei egoisticamente fatto per sentirmi apprezzato da lui una volta portato a termine il compito affidatomi e non per aiutarlo.
Mi sorrise per darmi coraggio e io uscii dal nascondiglio per incamminarmi verso la grande porta. Era uno dei pochi edifici tra tutte quelle tende quindi la notai subito. Cercai di essere il più naturale possibile e funzionò: nessuno mi aveva notato entrare. Una volta solcata la porta tirai un sospiro di sollievo. Troppo presto. Qualcuno mi afferrò da dietro e mi tratteneva per le braccia. Entrai nel panico, Jungkook non mi aveva detto niente di questo. Neanche un giorno e mi aveva già abbandonato, non dovevo fidarmi di lui. Traditore. Iniziai a piangere. L'uomo che mi aveva bloccato mi chiese chi fossi.
"Mi ha mandato Jungkook" è l'unica cosa che riuscii a dire tra i singhiozzi.
L'uomo mi lasciò le braccia e quasi mi vergognai di aver pensato quelle cose di Jungkook quando l'uomo mi disse di procedere tranquillamente oltre la seconda porta. Non sapevo cos'altro sarebbe potuto succedere, quindi procedei titubante. Chiusi gli occhi e abbassai la maniglia della seconda porta, riaprii gli occhi e feci due passi in avanti.
Dissi solo:"Sono qui a nome di Jungkook".
Sentii dei passi e un uomo alto, robusto con una grande cicatrice che partiva dalla tempia e finiva al mento mi porse una borsa.
"La ringrazio"
Annuì. Feci ancora un inchino e mi voltai, aumentai il passo man mano che mi avvicinavo all'uscita. Quando rividi la luce e riconobbi il nascondiglio dove avevo lasciato Jungkook non diedi importanza a niente e a nessuno e corsi più veloce che potei verso di lui.Jungkook's POV
Ricominciai a respirare solo quando vidi Jimin correre verso di me. Avevo trattenuto il fiato per tutto il tempo? Certo ero quasi sicuro al 100% che Jack, l'amico americano di mio padre, non avrebbe fatto del male a Jimin, ma la diffidenza salva spesso.
Jimin mi porse la borsa:"Ecco"
"Grazie Jimin, sei stato bravissimo"
Tentò di sorridermi di rimando, ma fallì, era sconvolto.
"È successo qualcosa di strano lì dentro?"
"No, no, tutto tranquillo"
Non gli credetti, dovevamo ancora prendere qualcosa, ma preferii tornare a casa. Non avrebbe retto ad altro stress, era così fragile quel ragazzo. Mi faceva tenerezza.
"Va bene, ora andiamo a casa"
Uscimmo in fretta dalla città dato che era sparita anche l'unica guardia che c'era prima.
Man mano che ci avvicinavamo a casa Jimin smetteva un po' di tremare e prendeva un po' di colorito. Ne ero sollevato. Ero sollevato in generale di aver trovato Jimin. È nei momenti peggiori che si instaurano i migliori rapporti. Provavo già affetto nei suoi confronti, come un fratello maggiore.
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•Future• ||JIKOOK||
FanfictionTerra, 2679 d.C. In un mondo che tale non si direbbe più, dove la presenza dell'uomo è limitata al Gruppo, due ragazzi, soli e ricercati, cercheranno di scappare dopo essere venuti a conoscenza di un segreto scomodo per le autorità del tempo, pecc...